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Nobody Saves The World Recensione: il Signor Nessuno dei creatori di Guacamelee!

Siamo il Nessuno giusto per salvare il mondo?

Dopo il successo riscosso con Guacamelee e il suo diretto successore uscito nel 2018, era arrivato il momento per DrinkBox Studios di rimettersi in gioco. Per farlo gli sviluppatori hanno accantonato il loro brand di maggior successo e hanno deciso di puntare su qualcosa di completamente diverso. Ed è così che oggi parleremo di Nobody Saves The World, l'ultima fatica del team canadese in arrivo su Steam e su Xbox via Game Pass fin dal debutto.

Sebbene il titolo in questione mantenga una palette cromatica sgargiante e un tratto grafico assimilabile alla serie Guacamelee, Nobody Saves The World è un'avventura in salsa hack 'n' slash non molto dissimile da altri prodotti visti sul mercato negli ultimi anni. Il genere su cui ha deciso di puntare lo sviluppatore non è certo il massimo dell'originalità, ma già dalla prime ore di gioco emerge qualcosa di diverso dai classici action con prospettiva isometrica, puntando su un accenno RPG e su un incipit narrativo piuttosto interessante.

Nobody Saves the World ci mette nei panni di un protagonista che non ha nessuna particolarità né alcuna apparente abilità, disegnato con dei profondi occhi scuri a sottolinearne la completa anonimità. Oltre ad essere un signor nessuno, il nostro personaggio è affetto da amnesia e non ricorda perché si sia svegliato all'interno di una capanna in uno strano villaggio popolato da personaggi altrettanto strambi. Ben presto scopriremo che su questo mondo bizzarro si è abbattuta un'oscura maledizione chiamata Calamità. Inoltre è stato rapito Il mago Nostagamus, e nessuno sembra essere in grado di poter riportare il mondo al suo quieto vivere.

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Entrati in possesso della bacchetta del mago, il nostro destino cambierà radicalmente e da anonimo personaggio diverremo colui che potrà salvare gli abitanti dalle mostruosità che si sono insidiate nel regno. Grazie ai nostri nuovi poteri potremo cambiare forma, ad esempio trasformandoci in un topo per fuggire fra piccolissimi tunnel, o in un temerario cavaliere dotato una scintillante armatura per sopravvivere alla battaglia.

Le fattezze che possiamo assumere sono molteplici, quindici in totale per l'esattezza, tutte ben rappresentate ed ciascuna dotata di caratteristiche e abilità uniche. Ognuna di esse offre approcci diversi ai combattimenti che siamo chiamati ad affrontare, variando da attacchi corpo a corpo o a distanza, come nel caso del Ranger. Ogni sembianza, anche se appartenente alla medesima "categoria" d'attacco, diversifica profondamente i combattimenti, e poter cambiare il proprio aspetto in un attimo, con la pressione di un singolo tasto, rende le arene sempre divertenti e mai noiose nonostante la discreta ripetitività dei nemici da abbattere.

Come accennato in precedenza, Nobody Saves The World adotta anche qualche sfumatura RPG, che rende ancora più divertente addentrarsi nei dungeon e nei palazzi infestati dalla Calamità alla ricerca dei frammenti indispensabili per spezzare la pericolosa maledizione e salvare Nostragamus. Oltre a dover necessariamente livellare ogni personaggio per sbloccare il successivo, superate le prime ore di gioco e presa confidenza con i personaggi iniziali potremo modificare e aggiungere abilità al nostro eroe.

Gli aspetti in cui il nostro nessuno può trasformarsi sono quindici, il che prolunga il divertimento e preserva la diversità durante l'avventura.

Drinkbox ha infatti pensato di mischiare le carte in tavola e donare la possibilità al giocatore di equipaggiare le abilità senza vincoli di sorta. Il topo, ad esempio, ci viene presentato inizialmente dotato di un attacco corpo a corpo velenoso, contraddistinto da una nuvoletta viola che rende immediatamente comprensibile a quale categoria appartenga.

