Pam & Tommy Recensione: Le verità sul sex tape di Pamela Anderson e Tommy Lee
La storia di una paradossale vendetta proletaria.
Ci sono storie che ne fanno venire in mente altre. Che è il bello delle storie scritte bene. Cominciamo così per commentare la serie tv Pam & Tommy, distribuita in queste settimane da Disney sul suo canale in streaming. La vicenda risale al 1995, ormai dimenticata, e farà risuonare un campanello solo ai più grandicelli, specie se appassionati di due generi che vantano molti adepti: l'heavy metal e/o il porno. Ma anche i semplici seguaci della notissima serie Baywatch, di cui Pamela Anderson era stata diva assoluta.
In quell'anno infatti Pam, esplosiva "Barbie Girl" dei sogni americani, aveva incontrato Tommy Lee, spettacolare batterista dei Mötely Crüe (era quello che nei concerti ruotava con tutta la sua batteria passando sulla testa degli spettatori). Lei era lanciatissima dalla serie tv, lui invece era una rockstar in discesa, la sua band poco alla volta messa in disparte dall'avvento del Grundge di Seattle, uno dal carattere assai irruento, a voler essere gentili. Dopo quattro giorni di furioso corteggiamento, si erano sposati.
Per celebrare l'evento avevano filmato un loro focoso rapporto sessuale e Tommy aveva poi messo il nastro nella cassaforte della sua ultra-lussuosa villa losangelina. Ma il nastro sarà trafugato da Rand Gauthier, un artigiano con gravi problemi economici, ingiustamente non pagato dal rocker per dei lavori di ristrutturazione, e dopo vari passaggi, finirà prima venduto su un nascente web, poi duplicato (la pirateria esiste dalla notte dei tempi). Anche Bob Guccione, rivale storico di Hugh Hefner, ci metterà le mani sopra, per aumentare la tiratura del suo Penthouse.
In tutto questo, Pamela sarà comprensibilmente devastata, anche perché del tutto incolpevole (la donna in questi casi viene sempre giudicata più severamente del partner maschile); Tommy non ci farà comunque una bella figura, mentre si agita sguinzagliando sulle tracce di Rand un investigatore dai metodi molto spicci e un paio di maneschi Hell's Angels suoi ammiratori; Rand, che era partito da un sacrosanto desiderio di vendetta, pagherà in parte il fio delle sue colpe. Ma nessuno ci farà una bella figura e alla fine l'eccessiva coppia sarà veramente quella che subirà i danni più pesanti. Si smentisce quindi la teoria serpeggiata allora, che fossero stati proprio loro a diffondere il video, per farsi pubblicità.
La serie, scritta da Robert Siegel, autore di film diversi come The Wrestler, Turbo, The Founder, è tratta da un articolo scritto nel 2014 da una giornalista investigativa su Rolling Stone e non è stata mai sottoposta all'approvazione dei diretti interessati. E si avvantaggia di un cast di incredibile aderenza. Lily James, la stucchevole Cinderella del film di Branagh, è stata ricostruita come un cyborg per diventare un vero clone dell'originale (si specifica che tutte le protesi erano rimovibili, ogni modifica estetica è stata frutto della bravura dei truccatori), che però non inficiano la sua capacità di trasmetterci i sentimenti del suo personaggio, che suscita una certa dose di tenerezza.
Anche Sebastian Stan, il malinconico Winter Soldier di Marvel, sembra divertirsi a girare con le chiappe al vento e una protesi anteriore più volte esibita, ricoperto da un geroglifico di tatuaggi e piercing, mentre si abbandona a prevedibili eccessi. Seth Rogen è sempre lui, percepito a vita come un omone anche se immensamente dimagrito dai tempi dei suoi esordi, con il suo mullet a farlo ancora più umile working class hero, ben più civile dei suoi clienti e capace di suscitare solidarietà. Sempre splendido Nick Offerman, dal cinico sguardo, che è il socio di Rand, attore che abbiamo imparato a conoscere grazie a serie tv come Fargo, Devs, The Great North.
La serie lascia piacevolmente sorpresi perché vira in una direzione che l'argomento trattato non lasciava supporre, non la guardi chi fosse in cerca di scene osé o di dettagli scabrosi. Se di "scabroso" si può parlare, riguarda una scena del secondo episodio, esilarante e non certo morbosa, di cui è protagonista Tommy. Tutti i personaggi sono ben scritti, ciascuno con quel tocco in più che ci fa cambiare opinione su di lui e poi magari ancora. E poi ci sono temi interessanti, siamo negli anni in cui il porno era dilagato grazie ai VHS ma si stava affacciando la minaccia della pornografia online.
