Nobunaga's Ambition: Sphere of Influence - recensione
Trent'anni e non sentirli!
Può sembrare incredibile ma sono passati ben tre decenni da quanto Koei pubblicò il primissimo capitolo della serie Nobunaga's Ambition su PC. Era compilato interamente in Basic e mentre le radio trasmettevano Thriller di Michael Jackson intervallata a Sunday Bloody Sunday degli U2, uno sparuto gruppetto di giocatori giapponesi prendeva confidenza con le sue tipiche meccaniche da strategico a turni.
Il successo non fu immediato ma il passaparola fece miracoli, al punto da convincere gli sviluppatori non solo a realizzare numerosi seguiti ma anche un remake del capostipite uscito su Saturn e PlayStation oltre 10 anni dopo. Nel corso di una dozzina abbondante di giochi la serie si è evoluta non poco, mantenendo però stretti contatti con le sue origini.
Per celebrare il trentesimo anniversario, Nobunaga's Ambition: Sphere of Influence porta i suoi fan nell'era Sengoku, intorno al 16° secolo, un'epoca in cui il Giappone era diviso in centinaia di piccoli feudi costantemente in guerra tra loro. Come quasi sempre accade in queste situazioni, dal caos emerge qualcuno con un ideale di progresso, che spesso coincide con la riunificazione degli stati... ottenuta con copioso spargimento di sangue.
Questo qualcuno nel nostro caso è un Daimyo, letteralmente "grande nome", un potente signore feudale destinato a diventare il primo Shogun della storia. Nei suoi panni, virtuali ovviamente, dovremo tentare di riunificare sotto un'unica bandiera tutti i territori del Giappone dell'epoca. Impresa non facile, ma è proprio questa ambizione che rende il nuovo Nobunaga's Ambition uno dei capitoli più profondi dell'intera saga.
La prima cosa che colpisce un quasi neofita del genere è la "dimensione" del gioco. Chi è abituato agli ultimi capitoli della serie Total War probabilmente non farà una piega, ma tutti gli altri resteranno ammirati dalla vastità di scenari e di obiettivi offerti dal titolo Koei Tecmo.
Siamo però di fronte ad un titolo che non fa dell'immediatezza una delle sue carte vincenti. Dimenticatevi di inserire il gioco e dare il via alla campagna senza alcuno sforzo, prima di tutto dovrete passare attraverso un tutorial che pur essendo piuttosto lungo e pieno di testo, deve essere completato per apprendere al meglio le basi.
Allo stesso tempo non fatevi scoraggiare da questa partenza piuttosto lenta perché, come si dice, le cose belle arrivano solo per chi sa aspettare. La tentazione di saltare gran parte dei dialoghi iniziali sarà forte, ma cercate di resistere perché in mezzo quegli strani dialoghi apparentemente senza senso si nasconde la chiave per aprire il mondo di Nobunaga's Ambition.
Come presto apprenderete, il gameplay ruota attorno a tre cardini principali: Impegni Civili, Diplomazia e Guerra. Il primo rappresenta ovviamente l'inizio del gioco ed è composto da svariati compiti atti a far sviluppare l'impero attraverso tre risorse principali: Provviste, Oro e Soldati.
Fin da subito imparerete che per progredire è necessario impiegare il giusto numero di risorse nell'agricoltura e nel commercio, in modo da far aumentare la popolazione dei villaggi e quindi la forza lavoro. Altrettanto importante è impiegare una parte della popolazione nell'esercito, che come potete facilmente intuire avrà il compito di proteggere il territorio da future invasioni.
Inizierete con un appezzamento piuttosto esiguo di terra, un pugno di castelli e pochi generali su cui fare affidamento. Con l'andare del tempo capirete quanto sia importante assoldare gli uomini giusti per i compiti giusti, il che richiede un'attenta valutazione delle caratteristiche di ogni elemento disponibile.
A supervisionare il tutto ci sarete voi, l'eminenza grigia che tutto vede e tutto fa. Partite dalle fondamenta, senza farvi prendere dalla fretta... Alessandro Magno e Giulio Cesare non hanno costruito i loro imperi andando di corsa ma pianificando ogni più piccola mossa e sfruttando al massimo le risorse a loro disposizione.
