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Outward - recensione

Survival ed open world secondo Deep Silver.

Outward è il nuovo rpg open world sviluppato da Nine Dots Studio e prodotto da Deep Silver, e questa è la nostra recensione completa.

Tra progetti più e meno riusciti, l'esperienza e la presenza di Deep Silver nel panorama videoludico degli ultimi anni sono conclamate. Lo ammettiamo, ci siamo avvicinati con molta curiosità ad Outward, open world rpg con marcati elementi da survival game che nasconde dietro la sua superficialità estetica una profondità a tratti sorprendente. Il titolo, sviluppato da Nine Dots Studio, è attualmente disponibile su PC, Xbox One e PS4 (la versione da noi provata).

Immaginate un'esperienza di gioco che unisca un realismo estremo alla vastità di approcci che un quadro open world ruolistico è in grado di offrire e, grossomodo, otterrete Outward.

La creazione del nostro alter-ego è affidata ad un editor decisamente scarno, nel quale possiamo limitarci alla scelta di una tra tre etnie ed una manciata di elementi da modificare. Fatto ciò, si entra subito nel vivo dell'esperienza, e bastano pochi minuti per comprendere di che pasta è fatto il titolo.

Il sistema di magie di Outward è peculiare. Oltre alla classica barra del mana, bisognerà concatenare le giuste combinazioni di sigillo ed incantesimo per poter attivare le magie.

Un naufragio ci ha privato di ogni bene, costringendoci ad un nuovo inizio nella cittadina di Cierzo, di cui siamo originari. Come se non bastasse un incipit già disastroso, su di noi pende un "debito di sangue" nei confronti della nostra tribù da estinguere tramite una quota in denaro. La causa di tale debito sembra essere legata ad azioni poco felici da parte di una nostra antenata, che recando un danno alla cittadina ed alla sua stirpe, ha condannato tutta la famiglia.

Nelle prime fasi dell'avventura trascorreremo il nostro tempo a tentare di recuperare la somma necessaria a saldare il debito, per scongiurare la perdita della nostra abitazione. Da qui, iniziano ad emergere alcuni dettagli molto importanti sull'esperienza di gioco.

Al giocatore viene lasciata libertà assoluta, fin da subito. Alcuni npc ci daranno qualche suggerimento, ma starà a noi decidere liberamente se recuperare la somma raccattando oggetti e vendendoli oppure se svolgendo favori per qualcuno. Il gioco ci lascia carta bianca, quasi del tutto. L'unico vincolo è rappresentato da un limite di tempo di 5 giorni, scaduti i quali ci ritroveremo senza una dimora. E badate bene, questo è assolutamente possibile. Quasi ogni cosa è possibile in Outward, ed uno degli aspetti più interessanti dell'esperienza sta nel fatto che qualsiasi decisione presa, successo o fallimento porterà ad un avanzamento in termini di trama, in una direzione o in un'altra opposta.

Alcuni scorci in cui vi imbatterete nel vostro vagabondaggio tra le lande di Aurai potranno lasciarvi non indifferenti.

Per accentuare ancor di più la vena di realismo che si è voluta conferire al titolo, gli sviluppatori hanno persino modificato il sistema di salvataggio e la morte in game. Il primo è automatico, in ogni istante di gioco, e sebbene ne sia concesso uno manuale, non è possibile caricare partite precedenti, per impedire che si possa tentare di porre rimedio ad una scelta od azione. La morte in game è stata completamente reinterpretata, ossia non c'è. Una volta che la vostra barra della salute scenderà a zero, qualche riga di testo chiarirà gli avvenimenti tra quell'istante e il nostro risveglio in un luogo sicuro.

La varietà e la profondità di Outward sono lampanti al cospetto di un'infrastruttura ludica che basa la sua progressione su equipaggiamento, abilità e magie. La quantità di armi, indumenti, oggetti per il crafting e consumabili è ragguardevole. Potremo caricarci a seconda del peso massimo che lo zaino di cui disponiamo ci concede di trasportare. Sarà fondamentale creare qualsiasi tipo di risorsa, dai viveri per soddisfare i bisogni di fame e sete, sino a cibi prelibati in grado di saziare maggiormente o conferire bonus passivi temporanei. Nulla viene lasciato al caso, e proprio come in un'esperienza reale dovremo occuparci anche di riscaldarci mediante indumenti adeguati o fuochi da campo, così come di combattere il caldo. Il ciclo giorno notte, così come un'ottima varietà di ambientazioni aiutano nella resa di un quadro generale che vede il ramo survival come la vera punta di diamante dell'esperienza di gioco di Outward.