Nel nostro caso, ci siamo rapidamente affezionati alle movenze e alla resa sul campo del guerriero, che però si è trovato in difficoltà in alcune circostanze avendo solo un attacco della categoria "taglio". Grazie a questa stuzzicante meccanica abbiamo potuto applicare l'abilità veleno al nostro attacco e affrontare i nemici con molta più soddisfazione.

Il gioco propone davvero tante trasformazioni ed è molto divertente sperimentare, in alcuni casi anche in modo folle, mescolando le varie abilità di tutti i personaggi disponibili. Dopo aver passato una ventina di ore in questo strampalato mondo e portato a termine la trama, possiamo dire che nessuno dei personaggi ci ha deluso o annoiato, ma è altamente efficace puntare al massimo solamente su tre di essi, a meno che la missione di turno non abbia requisiti specifici.

Cambiare la propria forma è inoltre indispensabile per esplorare completamente la vasta area di gioco, sfruttando forme come la tartaruga per attraversare l'acqua o il sopracitato topo per muoversi nelle aree più strette. L'esplorazione ci ha sempre ripagato con tesori nascosti o oggetti da raccogliere per portare a termine le missioni secondarie, oltre a offrire la possibilità di godere dell'ottimo lavoro artistico compiuto nella caratterizzazione delle varie zone.

L'area di gioco è molto ampia e ricca di sorprese; esplorarla ci richiederà di cambiare forma molto spesso per scoprirne tutti i segreti.

Infine, trattandosi di un RPG, non poteva mancare il classico mercante dove dotarsi di potenziamenti per le statistiche come difesa e attacco, o dove "acquistare" la possibilità di rigiocare un livello all'infinito senza che scompaia dal mondo di gioco una volta terminato, il che è molto utile per salire rapidamente di livello.

Se in modalità giocatore singolo Nobody Saves The World ci ha offerto un'esperienza semplice ma divertente e stimolante, purtroppo non possiamo dire la stessa cosa quando un amico si è aggiunto alla nostra sessione. Invitando un altro giocatore in co-op online, data la difficoltà non proprio tarata verso l'alto, il titolo diventa davvero semplice e le ore necessarie a completarlo si dimezzano, eliminando del tutto la componente della sfida.

In caso di morte, in single player, si è costretti a ripartire dall'ultimo salvataggio, ovvero l'inizio di ogni dungeon o missione principale. In multiplayer, invece, se solo uno dei due partecipanti muore si avvia un countdown piuttosto breve prima di respawnare, ed è così possibile portare sempre a termine la missione senza dover iniziare da capo.

Nell'ultima opera di DrinkBox a brillare sono il lato estetico e la semplicità con cui è stato plasmato, nonostante il tutto si riduca a uno spasmodico spam di tre tasti d'attacco. Ma è proprio la "banalità" a rendere il titolo divertente e mai frustrante, anche per diverse ore. Ci saremmo aspettati un videogioco contenuto, e invece Nobody Saves The World sfoggia una discreta longevità, nonostante la curva di apprendimento accomodante e mai problematica.

L'unica caratteristica che riesce a spiccare sopra le altre è la possibilità di mischiare le abilità dei personaggi, creando dei mix utili per ogni occasione.

Certo, non siamo di fronte a una produzione che stravolge le fondamenta del genere o che rimarrà impressa nella mente dei giocatori come una pietra miliare degli hack'n slash. Ciò però non inficia la bontà del progetto, esattamente come è stato per i due Guacamelee, titoli semplici e spassosi che sono riusciti a divertire il pubblico in modo asciutto ma altamente efficace. Rimane un peccato lo sbilanciamento della difficoltà della modalità cooperativa, che avrebbe potuto esser maggiormente curata.

Nobody Saves The World, al netto di qualche piccolo difetto, è un'esperienza che sicuramente vi saprà coinvolgere e intrattenere, con una storia semplice e graficamente realizzata in modo delizioso. Che scegliate di assumere le sembianze di un cavallo, un topo o una tartaruga, intraprenderete quest'avventura col sorriso, scoprendo che anche un signor Nessuno può salvare il mondo.

8 / 10