Ouya: idea geniale o fallimento annunciato?
Si è chiusa l'offerta su Kickstarter ed è tempo di bilanci!
Quando quasi un mese fa è arrivata la notizia dell'arrivo di Ouya, la console open source sbucata fuori quasi dal nulla basata su Android, non si sapeva veramente a cosa dedicare i titoloni: se al progetto apparentemente suicida di una piccola azienda che voleva entrare nel mercato delle console di gioco o alla contestuale raccolta fondi che la stava accompagnando.
Nel giro di poche ore su Kickstarter era infatti stata raggiunta la ragguardevole cifra di due milioni di dollari attraverso il semplice crowdsourcing. Un'operazione di assoluto rilievo che ha fatto drizzare le orecchie a molti nell'industria del videogioco, dagli accreditati esperti di settore ad appassionati e semplici osservatori.
Per questa Digital Foundry abbiamo voluto preparare un riassunto di quelle che potrebbero essere le prospettive di questa operazione, mettendo in risalto i motivi per cui questo progetto potrebbe avere successo o fallire.
Partiamo dagli entusiasti: un numero considerevole di appassionati sono sicuri del fatto che, come sta accadendo accaduto per il nuovo adventure di Tim Schafer, la rivoluzione di Kickstarter potrebbe essere l'inizio di un nuovo modo di concepire il videogioco anche sul fronte dell'hardware, facendo tornare il mercato alle radici dei computer e delle console a 8 e 16-bit degli anni Ottanta e primi Novanta.
Un'epoca in cui l'industria non si era ancora formata e la creatività degli autori, veri e propri "one-man software house", era libera da ogni genere di lacciolo imposto da investitori e trend del momento. Certo, oggi la situazione è diversa, ma il mercato indipendente che trova ampio risalto su Steam è sicuramente il candidato ideale per questo genere di piattaforma.
A prescindere da ciò che accadrà, sicuramente Ouya rimarrà un caso che verrà studiato dai dipartimenti di marketing di tutto il mondo anche al di fuori del settore dell'entertainment. La campagna di lancio innanzitutto è stata orchestrata alla perfezione con un annuncio in grado di ottenere un'amplissima copertura e con i contenuti bene in mostra su tutti i maggiori siti d'informazione videoludica mondiale.
"A prescindere da ciò che accadrà, Ouya rimarrà un caso che verrà studiato dai dipartimenti di marketing di tutto il mondo"
Questo ha sicuramente ha dato il via alla prima tranche di donazioni che nei giorni successivi non solo non sono diminuite ma hanno preso una consistenza inaspettata. Il sasso nello stagno era ormai stato gettato e le onde hanno iniziato a riflettersi in tutte le direzioni.
A completare il quadro ci si è messo il supporto di parecchi nomi importanti dell'industry: chi più, chi meno, tutti hanno espresso interesse per un sistema che si propone come aperto e del tutto antitetico ad ambienti in diversa misura blindati come quelli di Microsoft e Sony, anche se l'entusiasmo iniziale ha ricordato molto l'accoglienza della Wii U; le parole di apprezzamento non sono infatti state unanimi.
A bocce ferme gli stessi commentatori hanno poi espresso alcuni dubbi, ma è chiaro che qualora la scommessa dovesse riuscire e l'Ouya vendesse un numero decente di pezzi, si aprirebbe un interessante quarto fronte nell'attuale mercato dell'hardware. I motivi per cui questo potrebbe accadere sono pochi ma precisi.
Il primo è sicuramente il prezzo e, trattandosi di sistemi per giocare, spesso è anche il motivo principale del contendere: una lezione che Nintendo con il 3DS e altre aziende hanno imparato a loro spese in passato. In questo senso i 99 dollari per ora annunciati dal produttore sono sicuramente un punto a favore che renderebbe l'Ouya appetibile per i giocatori incalliti, i quali non si porrebbero nemmeno il problema se investire o meno una cifra tutto sommato irrisoria per una console completa, anche se solo sulla fiducia.
I giocatori occasionali potrebbero invece trovarsi spiazzati da un'offerta del genere, soprattutto pensando al fatto che non si hanno ancora notizie certe della prossima generazione di console e che solo il Wii U è dato sulla rampa di lancio per la metà del 2013.
