Oppo Reno 5G e il futuro di internet in mobilità - articolo
Arriva da Oppo uno smartphone 5G. L'occasione giusta per scoprire le meraviglie del nuovo standard
Vi ricordate i tempi in cui i produttori cinesi di smartphone rappresentavano una grottesca scelta per chi aveva tempo, voglia e capacità di smanettare sul software pur di renderli compatibili con il nostro tipo di utilizzo? Dispositivi che arrivavano dopo mesi dalla Cina, senza garanzie valide o supporto in caso di guasti. Tempi ormai lontani. Nello scenario attuale i brand asiatici hanno consolidato la loro presenza in occidente, stabilendo filiali anche in Italia, grazie a massicci investimenti sulla comunicazione, il supporto e la distribuzione, così come nella ricerca e sviluppo. Oppo è stata un esempio di innovazione, sia nel design dei prodotti con il Find X e la sua telecamera a scomparsa, sia oggi, con il Reno 5G, uno dei primi dispositivi compatibili con il nuovo standard di comunicazione e scambio dati ad arrivare nel nostro paese.
Siamo stati alla presentazione ufficiale a Roma, a cui erano presenti due partner di spicco, TIM e Qualcomm, a simboleggiare le caratteristiche principali del Reno 5G, ovvero l'hardware all'avanguardia e la predisposizione a tutte le nuove possibilità che il 5G porterà in dote. L'appuntamento è stato infatti interessante non solo per vedere in azione lo smartphone, ma anche per capire cosa cambierà quando la tecnologia sarà sufficientemente diffusa.
Prima di analizzare ciò che ci aspetta nel futuro di Internet senza fili, vediamo le caratteristiche del top di gamma di Oppo. Lo avevamo già visto in azione nella versione standard e in quella Zoom 10x circa un mese fa, e le specifiche già ottime sono rimaste praticamente invariate rispetto a quest'ultimo. Le possiamo vedere elencate nel box riassuntivo qui di lato. SIDEBOX
Una lista che convince sotto ogni punto di vista parlando sia di pure prestazioni in tutti gli ambiti di utilizzo, sia del reparto multimediale, con ottimi scatti anche zoomati e un display che regala soddisfazioni. Unico cruccio potrebbe essere il peso, che supera i due etti, non proprio una piuma. Tuttavia la grande quantità di memoria disponibile, ben 256GB pronti per archiviare le ottime immagini prodotte da foto e video ad alta risoluzione, dovrebbe fare da contraltare per molti. Come scopriremo a breve, questa sarà utile anche per ospitare i giochi mobile di futura generazione, già oggi di dimensioni superiori al gigabyte, dato che con le nuove barriere abbattute dal 5G si espanderanno con l'arrivo di feature ben più avanzate, soprattutto sul multiplayer.
A seguito della presentazione lo abbiamo testato per qualche decina di minuti nelle apposite postazioni. Come ci aspettavamo, stando alle specifiche, ColorOS 6 gira fluido navigando tra le app e non ha problemi nel gestire in tempi molto rapidi i contenuti multimediali e nella stabilizzazione delle ottiche. Davvero impressionanti sia in quelle standard che nelle grandangolari e nello zoom ottico, che a 10x risulta utilizzabile anche in movimento, senza sfocature di sorta. L'assenza di "notch", gocce, buchi o simili fa sempre il suo spettacolare effetto "a pieno schermo", la fotocamera frontale, come già era sull'Oppo Find X, è collocata in un'appendice nella parte superiore del telefono che spunta fuori quando la selezionate. Il design a spicchio di questa ci è sembrato sufficientemente sobrio da non rendere l'estetica giocattolosa, e anzi pare essere robusta e resistente nel tempo. Fateci sapere nei commenti se questo tipo di soluzione vi piace o preferite evitare un sistema meccanico a scomparsa.
Il prezzo di cartellino arriva agli 899,00€, interessante per uno smartphone 5G rispetto ai concorrenti sul mercato, il Samsung S10 5G e lo Xiaomi Mi MIX 3. Ci siamo chiesti anche noi se un aggiornamento rispetto al Reno 10x Zoom per aggiungere il "solo" 5G sia giustificato e interessante per un futuro acquisto, e la risposta la troviamo analizzando quello che effettivamente sarà il valore aggiunto una volta che le nuove reti saranno disponibili.
L'impatto sarà ben più importante di un semplice aumento della velocità di trasferimento dati, come si potrebbe pensare superficialmente. Il nuovo standard basa le sue fondamenta sulla risoluzione di problemi che tutti abbiamo riscontrato con il 4G, soprattutto con l'altissimo tasso di crescita di dispositivi connessi alla rete contemporaneamente e la necessità di maggiore banda per ciascuno. Proviamo a far caso a quanti dispositivi utilizziamo ogni giorno per lavorare, studiare, monitorare le nostre attività e gestire la vita quotidiana: il conteggio si è praticamente triplicato rispetto a qualche anno fa. Le sfide da superare sono quindi tante e complesse: servire una grande quantità di clienti, garantire a tutti una banda sufficiente ad attività sempre più complesse ed esose, gestire la concorrenza quando la concentrazione in una area aumenta e ovviamente spingere più lontano gli orizzonti di Internet in mobilità.
