Overwatch 2 non è più Overwatch?
Blizzard si assume un rischio enorme stravolgendo uno dei GOTY di maggior successo della decade.
Quando tre anni fa Blizzard Entertainment ha alzato per la prima volta il sipario su Overwatch 2, annunciando a oltre trenta milioni di appassionati la venuta di un sequel attraverso la cinematica “Zero Hour”, sono stati in tanti a interrogarsi circa l'effettiva necessità dell'operazione.
Overwatch si era dimostrato uno straordinario successo in un'epoca addirittura antecedente all'ascesa dei battle royale, aveva regalato una forma concreta a un genere intero, e soprattutto era riuscito a creare dal niente un pubblico del tutto nuovo, intascando addirittura la statuetta più ambita dei The Game Awards.
Ma cosa era accaduto in seguito alla prima età dell'oro? Molto semplicemente, il titolo era stato messo in una sorta di “maintenance mode” dalla casa madre: niente più nuovi eroi, niente più mappe aggiuntive, sporadiche modifiche al bilanciamento (principalmente per accomodare il tessuto esport della Overwatch League) e pochissimi eventi stagionali.
Tutto questo, a detta del team allora ancora capitanato dallo straordinario Jeff Kaplan, era stato sacrificato in nome di Overwatch 2, l'operazione di restauro volta a introdurre sì l'attesa componente PvE, ma anche e soprattutto a riportare Overwatch ai fasti di una volta, risolvendo al contempo dozzine di problemi strutturali.
Oggi, a distanza di tre anni, sono cambiate tantissime cose: l'originale Overwatch ha perso gran parte della sua playerbase, il director Jeff Kaplan ha lasciato Blizzard Entertainment come parte del grande esodo che ha caratterizzato gli ultimi anni, Overwatch 2 è stato oggetto di una serie di rinvii mentre persino la Blizzcon ha mancato il suo tradizionale appuntamento annuale. E sempre oggi, a distanza di tre anni, abbiamo finalmente potuto mettere mano alla prima versione Beta PvP di Overwatch 2, confrontandoci con tutte le novità pensate dagli sviluppatori per resuscitare definitivamente la leggenda delle battaglie di Overwatch.
Prima di cercare di capire se il tentativo di rianimazione stia andando a buon fine, è necessario comprendere cosa si intenda con “andare a buon fine”. Questo perché la Beta di Overwatch 2 ha completamente stravolto la formula di gameplay originale, modificando l'architettura stessa delle partite, la composizione delle squadre, le abilità di tutti gli eroi, la filosofia di design delle mappe, addirittura i suoni e il carattere espresso dai personaggi attraverso le linee vocali. Ciò porta a un'inevitabile domanda: trasformando così radicalmente l'anima di Overwatch, a prescindere dall'effettivo divertimento, possiamo dire di trovarci ancora di fronte a Overwatch?
La filosofia adottata dagli sviluppatori nella ricerca della nuova formula alla base di Overwatch 2 passa da alcuni presupposti molto semplici. Anzitutto, secondo loro era fondamentale passare per una riduzione delle squadre da 6 a 5 giocatori, pensata sia per allinearsi ai più grandi videogiochi competitivi in circolazione (League of Legends, Valorant, Counter-Strike, Rainbow Six, eccetera) sia per abbattere la durata delle code necessarie per trovare una partita, che avevano raggiunto tempistiche bibliche, ovvero un minimo di dieci minuti per i DPS a causa della penuria di Tank.
In secondo luogo, è evidente che gran parte delle scelte siano state compiute per accelerare i ritmi delle partite, aumentando enormemente il peso della componente FPS a discapito delle particolari caratteristiche del roster di Overwatch. Gli scudi sono diventati una rarità assoluta, le abilità di “crowd-control” - ovvero quelle per stordire o rallentare gli avversari – sono scomparse quasi del tutto, le mappe sono state rese più grandi e ricche di percorsi secondari. L'obiettivo, in questo senso, era quello di far brillare la componente “Individuale” e trasformare la partita di Overwatch in una sparatoria veloce e frenetica.
Questi due interventi cardine, ovvero la riduzione dei team con la conseguente rimozione di un Tank e la scelta di velocizzare tanto il gunplay quanto il “time-to-kill”, hanno tuttavia imposto una serie di modifiche “a cascata”, perché ovviamente rimuovendo un Tank bisognava rendere più forte quello rimasto, velocizzando il gameplay bisognava cambiare l'approccio alle mappe e alle modalità, eliminando delle abilità bisognava tentare di omogenizzare quelle superstiti. In poche parole, stravolgendo la formula di gioco nella quale gli eroi erano nati, bisognava stravolgere completamente anche i singoli eroi.
