GTX 4090 e GTX 4080, NVIDIA entra nel dettaglio delle nuove GPU
NVIDIA alza ancora l’asticella delle prestazioni.
Abbiamo atteso a lungo l’annuncio ufficiale delle nuove schede grafiche targate NVIDIA e, finalmente, la compagnia statunitense ha tolto il velo sulle due nuove prime della classe: la GTX 4090 e la GTX 4080, quest’ultima in versione 16GB e 12GB. I vari leak circolati nei mesi che hanno preceduto l’annuncio hanno dunque confermato molte delle caratteristiche emerse durante la conferenza, tenuta dalla società leader in campo GPU poco più di una settimana fa.
In sostanza, le nuove schede grafiche appaiono molto prestazionali, tanto da offuscare i risultati ottenuti dalla serie 3000, condannata crisi dei semi-conduttori e da un conseguente problematico posizionamento sul mercato. Ad inasprire ulteriormente la situazione vi è stato inoltre un’impennata dei prezzi tale da tenere lontani la maggior parte degli acquirenti.
Tutti gli appassionati e gli utenti in cerca di una nuova configurazione adesso possono seriamente valutare se investire sulla nuova generazione di GPU ma la domanda di fondo rimane la medesima: ne vale la pena?
Abbiamo potuto scoprire le nuove tecnologie messe in campo per la serie 4000 e i prezzi di listino al lancio, ma tutt’ora è difficile sbilanciarsi: le incognite sull’oscillamento di valore della generazione attuale e il numero di scorte della prossima la faranno da padrone in questo inverno, generando ancora più confusione su quale hardware investire.
Al netto di questo, grazie ad una digital call organizzata da NVIDIA, abbiamo potuto approfondire tutte le novità di cui vi parleremo in questo articolo, così da fare chiarezza sulle principali innovazioni tecnologiche ideate da NVIDIA.
Partiamo dalla nuova architettura Ada Lovelace, arrivata alla terza generazione, che velocizza ulteriormente il processo di renderizzazione del ray-tracing fino a due volte rispetto alla gen attuale. Questo si tramuta in una fedeltà maggiore della resa della luce in-game, portandola ancora più vicino alla realtà. Per rendere tutto ciò fattibile, NVIDIA ha “istruito” gli RT Core a smaltire il carico di lavoro sugli shader, bypassando e scartando dinamicamente i carichi di lavoro inefficienti. Sempre in termini di velocità, con la serie 4000 ci sarà il pieno supporto alla PCIe Gen 4.0, fornendo 2 volte la larghezza di banda di PCIe Gen 3.0.
Riassumendo il tutto, il colosso statunitense vuole rendere chiaro il concetto che tutti i processi elaborati dalle nuove GPU sono estremamente più veloci, alleggerendo il carico sull’elaborazione e il trasferimento dati per una migliore resa grafica. Tutto ciò risulta piuttosto chiaro quando si accantonano per un attimo i numeri ed i grafici e si osservano le comparazioni fatte con giochi del calibro di Microsoft Flight Simulator e Cyberpunk 2077.
A fare la differenza è il DLSS 3, apparentemente il vero e proprio straordinario boost esclusivo della serie 4000, in grado di accelerare fino a quattro volte le performance. In parole semplice, il Deep Learning Super Sampling, nato in casa NVIDIA e tecnologia esclusiva delle RTX a partire dalla serie 2000, compie un sostanzioso passo avanti. Senza inoltrarci in troppi tecnicismi riguardanti Super Resolution e Reflex disponibili anche per l’attuale e precedente serie, la grande novità è rappresentata dal Frame Generation. Oltre ad essere un’importante novità, quest’ultima al momento è esclusiva della 4090 e delle due 4080, così da rendere ancora più invitante l’acquisto.
Con Frame Generation, infatti, l’IA è adesso in grado di generare un intero frame durante il processo di renderizzazione ad una risoluzione più alta da quella di partenza. In questo livello di elaborazione grafica entra in supporto anche l’Optical Flow, che analizza il frame di partenza, ne genera uno aggiuntivo che anticipa e analizza la scena grazie al machine learning, e lo aggiunge alla scena prima del subentro del successivo frame originale. In sostanza, la generazione di frame da parte dell’IA aumenta la conta di fps a schermo, rendendo incredibilmente fluidi anche i giochi più complessi e con un enorme peso sulla memoria e sul “cuore” delle GPU.
Nella chiamata a cui abbiamo partecipato è stata infatti data molta importanza a come vengono elaborati gli shader sulle 4080 e 4090. Adesso l’IA riesce ad elaborare i frame di intermezzo in modo da ottenere a schermo un frame rate fino al 25% più alto. Nei test mostratici abbiamo assistito al raggiungimento di 300/400 fps su giochi più leggeri come Overwatch 2 e Fortnite, e visto sforare ampiamente i 100 fps su Flight Simulator.
Infine, in questi giorni giungono rassicurazioni sul dispendio di energia e di conseguenza, dell’alimentatore che dovrà gestire le nuove potenze di queste GPU. Quanto affermato dai produttori fa sicuramente tirare un sospiro di sollievo a chi è propenso a fare un cambio limitato alla scheda grafica, in quanto gli alimentatori attuali da 1000watt riescono a domare senza problemi anche la 4090.
Sebbene non esistano attualmente benchmark effettivi, essendo le schede in fase di test (NVIDIA sceglierà il momento adatto per svelarli), siamo sicuri che il gap generazionale sarà piuttosto alto. Tutto ciò non risponde però alla domanda chi ci siamo posti all’inizio dell’articolo su quanto valga la pena fare questo salto.
Partiamo dal più importante valore da prendere in considerazione, ovvero il prezzo. La versione 4090 sarà commercializzata al prezzo 1599$ a partite dal 12 ottobre 2022, mentre la 4080 da 16 GB e la 4080 da 12 GB saranno messe in vendita a novembre con prezzi a partire rispettivamente da 1199$ e 899$. Come preannunciato i prezzi sono lievitati, e ce lo aspettavamo, ma con il calo inevitabile del prezzo della serie 3000 che sta già avvenendo e che si acutizzerà nei prossimi mesi, la situazione può farsi sicuramente interessante.
Seppur vero che le nuove tecnologie sono indubbiamente performati, con i dati attuali le 3000 sembrano difendersi piuttosto bene e con un crollo del valore, portarsi a casa le versioni Ti sembra piuttosto fattibile. Non resta dunque che aspettare i primi confronti diretti ma possiamo già dire che NVDIA, anche stavolta, è riuscita a stupire e ad allungare il passo, confermandosi il più grande punto di riferimento nel proprio campo.