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Lo stesso non può purtroppo dirsi per il combat system. La matrice è quella dei souls-like. Abbiamo due tipologie di attacchi (abilità escluse, le quali consentono l'esecuzione di altri colpi particolari ed in genere più efficaci), tasto per la parata e tasto per la schivata. Ciascuna di queste azioni consumerà un ingente quantitativo di energia. La risposta dei colpi non convince, a causa di hitbox davvero troppo superficiali ed imprecise, che rendono i combattimenti poco gradevoli e gratificanti.

La questione cambia leggermente al cospetto delle magie. Sebbene la legnosità generale degli scontri permanga, anche a causa di una fluidità dell'esperienza non sempre ottimale nella nostra prova, qui la sfida si fa ben più avvincente ed appagante. Il merito sta in un sistema davvero innovativo che consente di eseguire i vari incantesimi soltanto a seguito del verificarsi di alcune condizioni. Bisognerà, innanzitutto, disporre di alcuni particolari oggetti consumabili da utilizzare, per avere accesso a determinati incantesimi. Successivamente sarà necessario richiamare un sigillo particolare sul terreno. Solamente dall'interno di esso potremo lanciare gli incantesimi ad esso legati. Si evince piuttosto chiaramente come un sistema del genere porti ad un attento studio dei tempi di esecuzione e della distanza dal nemico.

Il crafting è una componente essenziale per la sopravvivenza: un fuoco ed una cucina potranno risultare indispensabili per la creazioni di viveri essenziali al prosieguo del vostro viaggio.

Peccato che tutto ciò venga in parte vanificato da un'IA dei nemici non all'altezza. Spesso le loro azioni si limiteranno ad inseguimenti forsennati, facilmente neutralizzabili. Anche i pattern offensivi, fatta eccezione per alcune boss fight, peccano in varietà, rendendo la gran parte delle creature prevedibili dopo un brevissimo studio.

A differenza della maggior parte degli RPG, in Outward non è presente un sistema di livellamento del personaggio. Il modellamento del vostro alter-ego in base al vostro stile di gioco è centrato sulle abilità. Queste si ottengono esclusivamente mediamente addestramento, e vi saranno insegnate da vari maestri che troverete sparsi per le terre di Aurai. Poiché queste vi costeranno del preziosissimo denaro, sarà bene capire subito verso quale stile di gioco vorrete indirizzarvi, e scegliere di conseguenza.

È un vero peccato che l'enorme potenziale di Outward venga macchiato da pesanti lacune di carattere tecnico. Tanto per cominciare, l'impatto visivo con il titolo è problematico. L'ultima creazione di Nine Dots Studio sembra un prodotto collocabile nella scorsa generazione. A fronte di alcune texture della vegetazione visibilmente più curate e rifinite, lo stacco con la mediocrità visiva di taluni altri elementi del vasto mondo di gioco è evidente. Per altro, il titolo non ha retto su una PS4 Pro nemmeno così bene i 30 fps, e per quanto le ambientazioni di gioco siano vaste e discretamente dense, vista anche la qualità dei poligoni non ci sentiamo di ritenerlo un risultato sufficiente.

Il ciclo giorno-notte, alla stregua delle condizioni climatiche, sono tutti elementi apprezzabili che contribuiscono a rendere quella di Outward un'esperienza survival.

Oltre ad un'obsolescenza tecnica che porta una certa legnosità, soprattutto nei combattimenti, la natura stessa di Outward potrebbe rappresentare un problema per qualche giocatore. Le terre di Aurai non si riveleranno ospitali per tutti, e specie nelle prime ore di gioco l'avventura potrebbe risultare addirittura frustrante, a causa dell'attenzione costante da riservare alla ricerca di materiali per la sopravvivenza e della labirintite che la troppa libertà iniziale potrebbe portare.

Tuttavia se non disdegnate le esperienze survival e soprattutto se siete alla ricerca di un'avventura ruolistica gratificante e profonda, potreste trovare in Outward pane per i vostri denti. Anche al netto degli evidenti limiti tecnici.

7 / 10
Avatar di Luca Del Pizzo
Luca Del Pizzo: Sedotto dalle avanguardie tecnologiche e da tutto ciò che porti emozione, Luca non può restare indifferente al fascino prorompente dei videogiochi. Ha la fortuna di coniugare questo amore con quello incondizionato per la scrittura. La vita, a volte, riserva cose meravigliose. Sino ad un nuovo Silent Hill degno di questo nome, tuttavia, non è ancora abbastanza.

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Outward

PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S, PC

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