Nei confronti di Nintendo il fattore tempo è, se del caso, ancora più importante proprio perché il Wii U non è ancora partito e l'Ouya, in una corsa all'oro inedita come per si è sviluppata nelle ultime settimane, avrebbe probabilmente qualche mese di vantaggio sul ben più quotato concorrente, previsto per la prossima estate.
"Resta da vedere quali titoli ne supporteranno il lancio e qui entrano in gioco gli sviluppatori indipendenti"
Resta però da vedere quali titoli ne supporteranno il lancio e qui entrano in gioco gli sviluppatori indipendenti di cui parlavamo prima. Con ogni probabilità al day one potrebbe essere inclusi nella console o pronti per l'acquisto sullo store dedicato una pletora di giochi indie già vista su Steam, oltre a qualche esclusiva di rilievo tanto per invogliare il pubblico pagante a un acquisto diverso dalla consolidata accoppiata Xbox 360 - PlayStation 3.
Poiché il prezzo standard è di 99 dollari, grazie al cambio favorevole in Europa si può parlare di un listino da circa 80 euro che rendere psicologicamente ancora più interessante l'acquisto. Qualora Ouya dovesse riuscire a rimanere effettivamente in questa fascia di prezzo, in concomitanza con l'offerta di giochi e software di qualità a prezzi altrettanto concorrenziali, sicuramente l'impatto in termini di appetibilità sul grande pubblico sarebbe notevole e si confermerebbe con un ottimo modo per ottenere la sostenibilità commerciale del prodotto a lungo termine.
È di qualche giorno fa infatti la notizia dell'accordo stipulato con Vevo, il sito che offre musica e video appartenenti a tre grandi etichette discografiche quali Universal Music Group, Sony Music Entertainment ed EMI, per accedere senza limite a tutti i contenuti del canale americano e non è improbabile che altri accordi di questo genere seguiranno.
Alla fine però il motivo alla base del successo dell'Ouya sarebbero solo i giochi, e non c'è dubbio sul fatto che, almeno nella fase iniziale della sua esistenza, sarebbero gli sviluppatori indipendenti a tenerne in piedi le sorti commerciali. In questo caso la guerra che si scatenerebbe con il Live di Microsoft e lo store del PlayStation Network sarebbe il punto cruciale della tenzone. La concorrenza non vedrebbe di buon occhio l'arrivo di questo nuovo attore come sponsor del mercato indipendente, abbondantemente già monopolizzato da Steam.
"È estremamente improbabile che Ouya possa interessare i grossi studi di sviluppo di terze parti"
Per quanto riguarda i titoli tripla A, è estremamente improbabile che Ouya possa interessare i grossi studi di sviluppo di terze parti. Molto dipenderà dalla potenza messa in campo dalla console: forse potrebbe reggere il passo in caso di alcuni indie multipiattaforma poco esigenti dal punto di vista tecnico ma, a meno di colpi di scena inaspettati, è altamente improbabile che a questo prezzo la console abbia capacità tecniche simili o anche solo di poco inferiori a Xbox 360 o PlayStation 3. A meno che non venga venduta in perdita.
Ed è proprio su questo aspetto che altri veterani dell'industry stanno puntando il dito: Craig Rothwell ne sa qualcosa di hardware da gioco a basso costo, avendo patrocinato tra il 2007 e il 2010 il lancio della console portatile open source Pandora. Rothwell non è stato l'unico ad aver espresso forti dubbi sulle caratteristiche di Ouya e l'eventuale supporto, bollando come ambiziosi gli obbiettivi dei suoi creatori, al punto da sconfinare nell'irrealistico.
"Semplicemente, non è possibile realizzare una console e un controller di qualità al prezzo di 99 dollari, a prescindere da quanto della componentistica venga sviluppato in Cina. Anche una linea di produzione in cui si pratichi il lavoro in condizioni di semischiavitù non potrebbe essere praticabile con quei costi e quei ricavi. La mia impressione è che a quella cifra, e ricordate che da quell'ammontare occorre togliere le percentuali di Kickstarter, sarà estremamente difficile riuscire a vendere la console senza andare in perdita per ogni pezzo piazzato."
