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Owlboy - recensione

Da rischio vaporware a piccolo (grande) capolavoro.

Scalfite la bellissima superficie di pixel-art e gameplay. Troverete una storia divertente e profonda e un piccolo indimenticabile eroe.

Quando sei uno sviluppatore indipendente e ottieni uno spazio all'interno di alcune importanti fiere di settore non puoi che essere orgoglioso del traguardo raggiunto. Poi ci sono le impressioni del pubblico, chi magari riesce a provare con mano l'opera su cui hai lavorato per settimane, mesi e anni. Vedi i sorrisi, ti rendi conto che ci sono altre persone che apprezzano ciò che tu apprezzi e che sembrano amare ciò che stai creando attraverso il duro lavoro e tanta passione.

Nel caso di D-Pad Studios e di Owlboy il successo non si è fermato al solo pubblico ma sono arrivati addirittura dei riconoscimenti di un certo rilievo all'Indipendent Game Festival del 2013 (nomination per eccellenza dal punto di vista artistico) e alla GDC Play 2015. La storia di questo progetto non è, tuttavia, tutta rose e fiori e l'impressione di trovarsi di fronte a un vaporware deve essere passata per la mente di parecchi utenti che nel corso degli anni hanno imparato a conoscere Owlboy.

In questo senso il gioco di cui vi parliamo oggi può essere considerato come una sorta di "The Last Guardian del mondo indie" e, esattamente come l'opera di Ueda (incrociamo le dita), c'è fortunatamente spazio per un lieto fine. Dopo otto anni di sviluppo l'epopea è finalmente giunta al termine e tutti gli appassionati di pixel-art o semplicemente del mondo indie possono finalmente tuffarsi a capofitto nelle avventure del giovane Otus, un piccolo grande eroe moderno.

Geddy sarà uno dei compagni fissi del nostro protagonista. La sua abilità? Una pistola che diventerà la nostra più fidata alleata.

Non bisogna lasciarsi ingannare dalla parola eroe perché se davvero vogliamo inserire il nostro protagonista all'interno di una categoria la prima parola che ci verrebbe in mente, per quanto sia triste dirlo, è quella di perdente. Otus è più piccolo e meno forte dei suoi coetanei, è completamente muto e non è esattamente un campione nel volo. Esattamente, il volo, una caratteristica fondamentale dei Gufi, una sorta di casta particolarmente rinomata che si occupa della sicurezza di cittadine come Vellie e Advent insieme a dei contingenti militari.

Prenderemo il controllo di un giovane spesso bistrattato dai suoi pari e per questo particolarmente insicuro sia quando si tratta di interagire con il mondo e con gli altri individui che quando si tratta di dimostrare le proprie capacità. Entrare in sintonia con questo "ragazzo gufo" sarà pressoché inevitabile e uno dei punti di forza della narrazione risiede proprio nell'empatia che accompagnerà costantemente la nostra avventura.

Il lavoro svolto sui personaggi è, inoltre, davvero encomiabile dato che non c'è un singolo NPC, alleato o nemico che ci lascerà indifferenti o che risulterà eccessivamente banale. La software house si è dimostrata capace di confezionare un comparto narrativo davvero solido, sfruttando tanti piccoli pilastri fondamentali per sorreggere una storia più che degna di essere raccontata, che ci costringerà a fronteggiare un attacco tanto potente quanto misterioso.

Quella che ci farà vivere Owlboy è una favola ricca di personaggi interessanti, di pericolosi nemici, di prove da superare, di colpi di scena e di misteri e segreti da svelare. Un racconto di formazione, amicizia e diversità che sa toccare le corde giuste e, a suo modo, emozionare in più di un'occasione.

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Trovare una produzione indie completa sotto ogni aspetto non è cosa da tutti i giorni, ma controller alla mano (decisamente più comodo rispetto alla combo mouse e tastiera) anche la componente prettamente ludica sfiora la perfezione. Gli sviluppatori stessi definiscono Owlboy come un adventure, ma si tratta di un termine è decisamente troppo generico, che non riesce a cogliere a pieno le tantissime sfaccettature che caratterizzano le circa 10 ore di gioco necessarie per giungere ai titoli di coda.

