One Piece Film Red, la recensione
Il film su Shanks tratto dall'opera di Oda approda finalmente nel nostro paese.
I film di One Piece sono creature strane: se da una parte le avventure messe in scena non entrano mai a far parte del canone del manga di Eiichirō Oda, dall'altra forniscono tonnellate di informazioni che vanno ad arricchire direttamente l'immensa “lore” scaturita dalla fantasia dell'autore. Diventano, in buona sostanza, parte integrante dell'enciclopedia dell'opera nel suo insieme senza tuttavia influenzare direttamente il viaggio che i protagonisti compiono sulla carta stampata.
One Piece Film: Red, dal canto suo, è un'entità ancora più strana. Un film che in terra giapponese ha stracciato ogi record, arrivando a guadagnare 8 miliardi di yen in soli dieci giorni, radunando nelle sale del paese più di sei milioni di fan e diventando rapidamente un fenomeno di portata globale, al punto da convincere Anime Factory – etichetta sotto Plaion Picures – a localizzarlo anche in Italia, dove debutterà in prima assoluta nel corso del Lucca Comis and Games per poi esordire al cinema dal primo dicembre.
Il manga non ha certo bisogno di presentazioni: un'opera anch'essa da record, quella di Eiichirō Oda, capace addirittura di vincere il premio Guinnes per la serie a fumetti di un singolo autore più diffusa del pianeta, con oltre 500 milioni di copie attualmente all'attivo. Un risultato, questo, che per intenderci l'ha portato a giocarsela alla pari con i numeri di Harry Potter: è come se una persona su quattordici, in tutto il mondo, ne possedesse almeno una copia stampata.
Tornando a monte, One Piece Film: Red è il quindicesimo film tratto dalle avventure di Monkey D. Rufy, annunciato per la prima volta in concomitanza con il rilascio del millesimo episodio della serie animata; è diretto da Goro Taniguchi, il cui lavoro più noto fino a questo momento risedeva probabilmente nella serie Code Geass e nell'annesso OAV, mentre alla sceneggiatura c'è Tsutomu Kuroiwa (Kingdom).
Accanto al cast di protagonisti più amato del sottobosco anime, vale la pena menzionare la figura di Uta, personaggio che si rivela centrale non solo sul piano della narrativa, ma soprattutto su quello della struttura stessa della pellicola. One Piece Film: Red è infatti una produzione che intreccia l'azione frenetica tipica della serie con una forte presenza della musica, dal momento che questa giovane cantante – interpretata sul palco dalla bravissima (e giovanissima) artista giapponese Ado – diventa un deus ex machina capace di tenere in piedi l'intero mosaico del film.
Si tratta infatti di un'opera che è interamente narrata a tempo di musica, e questa è una costante che avvolge tanto le storiche battaglie a base di Haki e Frutti del Diavolo quanto la malinconica anima narrativa, trasformando One Piece Film: Red in un'interessante sintesi sensoriale che, tuttavia, trova gran parte della sua lunga durata (115 minuti) proprio nell'elemento puramente musicale. Una natura, questa, che potrebbe penalizzare l'esperienza di chiunque sia sì fan di One Piece, ma mal digerisca le tonalità del jpop.
Uta, la cantante più famosa dell'universo di One Piece, tiene un mastodontico concerto al quale decidono di partecipare anche i nostri eroi. La ciurma di Cappello di Paglia, in clima festante, non vede l'ora di assistere alla performance, un evento gioioso che sembra esser riuscito nel difficile interno di radunare sotto la bandiera della pace alcune fra le più terribili forze in gioco del Nuovo Mondo: dalla marina fino ai servizi segreti Sword e CP0, dai pirati di Big Mom fino a Trafalgar Law e compagnia.
Il problema è che la ragazza possiede il temibile Frutto del Diavolo Canto-Canto, che le consente di rinchiudere in un universo illusorio chiunque ascolti anche solo una nota delle sue canzoni, ed è proprio per questa ragione che il Governo Mondiale la sta tenendo d'occhio tramite il suo braccio armato. Un potere, questo, che la giovane vorrebbe utilizzare per creare un mondo perfetto e porre fine alla violentissima Era dei Pirati, epoca che l'ha irrimediabilmente segnata in modo intimo e personale, ma che la rende insofferente ai sogni altrui.
