Operation Flashpoint: Red River
Piccoli passi verso la semplificazione.
Nonostante tutto, infatti, Operation Flashpoint: Red River promette di mantenere ancora il proprio spirito da simulatore bellico, tanto che anche in questo nuovo episodio un singolo colpo ben piazzato può bastare per mandare al creatore il personaggio controllato dal giocatore.
Quando non si riceve una pallottola in testa trovandosi immediatamente di fronte all'inevitabile schermata di Game Over, comunque, le ferite subite possono essere curate sfruttando il kit medico che, in questa occasione (o almeno nel codice preview da noi testato) sembra che possa essere usato un numero illimitato di volte.
L'operazione di cura richiede diversi secondi durante i quali si rimane completamente in balia del fuoco nemico, quindi è sempre necessario trovare il luogo adatto dove ripararsi e affidarsi al fuoco di copertura dei propri compagni di squadra.
La speranza è che la scelta del medikit illimitato venga resa un'opzione disattivabile. Ora come ora, infatti, si tratta di una caratteristica presente anche al livello simulativo più elevato, a discapito dell'immersione totale che i giocatori più esigenti possono cercare in un titolo di questo genere.
Per il resto ci siamo trovati di fronte a un gioco molto simile al precedente, reso fortunatamente più solido sotto diversi punti di vista.
Il primo è quello dell'IA, che pur necessitando un esame più approfondito da parte nostra (per il quale vi rimandiamo all'imminente recensione) sembrerebbe offrire spunti decisamente migliori rispetto a Dragon Rising.
A seconda della zona in cui i soldati nemici vengono sorpresi dal fuoco del giocatore, infatti, è ora possibile vederli gettarsi a terra per ridurre la superficie vulnerabile oppure, in prossimità di coperture utili, scattare il più velocemente possibile per guadagnare una posizione difensiva adeguata.
Durante le nostre prove, sia nel corso della Campagna che nelle missioni multiplayer, siamo stati più volte sorpresi da gruppi di soldati nemici che avevano aggirato la nostra linea di tiro, cogliendoci alle spalle e causandoci non pochi problemi.
Fino a questo momento, in ogni caso, le caratteristiche che ci hanno convinto di più sono state quelle legate alla gestione del multiplayer.
Le operazioni speciali sono state, a suo tempo, il nostro elemento preferito di Modern Warfare 2 e il fatto che Codemasters abbia inserito in Operation Flashpoint una caratteristica molto simile (estesa però a ben quattro giocatori) non può che farci piacere.
Allo stesso tempo siamo stati felici di scoprire che il team di sviluppo ha implementato il "drop in" e il "drop out" libero durante la campagna, dettaglio che permette ai propri amici di unirsi al gruppo o di abbandonare la partita in qualsiasi momento.
L'assenza del multiplayer competitivo, tuttavia, potrebbe rivelarsi un problema non da poco. Di sicuro è più difficile creare una modalità competitiva a squadre capace di esaltare la collaborazione dei membri di ogni team (difficile ma non impossibile, come dimostra l'ottimo Battlefield: Bad Company 2), ma questo non giustifica l'assenza di una modalità tanto importante in un gioco di questo tipo.
Per un giudizio finale sul gioco non vi resta che attendere ancora poco tempo per una recensione approfondita sotto ogni punto di vista!