Tra sezioni platform, di pura esplorazione, di risoluzione di qualche enigma, di vero e proprio shooting, di stealth e molto altro, l'unica costante rimane l'assoluta centralità di Otus e delle sue capacità. Il nostro protagonista può correre, saltare, effettuare una capriola, un attacco stordente e naturalmente volare. La maggior parte del tempo lo passeremo proprio volando tra le diverse zone di un mondo di gioco che si avvicina a una struttura open-world, ma che in realtà è formato da diverse macroaree collegate tra loro.

Di fronte a nemici pronti a farci la pelle, pericolosi boss e una varietà di situazioni davvero notevole, le capacità estremamente basilari a nostra disposizione non saranno di certo sufficienti ed ecco entrare in gioco un altro pilastro fondamentale del gameplay: gli alleati. Librandosi in volo Otus potrà trasportare un alleato (quelli "fissi" sono tre) che ci garantirà ulteriori abilità. Il primo compagno che incontreremo sarà Geddy un ragazzo del nostro villaggio equipaggiato con una pistola in grado di eliminare vari nemici e di distruggere alcuni ostacoli. A darci un'ulteriore mano ci penseranno anche alcuni miglioramenti ottenibili semplicemente raccogliendo delle monete sparse per il mondo di gioco e facendo visita a Buccanary, un mercante dalla personalità a dir poco particolare.

Complessivamente ci troviamo di fronte a una serie di meccaniche ben implementate che compongono un gameplay divertente, ma anche impegnativo, che ha l'unica pecca della gestione non sempre perfetta del ritmo, soprattutto a causa di scene d'intermezzo legate alla narrazione che in alcuni casi risultano troppo invadenti e spezzettano esageratamente l'azione.

Al di là del volo le abilità del giovane Otus sono limitate, ma con l'aiuto dei suoi amici saprà sicuramente inventarsi qualcosa.

Se il gameplay rasenta la perfezione non si può di certo non elogiare anche il lavoro artistico dei ragazzi di D-Pad Studios. Per quanto inevitabilmente non riesca a incontrare il favore di tutti i palati, la pixel-art sfoggiata da Owlboy ci ha letteralmente lasciati a bocca aperta in più di un'occasione. Al di là della definizione di Hi-Bit pixel-art (considerata una versione più moderna che sfrutta anche risoluzioni widescreen) ciò che colpisce è la cura meticolosa riposta in ogni piccolo dettaglio a partire dai volti stessi dei personaggi, volti in grado di lasciar trasparire ogni tipo di emozione.

Il lavoro sulle musiche è altrettanto curato e ogni situazione di gioco è accompagnata da ritmi incalzanti o più rilassati alternati con grande efficacia. Non è presente alcun tipo di doppiaggio e purtroppo neanche la localizzazione in italiano, una mancanza che, considerando l'importanza della trama, potrebbe risultare difficilmente digeribile per tutti coloro che non masticano assolutamente la lingua. Gli sviluppatori non hanno proposto alcuna lingua alternativa all'inglese e probabilmente un lavoro di traduzione si sarebbe rivelato particolarmente svantaggioso e complicato per un team formato da appena cinque persone.

Un po' adventure, un po' platform e un po' metrodivania, Owlboy è in tutto e per tutto un piccolo capolavoro in ogni suo aspetto. Divertente da giocare, più che piacevole da guardare e coinvolgente al punto giusto grazie a un "eroe" che difficilmente vi lascerà indifferenti. Una piccola perla (l'ennesima) sfornata dal mondo indie che rischia purtroppo di passare inosservata di fronte alle grandi produzioni AAA di questo periodo.

9 / 10
Avatar di Alessandro Baravalle
Alessandro Baravalle: Si avvicina al mondo dei videogiochi grazie ad un porcospino blu incredibilmente veloce e a un certo "Signor Bison". Crede che il Sega Saturn sia la miglior console mai creata e che un giorno il mondo gli darà ragione.

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Owlboy

PS4, Xbox One, PC, Nintendo Switch

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