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Nobunaga's Ambition: Taishi - recensione

Dire “gioco di simulazione storica” è dire poco, con il nuovo titolo di Koei Tecmo.

Per celebrare il 35° anniversario del brand, Koei Tecmo si appresta a lanciare anche in Europa il suo Nobunaga's Ambition: Taishi. Il nuovo capitolo della longeva serie di strategia mette in scena una riproduzione realistica del Giappone del 1500 e vede il giocatore vestire i panni di un Lord, che dovrà ampliare l'influenza del proprio clan e i suoi possedimenti nella Terra del Sol Levante. Al centro di questo lunghissimo processo d'espansione vi è il nuovo Resolve System, vero cuore pulsante di questo simulatore storico.

Lo diciamo subito e senza troppi giri di parole a contorno: per via della localizzazione in Inglese e per una complessità che più volte non abbiamo esitato a definire disarmante, Nobunaga's Ambition: Taishi è un gioco per pochi. Per intenderci, è impossibile paragonare il titolo di Koei Tecmo alla media degli strategici occidentali, perché questi sono ben lontani dall'offrire un ventaglio di possibilità equiparabile. In altre parole, anche un titolo come Total War: Rome II rischia di sembrare "limitato" se accostato a un prodotto come Taishi. Fare questa considerazione implica, al contempo, un altro dato di fatto: Rome II può aprirsi a una fetta di pubblico decisamente maggiore, mentre il titolo firmato Koei Tecmo scavalcherebbe con difficoltà la cerchia dei fedelissimi, almeno in territorio nostrano.

Che i succitati siano due giochi aventi filosofie molto differenti lo si capisce sin dai primi istanti di gioco. Il filmato d'apertura è un discreto riassunto delle attività che potremo svolgere da bravi reggenti del clan, con Nobunaga che vive un eterno susseguirsi di tempi di pace e di guerra. Prim'ancora di tuffarci nelle molte campagne dell'Era degli Stati Combattenti, ci viene data l'occasione di creare il nostro Lord "d'autore". L'editor è estremamente complesso e bisognerà scegliere tra decine e decine di opzioni per dar vita al condottiero: nome, cognome e timbro di voce non sono che gocce di pioggia in un mare di strade percorribili, che partono dalla "filosofia madre" (resolve), fino ai tratti principali e alle qualità aggiuntive.

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Nel nostro caso abbiamo scelto di seguire la via della "Just Governance", la filosofia che si basa sull'intraprendere il cammino tracciato da Buddha e dai Samurai. In altre parole, il nostro Lord sarà incline a garantire il benessere del suo clan, abbandonando qualsivoglia tipo d'ambizione egoistica. Un altro ruolo importante lo giocano gli "ideali" del personaggio, capaci di influenzare anche il comportamento delle truppe: tra fame di denaro, passando per la volontà di lasciare il proprio segno nella storia, fino a voler essere un reggente giusto ma inflessibile, il nuovo capitolo di Nobunaga's Ambition offre una miriade di alternative che faranno di sicuro il piacere dei veterani.

Iniziata la partita, con tanto di prologo animato composto da splendide tavole disegnate, il giocatore è chiamato a effettuare l'ennesima scelta: quale dei quasi cento clan selezionare? Ogni decisione, anche quella apparentemente più insignificante va ponderata, perché potrebbe risultare ben più determinante in un secondo momento. Sancita l'appartenenza a uno schieramento, bisogna far subito i conti con la ripidissima curva d'apprendimento delle meccaniche, vero punto focale di quella che è un'esperienza gestionale a 360 gradi. Del resto, nonostante la presenza di una serie di tutorial utili a decifrare i complessi (per non dire ermetici) menù, è quasi impossibile evitare di spendere le prime ore per comprendere al meglio le routine di gioco e il significato di tutti gli indicatori.

Insomma, se non si ha alcun tipo di familiarità con la serie, ci vorrà un po' prima di poter pensare di fare i primi passi in uno spaccato così realistico e stratificato del periodo Sengoku. Una cosa è certa: maggiore è l'impegno profuso nell'acquisizione del "know how" per giocare, maggiore sarà la soddisfazione nel vedere i primi frutti legati alle mire espansionistiche. Nel corso della "Planning Phase", lasso di tempo della durata di un mese, bisognerà iniziare a prepararsi per la fase attiva, durante la quale avranno luogo anche diversi mutamenti geopolitici.

Il Giappone del periodo Sengoku: un'era di continui mutamenti geopolitici.

In sede di pianificazione, per dirne una, si potranno contattare i reggenti di altri territori al fine di stringere utili alleanze e preziosi accordi commerciali. Nel frattempo sarà necessario impegnarsi nell'attività agricola, vero caposaldo nel Giappone del tempo ma soltanto nei quattro mesi che segnano l'inizio della relativa stagione. Dando seguito a una tradizione decennale, Taishi propone routine estremamente profonde, cariche di quei minuziosi dettagli che fanno la differenza in un esponente del genere: il numero di abitanti di una fattoria può influire positivamente sul raccolto? Sì, ma questo a patto che il terreno sia fertile e che l'acqua sia ben gestita.

