La nuova generazione di autori in Nintendo - editoriale
Il post-Miyamoto è già in movimento.
Sono pochi i game designer che, per bravura, competenza e stile, hanno saputo farsi conoscere anche individualmente, ossia slegati dalla casa di sviluppo per cui hanno lavorato. Alcuni esempi: Hideo Kojima, Chris Avellone, Tim Schafer, Fumito Ueda, Shinji Mikami e Shigeru Miyamoto. Proprio quest'ultimo è divenuto non soltanto il simbolo di un'azienda, Nintendo, da sempre sinonimo di videogiochi, ma ha partorito alcuni dei personaggi che ne sono diventati, nella cultura popolare, alcune delle icone più rappresentative: Super Mario, Donkey Kong, Link, Zelda.
Pensare, quindi, a cosa ne sarà di Nintendo quando il buon Miyamoto andrà in pensione sembra d'obbligo. I tanti anni di attività in questa industria, però, non sono stati vani e l'azienda giapponese ha già mosso le sue pedine lasciando molto più spazio, nel corso degli ultimi anni, ad altri game designer e director che hanno mosso i fili ludici delle maggiori proprietà intellettuali della società. Miyamoto, infatti, è sempre meno sviluppatore e sempre più dirigente/consulente: dopo la morte di Satoru Iwata, nel 2015, fu anche temporaneamente amministratore delegato ad interim, insieme a Genyo Takeda, prima che venisse nominato Tatsumi Kimishima, l'attuale ad.
Alcuni nomi si sono già dimostrati molto validi. Prendiamo il recentissimo Super Mario Odyssey: nel suo sviluppo, Miyamoto ha avuto un ruolo marginale, durante cui perlopiù ha valutato le proposte che gli venivano fatte e ha fornito consigli utili sul lato tecnico e ludico dell'avventura. L'accoppiata Yoshiaki Koizumi (producer) e Kenta Motokura (director), che già aveva lavorato bene con Super Mario 3D World e Super Mario 3D Land, è stata riproposta in Super Mario Odyssey, pluri-premiato dalla critica e dal pubblico per la freschezza della giocabilità e per le divertenti ambientazioni.
Koizumi è da anni producer della serie Super Mario, avendo ricoperto lo stesso ruolo in Super Mario Galaxy 2 insieme a Takashi Tezuka, un altro storico game designer di Nintendo, e Koichi Hayashida, oltre che in Super Mario 3D World e Super Mario 3D Land come soprascritto. Fu sempre Koizumi a essere il director di Super Mario Sunshine per GameCube.
Koizumi è, soprattutto, anche il "volto" di Nintendo Switch. Rilevante, ad esempio, la sua presenza sul palco durante la presentazione dello scorso gennaio, quando la società annunciò gli ultimi dettagli prima dell'arrivo sul mercato. Mentre di Miyamoto non ci fu traccia; un passaggio di testimone, appunto, molto importante.
Koizumi è stato inoltre riconfermato come deputy general manager quando, nel 2015, da una ristrutturazione interna è nata Nintendo Entertainment Planning & Development (EPD), la divisione il cui compito è quello di gestire lo sviluppo e la produzione dei giochi della casa di Kyoto. Insieme a lui, a tirare i fili di Nintendo EPD ci sono Shinya Takahashi, Katsuya Eguchi, Takashi Tezuka e Yoshio Sakamoto.
Tornando agli autori, esempi molto interessanti sono Splatoon e Arms, che possiamo senza dubbio definire come i due riferimenti con cui Nintendo ha voluto dimostrare di poter realizzare giochi di successo senza fare affidamento sulle sue proprietà intellettuali più popolari. Il primo, lanciato nel 2015, ha dietro di sé Yusuke Amano e Tsubasa Sakaguchi come director, mentre Hisashi Nogami ne è il producer. Sia Amano che Nogami sono stati riconfermati negli stessi ruoli per il secondo gioco, Splatoon 2, uscito pochi mesi fa per Switch.
Amano annovera New Super Mario Bros. 2, nel 2012, come primo titolo nel ruolo di director. Nogami ha assunto, negli ultimi anni, il ruolo di producer per Animal Crossing (Happy Home Designer, Amiibo Festival e New Leaf: Welcom amiibo) e di Splatoon.
Arms porta invece i nomi di Kenta Sato, Masaaki Ishikawa e Shintaro Jikumaru come director, mentre Kosuke Yabuki ne è stato il producer e nell'ottica di valutare la nuova direzione di Nintendo è un esempio molto importante: per tutti e tre i director, Arms ha rappresentato un ruolo inedito. Considerato che si tratta di una proprietà intellettuale completamente nuova per la casa di sviluppo, ciò è ancora più rilevante. Yabuki è invece legato principalmente a Mario Kart, di cui è stato director nella settima e nell'ottava iterazione e producer per Mario Kart 8 Deluxe per Switch.
Per quanto riguarda invece The Legend of Zelda, un altro punto fermo del catalogo dell'azienda giapponese, Nintendo da alcuni anni ha trovato una coppia consolidata: Eiji Aonuma come producer e Hidemaro Fujibayashi come director. Il duo è stato alla regia della serie con gli ultimi due capitoli principali, Skyward Sword (di cui Fujibayashi ha scritto anche la storia) e Breath of the Wild, ma l'esperienza di Fujibayashi con Link e Zelda affonda le radici in diversi episodi per console portatili, sempre nel ruolo di director: Oracle of Seasons e Oracle of Ages (Game Boy Color) e Four Swords e The Minish Cap per Game Boy Advance.
Un altro nome ricorrente negli ultimi anni nei titoli di coda di The Legend of Zelda è Hiromasa Shikata, director di Tri Force Heroes e, prima, di A Link Between Worlds. La serie è nelle salde mani di Aonuma ormai dal 1998, quando fu director di Ocarina of Time per Nintendo 64. Negli anni si è però spostato al ruolo di producer a partire dallo spin-off Link's Crossbow Training per Wii nel 2007. Aonuma ha undici anni meno di Miyamoto e, considerato che ancora è fortemente coinvolto nello sviluppo di The Legend of Zelda, possiamo prevedere che resterà come producer per almeno un altro paio di iterazioni principali.
Tutti questi game designer stanno lavorando bene, ma pur sempre sulla strada che qualcun altro, che sia Miyamoto o Aonuma, ha tracciato prima di loro dentro Nintendo. La vera sfida sarà quella di saper creare, nel corso dei prossimi lustri, nuovi personaggi e nuove proprietà intellettuali che sappiano dimostrare che Nintendo, anche senza lo smalto e la "magia" di Miyamoto, riesce a creare esaltanti e immaginifiche esperienze da gioco. Splatoon e Arms sono due esempi, che hanno raccolto lo spirito colorato e frizzante dell'azienda e sono riuscito a differenziarsi all'interno dei due affollati generi di riferimento (sparatutto in terza persona e picchiaduro tridimensionale).
La grande sfida di Nintendo, in questo senso, non è fra 2 o 3 anni, bensì fra 8 o 10 anni, quando la "nuova generazione" di director e producer dovrà scendere dalle spalle dei giganti del passato e cominciare a innalzare personaggi memorabili che siano completamente propri.