Il problema è che per chi non è abituato a questo genere di titoli, la quantità di cose da tenere d'occhio potrebbe sembrare insostenibile. In effetti, per essere un gioco strategico, Nobunaga's Ambition: Sphere of Influence ha un passo decisamente spedito.
Gran parte delle azioni di gioco vanno impartite durante i Consigli, sezioni statiche in cui dovete decidere quali uomini assegnare ai vari compiti e analizzare le informazioni provenienti da tutti i settori del regno. A queste seguono le parti attive, ovvero la messa in pratica degli ordini che avrete impartito in precedenza. Ogni turno rappresenta un mese di tempo del gioco entro il quale si ha ampia libertà nella gestione dell'economia delle città/province, nella collaborazione commerciale con i territori vicini, nell'ampliamento della milizia, nel prolungamento delle reti stradali e così via.
Alla fine di ogni mese verrete informati grazie ad un report sull'andamento dell'economia e potrete rendervi conto di come stanno andando le cose e di quali aggiustamenti fare nel periodo successivo. Sulla mappa generale potete visualizzare tutti i possibili interventi attuabili nella zona.
Per aiutarvi a gestire il tutto, dicevamo, avrete a disposizione dei "servitori" che supervisioneranno le varie fasi della produzione e realizzazione. Spetterà comunque a voi gestire le loro funzioni e giudicare il loro operato. In qualsiasi momento potrete spostarli ad altri compiti, molti dei quali sfociano nella seconda importante fase del gioco, quella diplomatica.
Nessun grande monarca, imperatore o conquistatore avrebbe raggiunto grandi risultati se non avesse stretto rapporti diplomatici con altri potenti del pianeta, ma c'è di più. Bisogna anche imparare ad agire nell'ombra, a sfruttare le proprie spie da infiltrare negli altri regni, sfruttare le alleanze per attizzare rivolte e sfruttare queste ultime per ampliare il proprio dominio.
Ai livelli di difficoltà più alti la fase diplomatica è forse quella più complicata da gestire perché dovete sempre tenere conto che l'obiettivo finale è quello di unificare il Giappone, quindi coloro che inizialmente potreste utilizzare come alleati prima o poi diventeranno avversari. Ciò significa che dovrete imparare a camminare sulle uova e bilanciare attentamente il "dare e prendere".
Non basta spendere soldi a secchi per comprare alleanze, primo perché l'economia del regno in breve tempo ne risentirebbe e secondo perché non avrete mai la sicurezza che i vostri compagni vi restino fedeli fino alla fine. Meglio stringere patti temporanei e sfruttare qualsiasi rivalità si venga a creare nei territori vicini.
Per ottenere i migliori risultati è importante avere ben presenti i punti di forza e le debolezze di ogni singolo alleato che assegnerete ai vari compiti. A prescindere dal loro posizionamento vedrete crescere con il tempo le loro caratteristiche, ma posizionarli nel posto giusto al momento giusto potrebbe fare la differenza nelle fasi più avanzate.
Assegnare un ufficiale con un alto punteggio di Intelligenza ad un affare diplomatico può ad esempio essere una buona idea, ma i fattori da tenere in considerazione sono innumerevoli. Sulla mappa verranno visualizzati i clan con cui potrete interagire ed un semplice sistema di icone vi aiuterà in maniera immediata a capire l'orientamento del vostro vicinato.
A differenza della fase di sviluppo, quella diplomatica non terminerà allo scoccare del consiglio successivo ma andrà avanti e avrà costi continui di cui dovrete tenere conto. Anche in questo caso, in qualsiasi momento potrete "licenziare" l'ufficiale assegnato al compito diplomatico e questo avrà termine automaticamente. Prima di farlo però, tenete presente che per avere il massimo livello di fedeltà da parte di un clan vicino (rappresentato su una scala da 0 a 100) dovrete avere un bel po' di pazienza, specie negli scenari più avanzati.
L'aspetto diplomatico del gioco potrà anche non essere quello più dinamico ed elettrizzante, ma è forse quello più sfaccettato. Oltre a quanto detto finora ci sono molti altri aspetti che nel gioco finale dovrete gestire, uno dei più importanti sarà il reclutamento dei "Ronin", soldati (o comandanti) non più legati ad un clan per la morte del loro Daimyo o per insoddisfazione e/o tradimento. Questi potranno essere assoldati e spesso rappresentare un vantaggio decisivo per le future battaglie, ma occhio perché stiamo comunque parlando di mercenari che potrebbero voltarvi le spalle (o rivoltarsi contro) in qualsiasi momento.
