Overwatch - recensione
Blizzard è la regina degli eroi.
Quando Blizzard Entertainment decide di scendere in campo per confrontarsi con un nuovo genere, per i concorrenti la vita diventa veramente dura. Gli sviluppatori californiani hanno l'invidiabile capacità di riuscire a interpretare al meglio i desideri del grande pubblico, creando poi prodotti in grado di trasformarsi istantaneamente in veri e propri fenomeni di culto.
Nel caso di Overwatch, poi, la compagnia è riuscita perfino a evitare i classici problemi dei server al day one, spina nel fianco di quasi tutti i lanci Blizzard che hanno preceduto questa spettacolare nuova IP. Sarà stato merito dell'atmosfera frizzante e sbarazzina che circonda questa nuova IP, o più probabilmente dei big money investiti nella struttura dei server, ma nemmeno l'elemento che più di ogni altro avrebbe potuto gettare qualche ombra su Overwatch è riuscito nella difficile impresa.
Dopo diverse sessioni di beta, dalle primissime ore del 24 maggio un numero incredibile di giocatori, tra fan di vecchia data, appassionati e semplici curiosi, si sta godendo quello che con tutta probabilità diventerà il punto di riferimento degli FPS multiplayer competitivi dei prossimi anni. E non certo per mancanza di concorrenti, ma proprio grazie alle sue incredibili qualità.
Overwatch è un gioco progettato esclusivamente attorno all'esperienza multiplayer. Blizzard ha scelto di eliminare del tutto la campagna single player per concentrarsi sul vero cuore del gioco: la competizione online tra squadre di sei giocatori, con un'attenzione particolare verso il mondo degli sport elettronici. Prima di questo, però, ha sfruttato anni di esperienza con gli MMO per portare all'attenzione dei giocatori personaggi memorabili, ambientazioni ispirate e, soprattutto, una lore impossibile da trovare in qualsiasi altro FPS competitivo in circolazione.
La quantità di storie, informazioni, dettagli ed elementi interessanti che Blizzard ha creato per questo gioco è semplicemente pazzesca, e il fatto che la compagnia abbia scelto di diffondere il tutto affidandosi a piattaforme di ogni tipo, dai fumetti ai cortometraggi animati, fa capire quanto il progetto Overwatch vada ben oltre il classico sparatutto in prima persona.
La scelta di frammentare le informazioni e di metterle a disposizione degli appassionati un po' alla volta aiuta a tenere costantemente alto l'interesse verso il gioco, i suoi formidabili eroi e tutto ciò che ruota intorno alle caotiche sparatorie che si consumano durante le partite di Overwatch, ma il rovescio della medaglia è che togliendo tutto quel materiale di qualità dal pacchetto finale, ciò che i giocatori si portano a casa dopo aver acquistato il titolo può apparire un po' misero.
L'unico vero difetto di Overwatch, infatti, va ricercato proprio nei pochi contenuti al suo interno rispetto al prezzo a cui viene venduto il pacchetto base, soprattutto su console. Acquistando l'edizione normale dello sparatutto Blizzard, infatti, vi porterete a casa i 21 eroi iniziali, le otto mappe su cui scatenarsi, un sistema di progressione lineare basato sui classici livelli di esperienza e sulle casse di loot ricevute dopo ogni promozione, un superfluo single player contro i personaggi controllati dall'Intelligenza Artificiale e una manciata di modalità da giocare online. Un po' poco, considerando che le versioni PS4 e Xbox One costano poco meno di 70 euro, mentre quella per PC poco meno di 40.
Le sfide multiplayer si giocano tutte in una delle quattro modalità competitive: Conquista, Trasporto, Controllo, e Ibrida. La prima richiede a un team di difendere due zone delle mappe mentre l'altro farà tutto il possibile per conquistarle con la forza. In Trasporto un team deve scortare un convoglio lungo un percorso stabilito, mentre gli avversari devono impedirgli di raggiungere la destinazione entro il tempo limite. Il convoglio si muove solo quando i membri della squadra gli gravitano attorno, dettaglio che rende l'azione sempre frenetica e intensa.
Controllo ruota tutta attorno alla conquista e al mantenimento di un presidio, cercando di riempire l'apposita barra prima degli avversari. La modalità Ibrida, infine, mischia in modo convincente Conquista e Trasporto, creando una valida alternativa.
Al di là di queste modalità competitive Overwatch ha davvero poco altro da offrire, tra Addestramento, partite contro l'Intelligenza Artificiale e una Rissa settimanale in perfetto stile Hearthstone, che di volta in volta propone varianti delle solite sfide per stuzzicare i giocatori.
Fortunatamente l'incredibile livello qualitativo del materiale proposto si unisce a un gioco che funziona a meraviglia. Una volta caricato Overwatch e apprezzato l'eccellente filmato introduttivo, si entra in contatto con l'immancabile sessione di addestramento, un breve tutorial che permette di scoprire le basi del sistema di gioco.
In Overwatch è possibile scegliere tra 21 eroi, ognuno superbamente caratterizzato e dotato di equipaggiamento, abilità e stile di combattimento unici. I personaggi sono divisi in quattro classi (Attacco, Difesa, Tank, Supporto), ma al di là di questa classificazione generica gli eroi non hanno davvero nulla in comune tra di loro.
Nel medesimo gruppo, infatti, possiamo trovare personaggi caratterizzati da stili molto diversi, come per esempio Mei e Widowmaker tra i difensori, o Genji e Soldato 76 tra gli attaccanti. Il gruppo di appartenenza identifica un talento specifico dei personaggi (la capacità di causare danni ingenti in poco tempo, una resistenza elevata, la possibilità di aiutare i compagni di squadra con cure o potenziamenti, oppure un talento particolare per il controllo di un'area), ma il modo in cui questo talento si manifesta è unico per ogni combattente.