Il risultato di questa operazione è Overwatch 2: un puro e semplice sparatutto rapido e frenetico, diverso dal predecessore nel senso che la componente riflessiva e quella puramente cooperativa hanno ceduto tutto il loro spazio a una sorta di deathmatch lievemente sinergico nel quale tutti gli eroi del roster si somigliano e sono orientati verso il danno, solo che alcuni sono più grossi e resistenti mentre altri sfoggiano qualche abilità curativa. Insomma, Overwatch 2 non sembra più Overwatch, e questo a prescindere dalla buona riuscita della nuova architettura di gameplay.
Inutile dire che, in questo momento, la community appare spaccata perfettamente a metà sulle principali piattaforme di condivisione: da una parte ci sono coloro che hanno accettato di buon grado le modifiche, in parte perché le vedevano come l'estrema-ratio necessaria per “salvare” Overwatch e in parte perché disdegnavano lo stile da mezzo MOBA che caratterizzava l'esperienza di gioco; dall'altra, tuttavia, ci sono tutti coloro che invece la formula di Overwatch l'amavano così com'era, e non vedendo l'ora di fare conoscenza con una versione migliorata del medesimo videogioco che avevano amato per anni si sono trovati di fronte a qualcosa di molto diverso.
La situazione è particolarmente delicata: Overwatch è stato un fenomeno globale capace di radunare sotto la sua bandiera tantissimi giocatori provenienti da estrazioni completamente diverse, alcuni completamente disinteressati alle velleità e alla skill meccanica tipica degli FPS, altri affascinati dalla componente competitiva, altri ancora vicini al mondo dei MOBA, nonché tantissimi semplicemente interessati a far parte di una splendida community. Blizzard ha imboccato con la Beta di Overwatch 2 una direzione ben precisa, fatta di scelte tanto radicali da renderlo un “prendere o lasciare” per la maggior parte dell'enorme base installata casual.
Coloro che amavano l'identità del Tank che giocava solo per proteggere e servire la squadra, oppure quella del medico che metteva la salute del team davanti a qualsiasi voglia di “emergere”, oppure ancora i giocatori che magari non erano fortissimi negli FPS ma adoravano vestire i panni di eroi come Mercy dando il proprio contributo (come il sottoscritto, ndSS), non si sentiranno più a casa. Quelli che invece adoravano il caos dei team-fight, che si mordevano la lingua ogni volta che venivano storditi o quando uno scudo veniva innalzato di fronte a loro, così come tutti coloro che vivevano per l'eliminazione del singolo nemico, hanno di che festeggiare.
Nelle nuove mappe e modalità presenti in questa prima Beta – che abbiamo raccontato dettagliatamente nella nostra prova della versione Alpha – si svolgono dunque partite fra squadre di 5 giocatori caratterizzate da un singolo potentissimo Tank che dovrebbe dettare i ritmi del match. Diciamo “dovrebbe” perché a conti fatti sono i DPS a indossare la “corona” del gameplay: l'assenza di scudi, il nuovo design delle mappe che premia il “flank” e la scomparsa delle abilità di controllo, hanno infatti messo nelle mani di chi fa danno l'esito dei teamfight, ed è estremamente semplice assaltare le retrovie delle squadre.
Come testimoniato dalle evidenti discrepanze nella durata delle code – che sono nettamente più brevi per i giocatori Supporto – il collo di bottiglia si è infatti spostato dal ruolo del Tank in capo a quello dei medici, che al momento faticano ad esser giocati in quanto particolarmente frustranti. Anche se probabilmente assisteremo a dei cambiamenti ai Support nella prossima finestra di Beta, al momento i medici sono alla completa mercé dello strapotere dei DPS e dei Tank senza aver ricevuto alcun genere di rework che li allineasse alla nuova formula di gameplay.
Pertanto hanno un impatto piuttosto basso tanto sulla partita nell'insieme – con una netta riduzione dell'output di cure - quanto nel singolo duello, faticando a sopravvivere contro qualsiasi genere di avversario. Se poi consideriamo che tutti i DPS hanno ottenuto un bonus del 10% alla velocità di movimento che rende vano ogni tentativo di fuga, beh, essere un Support non è mai stato scoraggiante come in questa prima fase di test.
È evidente che quella offerta dalla Beta sia una soluzione provvisoria: accanto alla nuova eroina Soujurn sono infatti pochissimi i membri del roster di 33 elementi ad aver ricevuto modifiche sostanziali nei kit (Bastion, Orisa, Doomfist che addirittura è diventato un tank, Sombra), mentre tutti gli altri non hanno ancora ottenuto l'attenzione che meritavano, perdendo abilità importanti senza che fossero trovati rimpiazzi degni (Cassidy, Mei) oppure rimanendo praticamente uguali al passato e risultando dunque completamente alieni alla nuova formula (Mercy, Zenyatta, Ana e Reaper, giusto per citarne alcuni).
