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Not a Hero - recensione

Sangue, violenza, parolacce e… ricordatevi di ricaricare l'arma!

Not a Hero è uno di quei giochi che ti fanno trovare impreparati. Pensi di avere tra le mani il classico shooter 2D nel quale vai in giro a sparare e saltare contro nemici solo per fare il punteggio più alto e invece... ti ritrovi un bastardissimo sparatutto pixelloso che richiede non solo un pizzico di strategia, ma ti obbliga a stampare in testa quattro essenziali parole: Ricordati. Di. Ricaricare. L'arma

E no, non sono dettagli campati all'aria tanto per voler scrivere qualcosa. In Not a Hero se non ricarichi l'arma appena riesci a prendere un pizzico di fiato, sei fritto, morto, squartato da un mitragliatore di provenienza russa o affettato in mille pezzettini da un uomo della Yakuza. Noi sinceramente abbiamo perso il conto delle volte in cui siamo finiti all'altro mondo, solo per non aver ricaricato la nostra stramaledettisima doppietta.

In effetti però da Roll7, il team inglese che ha creato la serie OlliOlli, c'era da aspettarselo. Se avete avuto a che fare con l'ottimo gioco di skateboard, vi ricorderete sicuramente che per chiudere un trick è necessario premere un tasto nel preciso momento in cui lo skate tocca una superficie. Ma quante ossa vi siete rotti prima di imparare a memoria questa regola?

Oltre a tenere sott'occhio il caricatore, è fondamentale ripararsi dietro muri per evitare di essere colpiti. Ogni istante speso allo scoperto può essere quello buono per passare a miglior vita.

La trama di Not a Hero è completamente fuori di testa e ruota intorno a BunnyLord, un coniglio viola che torna dal futuro per candidarsi nientemeno che a sindaco di Londra. Su cosa si basa la sua campagna elettorale? Sterminare una volta per tutte le tre più importanti organizzazioni malavitose della City e per fare questo assolda un gruppo di nove killer spietati, ognuno dotato di abilità differenti ma tutti con un unico comune denominatore: parlare con un marcatissimo accento del nord (e abbiamo solo toccato la punta dell'iceberg...)

Si parte col poter utilizzare un solo personaggio, per poi sbloccare gli altri 8 completando le varie missioni principali e secondarie dei 21 livelli che compongo il gioco. Impossibile non cominciare con il nostro preferito, Jesus, dotato di una tuta in spandex color magenta e pericolosissimi movimenti di bacino: oltre a questi doverosi dettagli, Jesus può sparare mentre scivola ed è dannatamente veloce, peccato però che la sua mira non sempre faccia centro. Troviamo poi Cletus, accompagnato dal suo fido e devastante fucile a pompa, poi c'è la spietata Kimmy armata di Katana e Ronald, un bruto che disintegra i cattivoni a suon di martellate.

Come avete intuito i toni sono decisamente forti e poco adatti ad un pubblico dallo stomaco debole, ma In Not a Hero c'è molto di più, come le fantastiche sequenze d'intermezzo che oltre a fungere da briefing, raccontano le storie di tutti i protagonisti attraverso spassosissimi siparietti (completamente sottotitolati in Italiano), che regalano al titolo Roll7 un fascino indescrivibile.

Non lasciatevi ingannare dall'aspetto di Not a Hero: l'ultimo lavori dei Roll7 è un piccolo capolavoro di tecnica, gameplay e audio.

Sì ok, tutto molto bello, ma come si gioca a Not a Hero? Dato per scontato che abbiate un DualShock 4, questo insano action bidimensionale (o 2D e mezzo come dicono gli sviluppatori) richiede semplicemente di sparare a tutto ciò che si muove sullo schermo.