Questo non solo vuol dire che gli utenti hanno la possibilità di sperimentare vari tipi di gameplay con la medesima classe (dettaglio importantissimo, dovendo giocare all'interno di un team), ma anche che ci sono maggiori possibilità di trovare la giusta affinità con personaggi appartenenti ai vari gruppi.
Considerando che ci troviamo di fronte a un titolo che fa del gioco di squadra il suo cavallo di battaglia, la gestione del cast da parte di Blizzard è semplicemente perfetta. Per quale motivo consideriamo tanto importante questo elemento? Semplice, perché con Overwatch Blizzard ha creato un FPS competitivo a squadre dove per vincere non è necessario essere dotati di riflessi incredibili e di precisione sovrumana (certo, sono due talenti che aiutano), ma imparare a giocare di squadra insieme agli altri membri del team. In Overwatch scendere in campo pensando unicamente al rapporto tra uccisioni e morti porta raramente a risultati positivi, così come la scelta indiscriminata del personaggio preferito senza tener conto del bilanciamento del team.
A seconda della modalità che si affronta è fondamentale creare una squadra di eroi ben bilanciata, con il giusto numero di attaccanti, difensori, tank e supporti. Spesso vi capiterà di entrare in un team e di scoprire che l'unico ruolo rimasto scoperto non vi fa impazzire, ma mentre in qualsiasi altro gioco competitivo a squadre questo rappresenterebbe un problema, in Overwatch è molto più difficile scendere in campo insoddisfatti, proprio grazie alla grande varietà di scelta in ogni reparto.
A prescindere che siate delle teste calde che vogliono solo vomitare piombo sugli avversari, che preferiate una strategia più ragionata o che amiate colpire duro da distanze siderali, in ogni gruppo troverete sempre qualcosa adatto alle vostre corde. Ed è proprio questo elemento a rendere Overwatch un gioco adatto a tutti coloro che amano il multiplayer, dai professionisti che studiano ogni singolo incrocio tra gli eroi per capire come contrastare al meglio le strategie nemiche e come incastrarsi nelle dinamiche del proprio team, a quelli che vogliono semplicemente entrare in una partita e godersi il divertimento.
Ogni eroe può contare su un'arma principale e su due abilità legate a cooldown più o meno lunghi, a seconda dei casi. Alcuni combattenti, poi, possono contare su una modalità di fuoco secondaria o su opzioni di movimento speciali (come l'arrampicata di Hanzo o di Genji). Comune a tutti è anche un debole attacco in mischia (utile solo per dare il colpo di grazia a nemici già indeboliti o quando non si ha il tempo per ricaricare) e un devastante colpo speciale che si carica nel corso delle battaglie e che, se usato nella giusta situazione, può ribaltare le sorti di una partita.
Come potete immaginare, quindi, non è necessaria una laurea per prendere in mano i vari personaggi e ottenere risultati degni di nota, ma è importantissimo capire come muoversi attraverso le mappe e quali posizioni occupare in base all'eroe scelto.
Overwatch quindi non si basa sull'abilità nelle sparatorie, sulla mira, sui tecnicismi o su altri elementi accessibili solo a un numero ridotto di giocatori, ma garantisce un'esperienza ampia e universale. Anche se il gioco è uscito solo da poche ore, tuttavia, iniziano già a distinguersi i giocatori più abili, spesso protagonisti di giocate incredibili frutto di una corretta analisi tattica delle situazioni.
Come accade con ogni gioco online, anche in Overwatch il metagame si svilupperà seguendo le scoperte e le idee della community, e si evolverà drasticamente quando Blizzard farà uscire la modalità classificata, rimandata al mese di giugno con l'intento di dare ai giocatori qualcosa di curato e soddisfacente. Per tirare le somme e capire quanto e come il titolo Blizzard crescerà nel corso del tempo, dovremo quindi attendere qualche mese.
La cura maniacale che la compagnia di Irvine ha messo nella realizzazione di Overwatch non si ferma alla lore e al gameplay, ma si estende anche al comparto tecnico. Al di là dello stile accattivante e strettamente legato alla cultura pop (i riferimenti agli anime, ai film, ai telefilm e ai videogiochi storici sono innumerevoli), a colpire è la fluidità che supporta l'azione in qualsiasi situazione e su qualsiasi piattaforma. Che giochiate su console o su PC, i 60 fps di Overwatch non vi abbandoneranno mai.
Anche il comparto audio tocca picchi qualitativi altissimi, grazie a un doppiaggio superbamente recitato da voci distribuite con criterio tra i vari personaggi, e a una colonna sonora sempre sul pezzo, con brani che ben si sposano con le varie arene e un tema principale epico e capace di entrarvi in testa dopo una manciata di visite al menu principale.
Persino l'adattamento italiano è sempre ottimo, dettaglio di un certo peso considerando i danni che un lavoro poco curato avrebbe potuto causare all'eccellente caratterizzazione di ogni singolo personaggio. Le battute degli eroi sono perfette anche nella nostra lingua e contribuiscono a generare quel legame empatico che impedirà ai giocatori di abbandonare tanto facilmente questa nuova droga virtuale. Con Overwatch Blizzard ha ancora una volta centrato il bersaglio, e come ha già fatto in passato potrebbe rivoluzionare l'ennesimo genere, oltre a lasciare un altro segno indelebile nel mondo degli sport elettronici.