Uta è infatti la figlia di Shanks il Rosso, il più terribile dei vecchi Quattro Imperatori nonché la figura paterna che ha accompagnato il protagonista agli esordi del suo viaggio, nientemeno che la persona che gli affidò il celebre cappello di paglia. E verrà fuori che persino Rufy conosceva l'artista, che da bambina trascorreva numerose serate in quel villaggio di Foosha che ha fatto da teatro alla spensierata infanzia dell'aspirante Re dei Pirati.
Insomma, ci sono tutti gli ingredienti necessari per una bella ricetta esplosiva e le bombe, infatti, non tarderanno ad arrivare. One Piece Film: Red si configura come il classico feature film, mettendo in scena una mini-avventura auto conclusiva che in questo caso è traghettata fino ai titoli di coda proprio dalla musica, volenterosa di snodarsi fra sette eccellenti brani originali di Ado. Tra costanti tuffi nel passato e buoni intermezzi d'azione, l'opera fornisce un grande contributo alla futura caratterizzazione dei personaggi in vista della saga conclusiva del manga.
Questo elemento, che potrebbe sembrare irrilevante nell'economia di una produzione stand-alone, assume un'importanza fondamentale in un sottobosco come quello di One Piece, nel quale milioni di appassionati discutono ogni giorno del “power-level” dei personaggi, partorendo teorie e lasciando spazio a tonnellate di speculazioni che affollano ogni genere di social network. Persone che, sullo sfondo di One Piece Film: Red, troveranno pane per i propri denti.
Quando a prendersi il palco è invece l'esperienza cinematografica, One Piece Film: Red vive di alti e bassi, mescolando un design più che mai ispirato – sono ad esempio spettacolari alcune delle outfit disegnate per l'occasione – a fasi sottotono, specialmente per quanto riguarda l'animazione nelle fasi centrali, dal momento che questa si trattiene oltremisura per esplodere solamente nel finale pirotecnico. Il tal senso ha giocato un ruolo determinante la recente corrente della serie animata, che a seguito del millesimo episodio ha abituato il pubblico a un comparto animato di grande caratura, non dissimile da quello che solitamente s'incontrava solo in questo genere di incursioni.
La ritmica della narrativa vive però di pericolose interazioni con le fasi musicali, elementi che - come già sottolineato - inframezzano l'interezza del racconto e dell'azione, facendo lievitare, e di parecchio, la durata complessiva dell'opera nonché l'estensione di determinate sequenze. A conti fatti si tratta di un'esperienza legata a doppio filo con la musica, secondo un'anima che gli autori non hanno mai tentato di celare fin dalla prima timida presentazione del personaggio di Uta.
Personaggio che, sullo sfondo della vicenda, diventa un pretesto per esplorare a fondo la figura di Shanks il Rosso, scavando nel suo passato quanto nel suo ipotetico futuro, tratteggiando un identikit emotivo che per gli appassionati equivarrà a un diamante grezzo. E questo è quanto di più brillante si possa estrarre dalla miniera creativa dell'opera, che calca la mano sul dualismo tra mentore e protagonista al fine di srotolare un intreccio leggero e al tempo stesso malinconico, per poi mettere il tutto sul pentagramma.
In sostanza, One Piece Film: Red è un feature film dalla doppia anima: la prima è pensata per soddisfare la fame di conoscenza che vive intrinseca nella natura dell'appassionato di One Piece, mentre la seconda sarà in grado di dividere gli appassionati tra coloro che adoreranno le interpretazioni canore della Ado e tutti quelli che potrebbero mal digerire l'anima musical che permea ogni istante di quest'avventura.
Ciò detto, sarà molto interessante valutare l'impatto di un'opera cinematografica che si è dimostrata sì capace di esplodere in Giappone, ma che ha ancora tutto da dimostrare fuori dai confini che hanno dato i natali a Eiichirō Oda. Quanto è diventato effettivamente grande One Piece? Lo scopriremo il prossimo 1 dicembre, quando sarà finalmente disponibile nei cinema la versione doppiata in italiano.