Outriders - prova
Nuovo universo, nuove regole, ma lo stesso stile di sempre.
Il matrimonio che lega People Can Fly al genere degli sparatutto sembra inossidabile. È una passione che brucia ardentemente nei sobborghi di Varsavia da circa un ventennio, e che ha prodotto nel corso degli anni alcuni shooter di pregevole fattura, tutti accomunati dallo stesso stile distintivo, una sanguinaria sregolatezza come intrinseca "raison d'être".
A partire da Painkiller per poi dilagare in Bulletstorm e in Gears of War: Judgment, il marchio di fabbrica dello studio polacco è diventato estremamente chiaro e riconoscibile, e proprio per questo non vedevamo l'ora di scoprire quale sarebbe stato il prossimo progetto del team di sviluppo dopo la separazione con Epic Games, con cui la compagnia ha sciolto qualsiasi legame nel 2016.
Riacquistando la propria indipendenza, People Can Fly si era accertata di portare con sé tutti i diritti relativi a Bulletstorm, perciò era più che plausibile che lo studio volesse concentrarsi sull'espansione di quella che è forse la sua proprietà intellettuale più celebre. Col passare dei mesi l'azienda si è progressivamente ingrandita, inaugurando diverse nuove sedi in giro per il mondo e arrivando a contare nel 2019 la bellezza di 200 impiegati, un chiaro indizio che qualcosa di grosso era nell'aria e in dirittura d'arrivo.
In barba alle previsioni che vedevano probabile lo sviluppo di un seguito per uno dei franchise storici dello studio, durante lo show messo in scena da Square Enix nell'ambito dello scorso E3 abbiamo assistito al reveal mondiale di una IP del tutto inedita, Outriders, uno sparatutto cooperativo drop-in/drop-out fino a tre giocatori che si è presentato con un enigmatico trailer, e di cui per mesi si è saputo davvero pochissimo.
Ansiosi di liberarci della curiosità che ci aveva lacerato per tutta la fine dello scorso anno, abbiamo accettato l'invito del publisher e raggiunto la capitale polacca per dare un primissimo sguardo al gioco, che vi anticipiamo essere il progetto in assoluto più ambizioso mai realizzato da People Can Fly.
Non avendo a disposizione molte informazioni sul nuovo titolo in sviluppo, Outriders si è presentato all'appuntamento con le fattezze di una curiosa scatola di Schrödinger, in grado di contenere tutto e il contrario di tutto. L'esperienza avrebbe potuto vertere su di un approccio spiccatamente arcade, oppure su quello di una classica (e ormai banale) campagna cooperativa dal taglio lineare, senza offrirenuovi spunti in relazione alla situazione attuale del mercato degli sparatutto.
Ma cercando in tutti i modi di evolversi per offrire qualcosa di concretamente moderno al proprio pubblico, People Can Fly ha dimostrato di voler osare confezionando uno sparatutto in terza persona totalmente incentrato sulla componente narrativa e con profondi elementi GDR, che lo avvicinano molto al concept di un looter shooter à la Destiny e à la Borderlands.
Proprio come i suoi illustri colleghi, Outriders gode di un setting sci-fi che, almeno nei fondamenti, non ci è parso incredibilmente originale, anche se per come evolverà la storia gli sviluppatori hanno tutte le possibilità di caratterizzare a dovere l'universo in cui si ambienta il loro nuovo titolo. Nel 2159 la Terra è ormai perduta a causa di guerre e riscaldamento globale, quindi l'umanità si trova costretta ad affidare la propria sopravvivenza a due gigantesche arche che trasportano gli ultimi rappresentanti della specie sul lontanissimo pianeta Enoch, attraverso un viaggio in criostasi della durata di 80 anni.
All'arrivo, i coloni scoprono che solo una delle navi spaziali è arrivata a destinazione e mentre indagano sull'origine di un misterioso segnale, vengono sopraffatti da un'enorme tempesta che sembra avere effetti drammatici sugli esseri viventi che ne rimangono coinvolti.