E arriviamo appunto al cuore pulsante del gameplay di Nobunaga's Ambition: Sphere of Influence, quello più dinamico, che può tradursi con una solo sostantivo: guerra! È proprio questo il e anche la fase più adrenalinica dell'intera esperienza offerta dal titolo Tecmo-Koei. Tutto quello che avrete fatto fino a questo momento, sviluppare a dovere il territorio del vostro clan e stringere le giuste alleanze, tornerà utile a chi avrà l'onore e l'onere di scendere sul campo di battaglia.
I combattimenti si svolgono più o meno come in qualsiasi gioco strategico in tempo reale, ma con un pizzico di schema a turni. Una visualizzazione basilare permette di capire subito la posizione dei diversi eserciti in campo. Per muovere un battaglione in una direzione basta cliccarci sopra e fare un secondo clic nella direzione desiderata. Ognuno di essi ha un arco di visualizzazione del bersaglio, una volta che il nemico entra al suo interno parte automaticamente un attacco a distanza, ma ovviamente la stessa cosa accade quando sarà il vostro esercito a trovarsi nel "cono visivo" avversario.
Gli attacchi tramite frecce possono colpire solo in linea retta ma rappresentano solo una piccola parte della componente tattica del gioco. Nel caso i due battaglioni dovessero venire a contatto, allora inizierà la vera battaglia, quella corpo a corpo. Questa è altamente sconsigliata in caso di inferiorità numerica, quindi almeno all'inizio non prendetela in considerazione.
Vanno poi tenuti in considerazione i diversi attacchi speciali che ogni Generale possiede e il tempismo con cui questi vanno utilizzati. A volte anche un conflitto apparentemente senza speranza può svoltare a vostro favore posizionando un drappello di soldati nel modo giusto o utilizzando l'attacco più adatto.
Riuscire a coprire tutti gli elementi che entrano in gioco durante le battaglie è un'impresa titanica e in parte rovinerebbe quel senso di scoperta che io stesso ho provato nel corso del gioco. Vi basti sapere che la difficoltà non risiede tanto nei combattimenti veri e propri ma nella quantità di cose da tenere d'occhio. Dovrete imparare a lavorare in multitasking ma fortunatamente potrete mettere in pausa il gioco e impartire i comandi che preferite. Nonostante ciò, la rapidità di pensiero ed esecuzione spesso giocherà un ruolo fondamentale.
Come ulteriori chicche, Sphere of Influence permette ai giocatori di personalizzare un gran numero di cose. La più importante e monumentale riguarda lo stile tattico degli oltre 1800 ufficiali presenti nel gioco. Potrete modificarne il comportamento in base ad una miriade di dettagli per adattarli il più possibile alle vostre strategie sul campo. Meno importante ma comunque piacevole è la possibilità di modificare o creare gli stemmi di battaglia. Insomma, poco o nulla è stato lasciato al caso.
Questa ennesimo capitolo della saga Nobunaga's Ambition offre un'esperienza estremamente profonda ed appagante, una longevità invidiabile e un comparto tecnico di tutto rispetto. Nonostante la versione PC rimanga consigliabile per la maggiore quantità di opzioni "tecniche" e per il controllo tramite mouse e tastiera, va dato merito agli sviluppatori di aver lavorato molto bene anche su console.
I menù sono facilmente gestibili anche con un controller in mano e su PS4 l'accoppiata stick analogici + touch pad funziona egregiamente, pur non garantendo la medesima precisione della controparte PC. Se avete una delle due ultime console casalinghe di casa Sony e siete appassionati del genere, il titolo Koei Tecmo è stra-consigliato anche per la cronica mancanza di strategici su queste piattaforme.
L'unico difetto di rilievo, se così si può definire, è che per riuscire a trarre il meglio dal gioco dovrete per forza armarvi di pazienza e tempo libero (merce rara di questi tempi). Nella mia esperienza ho vissuto momenti in cui la quantità di cose da fare sembrava veramente eccessiva, ma la situazione fortunatamente non ha mai toccato livelli critici.
Un gioco per molti ma non per tutti insomma. Se cercate esperienze "mordi e fuggi" o titoli che vi facciano sprizzare adrenalina da ogni poro, rivolgetevi altrove.