Per esprimere tutto questo in numeri, senza eccedere nei tecnicismi, possiamo tradurre questo incremento di prestazioni in un rapporto 10:1 o più se comparato al 4G. Sappiate che la velocità di trasferimento dati teorica arriva ai 20Gbit per secondo, rispetto agli attuali 1~2Gbit di picco, così come la latenza nella risposta scende dalla media dei 10~40 millisecondi a 1~4 millisecondi. I nuovi protocolli per la gestione della concorrenza riusciranno a servire centinaia di migliaia di device contemporaneamente per antenna, facendoci dimenticare interferenze, cali di prestazioni e assenza di rete in situazioni congestionate. Tradotto in termini pratici, questo sbloccherà gli sviluppatori verso un internet ben più complesso e articolato rispetto ad oggi, i quali potranno attingere anche alla Realtà Virtuale per poter creare videoconferenze in 3D, tour guidati in ogni parte del mondo indossando semplicemente il visore, dare modo ad un paziente di essere visitato a distanza da un medico specializzato. Questi sono solo alcuni esempi della realtà che oggi sembra fantascienza ma che tra non molto tempo saranno pratiche comuni.
Qui siamo però su Eurogamer.it e vi chiederete cosa c'entra la passione per i videogiochi con tutto questo. In realtà il gaming è stato anch'esso uno dei temi principali dell'evento, visto che l'utilizzo via streaming di Stadia e ProjectXcloud (ed altri concorrenti) si fanno sempre più vicini, e propongono di avere un'esperienza mobile comparabile se non pari a quella casalinga. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, è obbligatorio abbattere il muro della latenza eccessiva, quella che crea il pericoloso ritardo tra il momento in cui premete un tasto e quando l'azione viene effettivamente eseguita. In futuro, e neanche tra troppo tempo, i giochi non verranno più renderizzati da console, cellulari o hardware simile, ma da server collocati molto lontani da noi, da cui riceveremo solamente l'output finale, cioè il flusso video. La minima attesa tra comando e azione renderebbe quasi inutilizzabile questo processo, ed è qui che il 5G, come spiegato, potrebbe rappresentare la chiave di volta con la grande quantità di dati trasferibili e la bassa latenza.
Ma vi sento già mugugnare con le solite, e giustissime, preoccupazioni. "Siamo in Italia, abbiamo velocità di connessione ridicola e alti costi", oppure "ci vorranno secoli prima che arrivi anche qui". Sorprendentemente oggi possiamo invece dire di essere già a buon punto sulla copertura nazionale, e i costi non sembrano neanche eccessivi. L'aggiornamento delle infrastrutture è iniziato già tre anni fa, con speciali inaugurazioni avvenute nel 2018, mentre ad oggi la copertura nazionale vede le città più grandi come Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, Genova, Bari e anche Matera già predisposte all'utilizzo, con i lavori procedono celermente per arrivare nel 2020 ad una vasta percentuale di territorio abilitato. Le nuove connessioni abbatteranno anche il muro del digital divide riuscendo a raggiungere con la rete telefonica le zone più remote dove i cavi ancora non arrivano: il segnale 5G che giungerà alle abitazioni verrà poi diffuso tramite un router di nuova generazione come segnale WiFi, finalmente con velocità sufficientemente elevate ad un utilizzo senza problemi.
Inoltre, TIM propone da subito degli speciali abbonamenti dedicati al 5G includendo anche gli smartphone a prezzi decisamente umani: chiunque voglia fare il primo passo nel futuro ha a disposizione tre offerte da 19,99€, 29,99€ e 49,99€ al mese a seconda del piano tariffario e delle funzioni incluse, e con TIMGames si può già giocare in streaming a titoli, anche tripla A come MotoGP19, Batman Arkham City, Shadow of Tomb Raider e altri direttamente su cellulare o su TIMBox.
Questo apre ad uno spunto di riflessione molto importante, per cui potremmo tentare di speculare sulle nuove tecnologie e capire come si evolverà il mercato dei videogiochi, che già ha subito uno scossone con l'ingresso di Google. Tramite lo streaming infatti, saremo sempre più indipendenti dalle console e i PC casalinghi, e sempre più abilitati nel giocare dovunque siamo e con qualunque dispositivo a portata di mano. Basterà uno schermo e la periferica giusta, e a volte neanche quella. In territori lontani ma dai mercati enormi come la Cina e la Sud Corea, molto del gaming anche competitivo passa già per lo smartphone, ad esempio. Basterà quindi scegliere l'abbonamento che più ci piace, in modo similare a quanto già facciamo con i contenuti video, che sia Netflix, Amazon Video o altri. Senza divagare troppo sull'argomento, a cui magari dedicheremo un articolo a parte, possiamo dirci in ogni caso entusiasmati dallo scenario di grande interazione e versatilità verso cui il 5G ci sta portando.