L'Anomalia, questo il nome che l'umanità dà al fenomeno, uccide gran parte dei primi colonizzatori mentre chi sopravvive viene irrimediabilmente trasformato, acquisendo capacità sovrannaturali come il controllo del fuoco, del tempo e della gravità. Rifugiatosi in una cella criogenica per scampare alla tempesta, il protagonista si sveglierà trent'anni dopo e dovrà affrontare tutti i terribili cambiamenti vissuti dal pianeta, tra pericolosi mostri alterati dall'Anomalia e fazioni umane impegnate in una violentissima guerra civile.
La campagna segue da vicino la ricerca del segnale da parte del nostro Outrider che, determinato a rendere Enoch finalmente abitabile, si allontanerà progressivamente dalla civiltà avendo come punto di riferimento un veicolo corazzato che fungerà dopo qualche ora da unico hub di gioco.
L'espediente narrativo dell'Anomalia è direttamente collegato alla presenza di quattro distinte classi per il personaggio, ciascuna con caratteristiche e abilità specifiche, che permettono al giocatore di sfruttare in battaglia otto diversi poteri che hanno un massiccio impatto sul gameplay di Outriders. All'interno della demo erano incluse tre di queste classi: il Trickster, una sorta di assassino che può rallentare il tempo e teletrasportarsi alle spalle dei nemici; il Pyromancer, un'ottima scelta per il DPS grazie alle sue letali abilità di fuoco; e infine il Devastator, il tank del gruppo, specializzato nel combattimento a corto raggio.
I poteri delle classi, che possono essere sbloccati livellando progressivamente il personaggio, donano una consistente profondità agli scontri a fuoco che tuttavia rimangono spettacolari e incredibilmente godibili anche senza l'uso delle abilità. Se sulla carta parliamo di un semplice sparatutto a coperture in terza persona, nel concreto il gunplay è magnetico e divertente, esaltato dalla tangibile potenza delle armi e dal loro effetto distruttivo sui corpi dei nemici, che in pieno stile People Can Fly spesso esplodono per mezzo di quegli spettacolari smembramenti che sono ormai un'indelebile firma estetica dello studio polacco.
Avendo grandissima esperienza sul fronte delle sparatorie non ci aspettavamo davvero niente di meno da Outriders, e per lo stesso motivo siamo rimasti invece veramente sorpresi di come funzionino bene i poteri all'interno dell'impianto di gioco.
Le abilità non sono un semplice contorno ai proiettili ma piuttosto degli strumenti strategici da utilizzare nel momento giusto per ribaltare le sorti di un combattimento. Nelle fasi iniziali della prova ciò è stato meno evidente, ma andando avanti coi livelli ci siamo accorti di come ogni classe abbia un chiaro ruolo all'interno della squadra che, se ignorato, può determinare una sonora sconfitta persino a difficoltà più basse.
Questo aspetto è risaltato affrontando il boss che concludeva la demo, capace di evocare uno scudo di detriti e di recuperare tutta la vita entro qualche secondo. Con un po' di pratica, abbiamo capito di dover utilizzare una precisa abilità del Devastator per abbattere lo scudo, impedendo così al boss di recuperare tutti gli HP persi fino a quel momento.
Ci è stato confermato che nel corso dell'avventura assisteremo a boss fight con meccaniche simili, e sarà curioso scoprire cosa riusciranno a inventarsi gli sviluppatori per quel che riguarda la quarta classe di Outriders, sulla quale al momento vige il più completo riserbo. Anche i poteri di più alto livello di Pyromancer, Trickster e Devastator sono stati inaccessibili durante la demo, e ne consegue che il gameplay e gli equilibri di gioco potranno cambiare notevolmente nelle fasi avanzate della campagna.
Questo avverrà anche perché a partire dal livello 5 il protagonista avrà accesso ai rami di un intricato albero delle abilità, che sembra avere un impatto consistente sulle performance dei personaggi. L'albero è suddiviso in tre principali branche che vanno a migliorare l'eroe nei campi del danno inflitto, della resistenza fisica e dell'efficacia dei poteri, dunque avremo a disposizione un ulteriore elemento per personalizzare ulteriormente l'esperienza offerta da Outriders.