Si vede l'inizio complesso delle vendite attraverso internet e della pirateria, sempre pronta a buttarsi al volo su qualunque affare redditizio. Ma non manca un quadro desolante dell'ambiente cinematografico, per la situazione di inferiorità in cui era tenuta un'attrice che, avendo puntato sulla propria avvenenza, veniva giudicata incapace di intendere e volere, pezzo di carne da vendere, disprezzandola per gli stessi motivi per cui veniva usata. C'è poi il tema sempre godibile dell'arroganza della rockstar, afflitta da delirio di onnipotenza, proprio mentre il suo successo cala e si intravede l'inizio di un tunnel che porta al dimenticatoio.
Ma tutto questo non sarebbe successo se Tommy fosse stato meno arrogante, meno gratuitamente scortese e crudele nei confronti di chi stava lavorando per lui. E così abbiamo pensato a quanti "sottoposti", impiegati presso delle celebrities cafone hanno lasciato filtrare indiscrezioni, rivelato segreti che hanno messo in pesante imbarazzo gli ex datori di lavoro. I primi cui pensare sono ovviamente gli appartenenti a vario grado alla sterminata servitù di Buckingham Palace, regno del gossip (nonostante severi accordi di riservatezza, immaginiamo). Molti poi si sono arricchiti, con testimonianze indiscrete e poi addirittura libri scritti sui regali "padroni", che nella vita privata di regale non hanno proprio nulla.
Da Diana per arrivare al Principe Andrea, passando per il ghiotto matrimonio Megan/Harry la lista è lunga (pare che Megan Markle, tirannica e invisa alla servitù di Palazzo, fosse definita con il soprannome di Me-gain, dove gain vuol dire guadagno). Per la gioia dei giornali scandalistici, abbiamo avuto nomi e cognomi di amanti, pettegolezzi fantasiosi su varie attribuzioni di maternità, molteplici ipotesi degne di un thriller sulla morte di Diana, tutti ricavati da chiacchierate informali ma ben retribuite con maggiordomi, camerieri, segretari, autisti.
Senza pensare a personaggi di ben altro livello, che hanno "tradito" istituzioni come l'Esercito o la NSA, disgustati da quanto vedevano accadere, come Edward/Chelsea Manning o Edward Snowden, proseguiamo in frivolezza con Naomi Campbell, super-modella degli anni '80/90, assurta alle cronache oltre che per i fidanzati ricchissimi, per aver picchiato duramente una cameriera accusata del furto di un paio di jeans. Sharon Stone obbliga i dipendenti a lavare e pulire in continuazione la sua macchina preferita, i camerieri di Paris Hilton devono assicurarsi che le sue borse, tenute in frigorifero, mantengano una temperatura di 12 gradi. Anche la Signora Bryant, ormai tragicamente vedova di Kobe, trattava male una cameriera mentre la faceva lavorare 60 ore alla settimana. Jennifer Lopez è tirannica e prepotente con le sue babysitter, con Streisand e Stallone la servitù non deve permettersi di interloquire.
Madonna costringeva i domestici a seguire le sue fisime alimentari e controlla gli scontrini della spesa. Lady Gaga non paga gli straordinari, altre dive sono semplicemente disordinate e sporche e Clooney controlla che la servitù non beva i suoi liquori più costosi (ma dove troverà il tempo). Perfino due Vip de noantri come Carmen Russo e Paolo Turci erano stati denunciati per aver tenuto dei domestici a due euro all'ora e accusati di violenza privata per quanto li trattavano male. Tutti i Vip sembrano insomma come minimo dei tirchi vergognosi, con altissime pretese mai adeguatamente remunerate. Perfino gli addetti al delivery raccontano cose sgradevoli su tanti clienti famosi, che non smollano nemmeno una mancia.
Tutte queste vittime di facoltosi datori di lavoro saranno pagate così bene da evitare che qualche leak arrivi ogni tanto ai tabloid scandalistici? Sarebbero così indiscreti se fossero davvero in buoni rapporti con i loro datori di lavoro? Come riflessione finale, non c'è che il solito consiglio: non c'è cassaforte abbastanza resistente o Cloud così blindato da riuscire a custodire un segreto davvero imbarazzante. Quindi meglio evitare di produrre materiale compromettente. Vale per i Vip ma sappiamo bene che vale anche per noi comuni mortali. E, come si mostrava nel divertente film King's Man - Le origini, attenzione alle chiacchiere quando nella stanza si aggira un invisibile addetto alla servitù. Non è un pezzo d'arredamento e ha le orecchie.