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Okamiden

Un altro piccolo gioiello, ma...

Non c'è bisogno di dire che il pennino della console Nintendo, proprio come un pennello portatile, spazza via tutti quei problemi in una volta sola. Il discorso è valido anche per i combattimenti, nei quali il Celestial Brush viene utilizzato per infliggere dei fendenti letali ai nemici.

Ancora una volta la partenza del gioco è di quelle con il freno a mano tirato. Una lunga sequela di filmati precede l'azione vera e propria, che inizialmente è posta in forma di breve tutorial, utile per assimilare al meglio e in maniera rapida i comandi di gioco.

Una volta ingranata la marcia giusta, però, OkamiDen rimane piacevole e appassionante per tutta la durata dell'avventura.

A tal proposito, uno degli appunti che all'epoca vennero fatti ad Okami era la sua eccessiva lunghezza, dovuta anche a una quantità di dialoghi assolutamente mastodontica. Questo seguito è meno "diluito" e ha un ritmo molto più intenso, ma i dialoghi rappresentano ancora un problema... anche se in un senso completamente diverso.

L'utilizzo dello stylus DS facilita notevolmente le sezioni in cui si utilizza il Celestial Brush.
Gran parte degli enigmi richiamano alla mente i classici action-adventure in stile Zelda.

Purtroppo, infatti, OkamiDen è uscito in Italia senza alcun supporto alla nostra lingua. Se si esclude il libretto incluso nella confezione, tutto il resto è in Inglese e per resto intendo i sottotitoli delle conversazioni, visto che il parlato è il solito, incomprensibile guazzabuglio di suoni.

La scelta di Capcom è quantomeno incomprensibile visto che finora almeno i testi degli altri giochi erano sempre stati tradotti. Ovviamente è possibile completare l'avventura anche se non si conosce l'Inglese, ma a parte alcune oggettive difficoltà in alcuni passaggi del gioco, in questo modo si perde gran parte del fascino della storia. Un peccato mortale.

Esteticamente parlando OkamiDen è una vera e propria gioia per gli occhi. A parte un ovvio decremento del numero di poligoni rispetto all'originale, lo stile è rimasto esattamente lo stesso. Sublime. Ogni piccolo particolare lascia stupiti, dai fiori che nascono ad ogni passo di Chibiterasu agli effetti speciali utilizzati per sottolineare particolari eventi della storia.

Il fatto che l'intero gioco, a partire dai personaggi, sia stato spostato non solo su DS ma anche nel "mondo dei bambini", la dice lunga sull'intenzione da parte di Capcom di attirare un pubblico nettamente più vasto e, ovviamente, remunerativo. Se anche questo secondo capitolo seguirà le orme del primo, penso che la serie potrà dirsi conclusa qui.

Certo è che, almeno per quanto riguarda il pubblico italiano, la casa di Resident Evil e Street Fighter avrebbe potuto darsi da fare un po' di più. Pubblicare il gioco completamente in Inglese è un chiaro messaggio che suona come un tentativo di ricavare il massimo con il minimo sforzo... e questo non può non influenzare (in negativo) il giudizio finale di quello che altrimenti sarebbe stato uno dei giochi DS migliori di sempre.

8 / 10