Il loot, uno degli aspetti principali della componente RPG del titolo, segue la stessa scala cromatica di rarità già presente in altri sparatutto della categoria, dal momento che come ci ha spiegato lo stesso game director Bartosz Kmita in una breve intervista, lo studio non vuole andare a ritoccare troppo un sistema che ha già dato prova di funzionare a dovere.
L'eroe ha a disposizione tre slot per le armi (due principali e una pistola) e cinque per l'equipaggiamento, in un'interfaccia che ricorda molto da vicino quella presente in un altro looter shooter fantascientifico, Destiny.
Per migliorare progressivamente le statistiche del personaggio, People Can Fly ha pensato all'introduzione dei World Tier, 15 diversi livelli di difficoltà che si sbloccano aumentando di grado il protagonista, e che rendono via via più coriacei e letali i nemici in cambio di equipaggiamenti sempre più preziosi. Gli oggetti possono inoltre essere acquistati dagli immancabili negozianti che popolano gli avamposti di Enoch, quindi non dovremo necessariamente affidarci alla fortuna per ottenere l'arma dei nostri sogni.
Nei brevi trailer mostrati durante il briefing, abbiamo potuto avere un assaggio dell'affascinante design dei fucili di alto livello, e ci è stato suggerito che le bocche di fuoco potranno essere personalizzate attraverso un editor che però è rimasto escluso dalla build provata a Varsavia, che permetterà di modificare i perk delle armi e di crearne di nuove grazie a un complesso processo di crafting. Sarà interessante scoprire di quale profondità godranno questi sistemi, che potrebbero arricchire ancor di più le meccaniche RPG del gioco.
Se tutte queste premesse non vi avessero ancora convinto dell'incredibile ambizione che People Can Fly ha riversato in questo progetto, potrete averne un chiaro indizio dando uno sguardo al comparto tecnico di Outriders, semplicemente sbalorditivo se consideriamo che al timone troviamo uno studio polacco di medie dimensioni e non una major multimilionaria.
L'impatto visivo è quello di uno shooter tripla A a tutti gli effetti, che offre una qualità di texture e modelli all'avanguardia nonostante gli effetti a schermo siano davvero tantissimi tra esplosioni, fiamme e smembramenti. Non a caso il team ha apertamente ammesso di stare lavorando a un'esperienza prettamente next-gen, che possa sfruttare le potenzialità di PS5 e Xbox Series X fin dal lancio.
La build che abbiamo esplorato a Varsavia non è stata delle più longeve e ci ha permesso di mettere alla prova una ristretta porzione di Outriders, ma le sensazioni sono generalmente positive principalmente grazie a un gameplay solidissimo, che ci ha spinti a ricominciare più e più volte la demo dopo averla conclusa.
Il feeling dato dai combattimenti è particolarmente piacevole grazie al connubio tra l'accesa letalità delle armi da fuoco e l'elevata efficacia delle abilità offensive in dotazione al protagonista, un intreccio di elementi consolidato dagli elementi RPG che donano un'accezione strategica al bagno di sangue messo in scena da People Can Fly.
Se non abbiamo alcun dubbio sul valore del gameplay, è tutto ciò che lo circonda che dovrà affrontare la prova più ardua, quella già fallita in passato da titoli come Mass Effect: Andromeda e Anthem, sparatutto in terza persona che, curiosamente, presentavano un setting che ha più di qualche analogia con quello di Outriders.
Trattandosi di un looter shooter a tutti gli effetti supportato dai World Tier, possiamo immaginare che gran parte della fortuna del titolo dipenderà dal suo endgame, sul quale però Bartosz Kmita non ha voluto sbilanciarsi al momento.
Le premesse per l'ennesimo, ottimo shooter di People Can Fly ci sono tutte ma le variabili sono davvero tantissime e lo studio ha di fronte a sé una vera e propria impresa. Il coraggio di lanciare una nuova IP nel 2020 va tuttavia premiato a prescindere con una buona dose di fiducia nelle capacità del team di sviluppo, che non ha mai mancato di sorprenderci col suo talento in quasi vent'anni di onorata carriera.