Pac-Man fu creato per le donne
E intanto compie 30 anni.
Un giorno lontano nella memoria, un ragazzo di nome Toru Iwatani pensò di realizzare qualcosa di fantastico, qualcosa di mai visto prima. Pensava a un videogioco e gli venne un'idea: quell'idea si trasformò in Pac-Man. Quel momento storico risale ormai a 30 anni fa e viene da chiedersi dove saremmo tutti noi se Iwatani-San avesse deciso di farsi un sonnellino quel giorno.
Fortunatamente decise di rimanere sveglio.
In tempi più recenti, un talentuoso scrittore di nome Tristan Donovan ha scritto un libro intitolato History of Computer Games. Per realizzarlo ha intervistato anche Toru Iwatani e ci ha dato il permesso di riprodurre una parte della loro chiacchierata.
Poche battute che ci hanno stupito e permesso di scoprire l'impensabile.
Quando ho cominciato a lavorare per Namco, nel 1977, la compagnia non realizzava videogiochi. Gli unici giochi meccanici ed elettrici che producevano all'epoca erano flipper. Ho cominciato a lavorare con loro perché volevo realizzare dei flipper.
La prima idea che ebbi fu di realizzare un videogioco che proponesse meccaniche tipiche dei flipper. Questa idea si trasformò in quello che può essere considerato il primo VG della storia Namco: Gee Bee.
Le specifiche hardware disponibili all'epoca non erano avanzate come quelle odierne, quindi abbiamo dovuto pensare a uno stile semplice ma piacevole e facilmente riconoscibile. Non è stato per niente facile ideare personaggi che creassero empatia con i giocatori disponendo di risorse così limitate. Il modo secondo noi migliore era di dare un'apparenza "kawaii" ai personaggi per attirare anche il pubblico femminile.
Era l'epoca pre-Famicom (NES), quindi gli unici posti in cui si poteva giocare con dei videogiochi erano le sale arcade. Gran parte dei giochi dell'epoca erano violenti e rivolti a un pubblico maschile, perché le sale giochi erano pfrequentate al 90% da maschi. Abbiamo deciso di provare a cambiare questa tendenza demografica, creando giochi che piacessero anche alle ragazze e magari alle coppie. In questo modo le sale arcade sarebbero potute diventare anche dei luoghi in cui andare per un appuntamento galante.
Sono cresciuto guardando i cartoni della Disney ma anche quelli giapponesi e leggendo i manga. Ho ricevuto svariate ispirazioni dalla mia vita giovanile ma quello che ho sempre voluto è creare prodotti per bambini e ragazzi. Non mi ci vedo proprio a realizzare giochi violenti, non è nella mia natura.
Come le dicevo, ero impegnato nel cercare di ideare qualcosa che potesse piacere anche al pubblico femminile e alle coppie. Quando ho pensato a cosa potesse piacere e divertire una ragazza, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di una torta. Mangiare un dolce era una cosa che piace a tutti e questo concetto di "mangiare" mi è rimasto in testa per molto tempo. Ho fatto delle ricerche e la prima immagine che ho trovato su un libro è stata quella di una pizza a cui mancava una fetta. In un certo senso, quindi, la prima versione che lei ha sentito era quella giusta... anche se solo in parte.
A differenza di altri titoli molto popolari in quei tempi, Pac-Man era stato pensato per giocatori diversi, per chi cercava un qualcosa di semplice e immediato. Quando venne lanciato non ottenne recensioni stratosferiche perché non era il gioco da fuochi d'artificio, non era sensazionalistico. Io stesso, da quelle prime reazioni, non avrei mai immaginato che si sarebbe trasformato in un fenomeno che dura ancora oggi.
Il copyright dell'estratto che avete appena etto appartiene a Tristan Donovan e Yellow Ant.