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Outlast: Whistleblower - review

C'era una volta, un manicomio di nome Mount Massive…

Strano a dirsi ma erano circa una decina di giorni che non toccavo un videogioco. Vuoi per il periodo un po' avaro di uscite interessanti, il poco tempo e l'ennesimo game over a Final Fantasy X dopo essermi dimenticato di salvare, mi sono stranamente ritrovato a stare lontano da tutte le console nel mio appartamento. In verità ero completamente assorbito da 2048, quel malefico giochino per dispositivi mobile che in men che non si dica è diventato la mia nuova droga ludica, ma questo è un altro paio di maniche.

Ecco però che mi arriva da recensire questo Whistleblower, espansione dell'ottimo survival horror in prima persona Outlast uscito su PC e PlayStation 4, e mi ritrovo nuovamente immerso in quel mondo di poligoni e pixel che tutti noi amiamo alla follia. Nel bene o nel male.

Whistleblower narra le vicende di Waylon Park, programmatore plurilaureato che lavora per la Murkoff Corporation, l'azienda che ha dato il via all'inferno del manicomio di Mount Massive nel gioco originale. Senza rovinare la trama a coloro che ancora non hanno preso parte alla storia del signor Park, il povero protagonista si troverà costretto a scappare dalla labirintica struttura dopo essere stato scoperto a inviare una mail su ciò che sta accadendo al reporter Miles Upshur (l'investigatore che abbiamo controllato in Outlast).

Quest'individuo vi darà la caccia durante la prima parte della storia, ma non sarà l'unico a voler far della nostra carne uno spezzatino.

Se come il sottoscritto avete amato la trama del capitolo originale, l'intreccio narrativo che piano piano di staglia sotto gli occhi del programmatore non vi deluderà e anzi la serie di particolari e i retroscena che verranno a galla raccogliendo i fascicoli disseminati per le stanze di Mount Massive sono tutto fuorché scontati e banali. Si comincia dai laboratori sotterranei della Murkoff per poi percorrere ed esplorare sezioni sia inedite che familiari del ricovero, fino a raggiungere cronologicamente gli eventi accaduti a Miles e scoprire un paio di colpi di scena davvero interessanti.

"Come prevedibile i controlli non hanno subito modifiche sostanziali se non per quanto concerne la corsa"

Come prevedibile i controlli non hanno subito modifiche sostanziali se non per quanto concerne la corsa, dapprima fruibile pigiando la levetta analogica e ora attivabile semplicemente premendo L1, scelta più che azzeccata visto che alla fine ci si trova a scappare per buona parte del gioco. In Whistleblower ritroviamo anche la tanto amata telecamera, unica nostra alleata per tutta la durata dell'avventura, che anche in questo caso necessita di essere alimentata a pile per poter attivare la modalità notturna ed aiutarci a muoverci tra i tetri corridoi del penitenziario.

Parlando della telecamera, sarà una mia impressione ma sembra che la durata delle batterie sia leggermente inferiore rispetto all'apparecchio utilizzato da Miles. Fortuna che trovarne di nuove non è poi così difficile. Osservare attentamente le scrivanie o il pavimento, specie mentre ci si trova in vicoli ciechi, può essere il momento perfetto per scorgere i piccoli oggetti che brillano e che fanno tirare ben più di un sospiro di sollievo.

Come nell'avventura originale, anche in Whistleblower incontreremo degli strani tizi che dispensano utili consigli. O quasi.

Se pensate però che gli inseguimenti da parte delle creature che popolano Mount Massive siano sparite del tutto, vi sbagliate alla grande. Così come accade in Outlast, Waylon dovrà evitare qualsiasi tipo di contatto con i "cattivoni" che non vedono l'ora di mandarci all'altro mondo, fuggendo e schivando gli abomini di alcuni esperimenti non andati a buon fine.

"Gli sviluppatori di Red Barrels hanno inserito molte più zone opprimenti, corpi dilaniati e strumenti di tortura"

Fa piacere notare come gli sviluppatori di Red Barrels si siano impegnati per inserire molte più zone opprimenti, corpi dilaniati nel peggiori dei modi e strumenti di tortura che non vorremmo usare nemmeno contro i nostri più acerrimi nemici. Anche alcuni dialoghi sono più coloriti del solito grazie all'impennata di parolacce e termini non proprio da videogame, così come le scene di nudo integrale presenti nella seconda metà del gioco.

Passando al comparto grafico, Whistleblower si muove con un Unreal Engine in splendida forma: risoluzione a 1080p per 60 fotogrammi al secondo, rallentamenti pari allo zero e ottimi effetti luce sono all'ordine del giorno e fanno dimenticare gli sporadici problemi di tearing che si avvertono ogni tanto mentre ci si gira su se stessi.

L'audio e gli effetti sonori sono di prim'ordine, e il mio consiglio non può che essere di giocare Whistleblower con un buon paio di cuffie (magari a luce spenta), per immergersi ancora di più nella splendida atmosfera messa in piedi da Red Barrels. Il respiro affannato di Waylon, i passi di una persona, una trave di legno calpestata, i sussurri e rumori in sottofondo sono la ciliegina sulla torta di una produzione che si riconferma eccelsa sotto molti punti di vista. Il doppiaggio, infine, è presente nella sola lingua inglese, mentre i sottotitoli sono disponibili anche in Italiano.

Outlast: Whistleblower si mostra in video.

A conti fatti questo DLC per Outlast vale ogni singolo centesimo del suo prezzo (€8.99) e tiene occupati per circa 2 ore e mezzo se si vuole arrivare dritti alla meta senza cercare i documenti nascosti ed annotare tutte le riprese nel taccuino di Waylon. In questo caso la longevità supera abbondantemente le 3 ore, peccato che di motivi per rigiocarlo non ce ne siano poi molti se non quello di riaffrontare la storia ad una difficoltà più elevata (ce ne sono ben 4 tra cui scegliere!).

Insomma, se vi è piaciuto l'originale non ci sono motivi per cui non dobbiate acquistare Whistleblower, un'espansione come poche se ne vedono in giro di questi tempi, che sa regalare momenti di angoscia e oppressione insieme a una realizzazione tecnica di alto livello. Se siete amanti delle avventure horror oppure cercate un'alternativa ai soliti sparatutto in prima persona, questo è il gioco che fa per voi.

8 / 10
Avatar di Manuel Stanislao
Manuel Stanislao: Manuel muove i primi passi nel mondo videoludico all’età di 8 anni, dopo essere rimasto stregato dal NES del vicino di casa. Nel 2010 entra a far parte di JAVS, per poi approdare ad Eurogamer nel tardo 2011 grazie a un'ignota congiunzione astrale.

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In this article

Outlast

PS4, Xbox One, PC, Nintendo Switch

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