Il progetto Pandora ha avuto un sacco di problemi che hanno causato molti ritardi al lancio e Rothweel è convinto che a Ouya potrebbe succedere la stessa cosa se i conti non saranno a posto fin dal primo momento. I problemi arrivano tuttavia spesso anche dove si credeva di essere in una botte di ferro.
"Avevamo finalizzato tutti i costi e ci eravamo esposti in pubblico annunciando date e caratteristiche della console", ha spiegato Rothweel, "e da quell'esatto momento, tutto quello che poteva andare storto è andato storto. Alla fine siamo riusciti a sopravvivere per un pelo grazie alla comprensione dei nostri clienti e alla enorme disponibilità degli sviluppatori dietro al sistema operativo e i giochi".
"In caso di errore non avranno la possibilità di aggiustare il tiro - Craig Rothwell"
"Ora che abbiamo superato il nostro battesimo del fuoco e sappiamo tutto quello che gira intorno a questo genere di business, è chiaro che iniziare la corsa al prezzo più basso non è il modo migliore per avere successo. Dalla volontà di comprimere i costi inevitabilmente derivano problemi difficilissimi da risolvere che possono cambiare la situazione del progetto, sia che si verifichino a causa di errori grossolani dell'azienda produttrice o per eventi indipendenti dalla sua volontà."
"Nel nostro caso uno dei fornitori non era riuscito a rimanere nei costi pattuiti, e da lì è iniziato il calvario di rinvii e problemi che si sono accavallati l'uno con l'altro fino a mettere in serio pericolo la sopravvivenza del progetto. Siccome Ouya è già in vendita a un prezzo stracciato ancora prima di andare in produzione, in caso di errore non avranno la possibilità di aggiustare il tiro."
Altri esperti del settore hanno espresso simili dubbi sulla sostenibilità di questo modello di business che vanno anche oltre il semplice rapporto costi/materiali: in particolare ci si chiede se per mantenere sulla lunga distanza questo tipo di business, Yves Behar, la mente dietro al progetto Ouya, non sarà obbligato ad adottare soluzioni non sempre apprezzate dal pubblico come le sottoscrizioni. Non solo: altri si chiedono il motivo nel correre dietro a tanti rischi commerciali se poi si finisce per sviluppare una console comunque basata su Android che andrà a soddisfare i bisogni di una piccola nicchia di utenti quando è già possibile raggiungere un'enorme base utenti direttamente dal Play Store di Google.
Insomma, non sono in pochi a pensare che una volta finita la spinta dell'hype, Ouya potrebbe trasformarsi in un pozzo senza fondo di perdite da cui i produttori potrebbero non uscire mai più, con inevitabili ripercussioni sulla diffusione della console stessa e quindi del supporto all'utenza.
Per il momento, dopo aver sentito diverse campane è sicuramente prematuro fare previsioni in un senso o nell'altro. Lo stato dei fatti attuale ci dice che oggi si è chiusa la raccolta fondi del periodo Kickstarter: dei 950.000 dollari previsti per la start-up del progetto, siamo arrivati a 8,596,475 dollari già investiti dagli utenti: una cifra che sembra garantire il rispetto della data di lancio prevista per il prossimo marzo.
"Le console già promesse ai donatori sono oltre quarantamila"
Le console già promesse ai donatori sono infatti oltre quarantamila, cui se ne andrà ad aggiungere una versione limitata venduta a 140 dollari realizzata in un lotto da 600 pezzi . Ma la migliore notizia per i produttori di Ouya è che le versioni "developer" già vendute sono quasi quattrocento: un'eccellente prospettiva di interesse per i potenziali titoli esclusivi dedicati a una console prodotta da degli emeriti sconosciuti.
Non resta che attendere il prossimo marzo con la curiosità di vedere quali saranno le caratteristiche hardware e la line-up iniziale di giochi, inediti e non, che Ouya proporrà al pubblico. Il materiale di discussione per scettici ed entusiasti non mancherà sicuramente.