Una versione Beta è un lavoro in divenire, e bisogna vedere quali modifiche gli sviluppatori abbiano in cantiere non solo per l'intera classe Supporto, ma per tutti i DPS rimasti ancorati al passato (che sono la maggior parte) e soprattutto per tutti quei Tank che - se messi a confronto con la “nuova” Orisa – risultano piatti e quasi preistorici. C'è però da dire che sono passati tre anni dall'annuncio di Overwatch 2 e se in questi tre anni c'è stato tempo per mettere così pochi kit degli eroi sotto al microscopio, beh, la nostra paura è che potrebbe volerci molto tempo per ultimare i lavori di restauro e presentare una visione soddisfacente.
La spaccatura nella community creata dalla versione Beta, che si potrebbe sintetizzare nei sostenitori del 6 contro 6 con due Tank in contrapposizione alla nuova offerta, è particolarmente pressante perché la versione finale di Overwatch 2 PvP uscirà in completa sostituzione della formula vigente. Ciò significa che, quando il titolo sarà completo, non sarà mai più possibile giocare in alcuna forma all'originale Overwatch – che sarà a tutti gli effetti cancellato – pertanto è estremamente importante per Blizzard tentare di trovare un modo per sanare l'attuale frattura, dato che i giocatori scontenti non avrebbero alcun altro luogo dove “tornare”.
A margine, Overwatch 2 ha messo sul piatto anche un completo ammodernamento del comparto tecnico, che si è portato dietro una rilettura totale del sound-design e in certi casi anche dello stile estetico nel suo insieme. Se per quanto riguarda il gameplay è ben chiaro quale fosse l'intento degli sviluppatori, nel caso specifico è oltremodo difficile cercare di capire perché questi abbiano scelto di modificare elementi capaci di far breccia senza sforzo nel cuore degli appassionati.
La direzione artistica di Overwatch è sempre stata in grado di raccogliere premi in ogni dove, pertanto non è chiaro perché Blizzard abbia deciso di strappare ad esempio l'anima da cartoon/sci-fi che caratterizzava le armi degli eroi, per sostituirla con una serie di suoni “realistici” che ricordano molto da vicino Valorant, per non dire lo stesso Call of Duty. Il medesimo discorso vale per le linee vocali dei personaggi, che in molti casi sono state ri-registrate da zero trasformando completamente le personalità che avevamo imparato ad apprezzare negli scorsi sei anni: Mercy ad esempio, un tempo freddo e pacato medico forgiato dal fuoco mille battaglie, in Overwatch 2 strilla e si comporta come una liceale al Coachella.
Insomma, molte di queste modifiche, comprese quelle all'interfaccia utente, sembrano pensate per rendere Overwatch un gioco più “fresco”, più “luccicante” e più “giovane”, allineandolo ai giochi "cool" di oggi ma andando a discapito di quella che era un'identità artistica unica nel suo genere, forse meno patinata e scintillante ma senza dubbio più riuscita. Nulla da dire, invece, sul fronte delle mappe, che come sempre sono rimaste fra le più ispirate in assoluto nel contesto degli sparatutto competitivi, specialmente le nuove proposte, ma la celebre “Art of Overwatch” nell'insieme sembra uscire snaturata dall'operazione.
Insomma, Overwatch si sta trasformando in una creatura completamente diversa da quella che gli artisti di Blizzard avevano in mente quando nel 2016 ne gettarono le fondamenta: i pillars di game design sono cambiati, il target sta cambiando, persino il taglio artistico sembra intenzionato a compiere una netta deviazione rispetto al passato.
Overwatch 2, in questa prima forma embrionale, si presenta in ogni caso come un titolo “riuscito”, nel senso che incarna gran parte delle ambizioni inseguite dagli sviluppatori. Abbiamo la sensazione, tuttavia, che la nuova formula sia nata per accontentare una fetta di giocatori a cui la ricetta originale già non piaceva di prima istanza, andando a discapito di quei milioni di appassionati che invece, dal 2016 fino ad oggi, hanno lasciato un pezzo di cuore tra personaggi e location divenute ormai parte della leggenda, senza mai abbandonare le sponde dell'hero shooter.
Restiamo curiosissimi di scoprire come si evolveranno queste fasi di Beta testing e leggiamo quotidianamente parecchi feedback, ma siamo quasi certi che a prescindere dalla risposta del pubblico la nuova struttura 5v5 sia destinata a rimanere, dato che ogni singolo cambiamento effettuato si può ricondurre a questa singola modifica, e annullarla significherebbe buttar via anni di lavoro. Nei forum ufficiali di Overwatch, infatti, lo staff fa continuo riferimento ai prossimi segmenti di test sempre e comunque ricamati attorno “al ruleset 5v5”, proprio l'elemento che rischia di far deragliare l'intero franchise.
C'è un pensiero che al momento non riusciamo a toglierci dalla testa: sì, è possibile che Overwatch torni ad essere “grande” in una community diversa, che addirittura riesca a raggiungere un pubblico del tutto nuovo, ma quanto gli costerà? Per parafrasare Thanos nella serie Avengers, la risposta al momento sembra essere: “Tutto”.