Bisogna infiltrarsi nei palazzi e le strutture dei tre quartieri più corrotti della capitale inglese e sparare, scivolare, nascondersi, eseguire esecuzioni e... beh, uscire vivi da ogni missione. I nemici sono dotati di un'intelligenza artificiale da non sottovalutare, oltre che a nascondersi dietro le pareti come noi e sfoggiare abilità uniche. Nel quartiere giapponese per esempio, le geishe possono teletrasportarsi, mentre i ninja kamikaze corrono e saltano schivando i nostri proiettili, e per atterrarli serviranno ben più che una manciata di proiettili.

Ah ecco, sì, quasi ci stavamo dimenticando dei proiettili. Ricordatevi, sempre e in ogni momento di ricaricare, specialmente se utilizzate un killer dotato di un arma con un caricatore capiente (capiente in questo caso sta per 10-12 colpi, eh!). Vomitare quintali di piombo contro i nemici è facile, ma quando poi arriva alle nostre orecchie il fantomatico 'clic', beh allora ci sono molte probabilità di essersi scavati la fossa con le nostre stesse mani.

Le scene d'intermezzo sono tra le più spassose che ci siano capitate di vedere negli ultimi tempi. Divertenti, originali e al limite del politically correct.

Riparatevi, studiate bene i piani superiori (e inferiori) per individuare le posizioni dei nemici, cercate con attenzione se qualche cadavere ha lasciato un power-up e poi proseguite verso il vostro obiettivo. A proposito di potenziamenti, non vi abbiamo ancora parlato dei simpatici giocattolini che è possibile trovare di tanto in tanto in Not a Hero. Oltre a devastanti armi non convenzionali quali lanciarazzi, lanciafiamme e lancialaser (!), alcuni utili gadget come granate, torrette e gattini esplosivi vengono in nostro aiuto per migliorarci la vita.

Quanto a difficoltà siamo su livelli abbastanza fetenti ma raggiungere l'ancor più bastarda battaglia finale non è poi un compito così proibitivo. Certo, di momenti in cui non si sa più cosa imprecare ce se sono diversi, ma studiando con calma la situazione e soprattutto la posizione dei nemici si riesce a procedere senza troppe difficoltà.

Ma cosa sarebbe un buon action a base di pixel senza una colonna sonora adeguata? Nessun problema perché Not a Hero include una serie di brani chip-tune da brividi, e non scherziamo se vi diciamo che alcuni sono addirittura superiori ai già superlativi episodi elettronici di Hotline Miami (giusto per restare in tema). Peccato che quando il tema musicale dei briefing vi si ficcherà in testa sarà ormai troppo tardi, e lo fischierete per interi giorni a casa, a scuola, o mentre servite i clienti a lavoro.

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La grafica è colorata e il motore non fa una piega nemmeno durante le situazioni con decine di elementi in movimento sullo schermo, ma rimane il dispiacere per la recente cancellazione della versione PlayStation Vita, console a nostro avviso perfetta per questo genere di prodotti. Se proprio non ne potete fare a meno, ricordatevi che è sempre possibile giocare tramite Remote Play e che sì, anche in questo caso funziona alla grande.

Not a Hero è bastardo, divertente, violento e pieno di situazioni al limite del politically correct. L'abilità con cui i ragazzi di Roll7 hanno confezionato il tutto è in grado di far invidia anche agli sviluppatori più blasonati. Se non ne avete abbastanza di giochi a-la Hotline Miami, oppure siete alla ricerca di un titolo frenetico in grado di tenervi compagnia per una manciata di ore, Not a Hero vi farà letteralmente impazzire. Mi raccomando però, ricordatevi di ricaricare l'arma.

8 / 10
Avatar di Manuel Stanislao
Manuel Stanislao: Manuel muove i primi passi nel mondo videoludico all’età di 8 anni, dopo essere rimasto stregato dal NES del vicino di casa. Nel 2010 entra a far parte di JAVS, per poi approdare ad Eurogamer nel tardo 2011 grazie a un'ignota congiunzione astrale.

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Not A Hero

PS4, Xbox One, PlayStation Vita, PC, Mac

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