Una volta assicuratisi un piccolo fondo da cui attingere per proseguire l'opera di conquista, si potrà passare alla costruzione di diverse strutture o di interi insediamenti, come fortezze e villaggi dei ninja. Dichiarare guerra a un territorio limitrofo, a questo punto, può diventare un'opzione ma anche mantenere un rapporto diplomatico duraturo ha i suoi vantaggi. Un Lord alleato, infatti, può assicurare al giocatore approvvigionamenti, moschetti e cavalli, imprescindibili per debellare una minaccia incombente.

Per conquistare territori e muovere guerra ai reggenti sarà vitale il reclutamento di nuovi uomini, che entreranno a far parte di milizia e fanteria a seconda della provenienza. La prima divisione ad esempio accoglie i contadini armati, che prevedono un costo inferiore. Al contrario l'unità di fanteria vanta i soldati più esperti, abituati al combattimento ma decisamente più onerosi da mantenere. Vincere le battaglie, magari partendo con un evidente svantaggio tattico e numerico (imprese), consentirà l'aumento del fattore di aggressività, in grado di rendere le truppe ancor più impavide ed efficaci.

Le battaglie di Kawanakagima sono state tra i conflitti più sanguinosi del tempo.

Abbiamo molto apprezzato le migliorie apportate al Council System, la feature che introduce la possibilità di riunirsi in concilio con i vassalli per ascoltare le loro proposte. Tali consigli riguardano i principali aspetti della gestione del clan, dall'agricoltura, passando per la diplomazia, fino agli affari militari. Le riunioni avvengono a cadenza trimestrale e concedono al giocatore di approvare alcune di queste idee, in modo da guadagnare punti da spendere nell'albero delle politiche.

Finita la pianificazione e presa visione di una provvidenziale schermata riepilogativa del nostro operato, avrà finalmente inizio la fase attiva. Con gli equilibri di potere in eterna metamorfosi, il nostro clan potrà finalmente muovere guerra ai suoi nemici. Tra schermaglie di minor entità e fedeli riproposizioni di scontri storici (basti pensare alla battaglia di Itsukushima del 1555), Nobunaga's Ambition: Taishi svela la parte strategica della sua anima. Sopraffare l'avversario sarà tutt'altro che semplice e bisognerà ricorrere a tutta la propria astuzia, nonché alla pletora di tattiche previste dal gioco.

Prima di scagliarsi alla cieca contro l'imponente forza nemica è preferibile prestare attenzione alla morfologia del campo di battaglia e dispiegare gli uomini di conseguenza. In un'area caratterizzata da foreste più o meno fitte, per dirne una, è possibile ricorrere alla "Phantom": una strategia che permette ai guerrieri di nascondersi tra gli alberi e di piombare in un secondo momento sugli opponenti, sfruttando l'effetto sorpresa. Chiaramente, quasi pleonastico sottolinearlo, ciascuna tattica potrebbe esporre a rischi non calcolati e a contromosse del nemico, finendo per risultare controproducente.

La galleria dedicata ai condottieri dell'Era degli Stati Combattenti è semplicemente sconfinata.

Per mettere la parola fine a una guerra è necessario riempire la barra della supremazia in battaglia o arrivare a sconfiggere, nei casi più complessi, il generale dello schieramento nemico. In soldoni, dal lato prettamente strategico, Taishi sa regalare grandissime soddisfazioni ma resta imparagonabile a titoli come Shogun sul piano della messa in scena degli scontri.

Proprio come nel caso di Total War: Rome II, Shogun è un titolo con un focus ben diverso da quello di Nobunaga's Ambition ma sarebbe stato ugualmente bello, in quest'ultimo, poter vivere delle battaglie tendenti a certi tipi di vette. E peccato anche per alcuni problemi riscontrati sul versante tecnico. Per esempio, zoomare sull'area dello scontro provoca delle imperdonabili oscillazioni del frame rate, che cala vistosamente ben al di sotto dei venti fotogrammi al secondo. Spostandoci nell'ambito del sonoro, invece, il doppiaggio in lingua Inglese fa il suo lavoro e il commento musicale che accompagna le lunghe pause di riflessione tra un'azione e l'altra risulta abbastanza convincente.

Gli scontri con i Lord andranno pianificati con astuzia e attenzione.

In definitiva, Nobunaga's Ambition: Taishi è un simulatore storico di qualità, tanto consigliabile agli esperti del genere (e della storia del Giappone), quanto ermetico e al limite dell'inaccessibile per un neofita. L'aggiunta del Resolve System va a rendere ancor più completa e poliedrica l'esperienza di gioco, già di per sé molto profonda. Le fasi di pianificazione e di battaglia sapranno fare la gioia degli amanti del periodo Sengoku, per non parlare della gigantesca galleria contenente le biografie di centinaia di condottieri del tempo.

Grandi soddisfazioni attenderanno coloro che avranno la tempra di dedicarcisi anima e corpo, questo è fuori discussione, ma chi non dovesse essere pronto a sacrificare intere ore di gioco sull'altare dell'apprendimento, farebbe bene a concentrarsi su qualcosa di meno soverchiante, in tutti i sensi.

7 / 10