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Patapon 3

Più bello, più grosso e più difficile.

Le prime battute appaiono persino troppo facili: con due tamburi equipaggiati, due sole combinazioni possibili (marcia e attacco) e combattimenti lampo, mantenere il giusto ritmo non rappresenta affatto un problema.

La situazione però non tarda a complicarsi: i tamburi raddoppiano in fretta, e con essi sale il numero di azioni possibili (elencate nella parte alta dello schermo). Le battaglie brillano per bastardaggine, prodighe nell'elargire eserciti armati di tutto punto, pericolose creature e, non ultimi, boss di fine livello enormi al punto di rendere insufficiente lo spazio su schermo.

Muoversi con un approccio tattico che alterni attacchi, salti e difese diventa quindi obbligatorio, e considerando che per inanellare le combo migliori serve una tempismo svizzero nel colpire i tamburi, proverete sulla vostra pelle quello stato di profonda disperazione mista a ira funesta scaturito da un fatale errore di esecuzione, che obbligherà a suonare "da capo" e riempire di nuovo la barra del Fever.

Più la nostra performance è perfetta, infatti, più tale barra si riempie: raggiunto il massimo, l'armata andrà in berserk e fintanto che non si commettono errori combatterà al massimo del proprio potenziale offensivo. Ma fidatevi, è molto più facile a dirsi...

La maggior profondità narrativa trova conferma in un parco location vasto, che spazia da deserti a ghiacciai e foreste.

La situazione non si fa più facile all'interno del villaggio dei Patapon, cuore ruolistico dell'IP. Seppur l'utilizzo della musica cerchi di mascherare gli aspetti più tattici e ingarbugliati, basta muoverci alcuni passi virtuali per accorgersi del numero allucinante di opzioni a disposizione del giocatore. Se già in Patapon 2 si era visto un netto boost nella customizzazione e nella gestione delle risorse, in questo terzo capitolo essa raggiunge livelli ancora più elevati.

Gestire anche solo i quattro Eroi, dimenticandosi per un attimo delle possibilità di crafting offerte dal titolo, richiede fatica e tanta pazienza, quantificabile in almeno un paio di ore di gioco in cui vi limiterete a premere triangolo (il pulsante associato a "ottimizza tutto"). Ci sono classi di guerriero differenti con abilità specifiche, tonnellate di armi ed equipaggiamenti dagli attributi più disparati, elenchi di skill attive e altre passive non utilizzabili, alberi di crescita.

Tutto questo si traduce in enormi menù che sbucano da ogni dove, troppo grandi persino per lo schermo della PSP. E se tutto ciò non dovesse ancora bastare, potrete occupare il restante tempo libero nella creazione di armi e chincaglierie affini portando al fabbro i materiali raccolti nelle varie location o nelle apposite missioni collaterali.

Soldati in modalità berserk: con la barra Fever piena, le loro potenzialità offensive crescono esponenzialmente.

Aumento della difficoltà a parte, le variazioni del single player sono tuttavia modeste, limitate all'inserimento di un Eroe più potente dei suo compagni e alla possibilità di effettuare attacchi più letali riempiendo "due volte" la barra Fever. Ovvio, sempre se sarete abbastanza bravi per riuscirci. E se da un lato ciò non rappresenta necessariamente un difetto, resta comunque un po' di amaro in bocca nel vedere una struttura riproposta quasi pedissequamente senza innovazioni sostanziali.

L'introduzione di un comparto multiplayer efficiente è senza dubbio l'aggiunta più interessante, seppur un po' tardiva: è possibile affrontare l'intera avventura in un'avvincente modalità cooperativa a quattro, oppure destreggiarsi nelle nuove Missile, Obstacle Race e Tower Defence Mission, sino ad un massimo di 8 giocatori connessi ad hoc. È inoltre disponibile una sfida sbloccabile versus, che mette faccia a faccia (o meglio, tamburo contro tamburo) due squadre di quattro elementi.

Ineccepibile il reparto grafico, che riconferma standard elevati grazie a uno stile caratteristico che fa ricorso alla tecnica controluce; le animazioni dei personaggi spiccano per l'ottima fattura, al pari di un parco scenari numeroso e variopinto. Il tutto, ovviamente, è costantemente accompagnato da una colonna sonora ispirata, che rimbalza con maestria tra ritmi tribali scanzonati e sonorità quasi rockeggianti.

Alla fine della fiera, Patapon 3 riconferma quanto di buono seminato sino ad oggi, offrendo un gameplay accattivante reso ancora più piacevole da una veste grafica rinnovata. Certo le novità, se escludiamo il multiplayer e un brusco innalzamento della difficoltà, si estinguono prematuramente, e il rischio di trovarsi di fronte ad una meccanica priva di acuti non è così trascurabile. Ma se avete amato alla follia i precedenti episodi e non sapete resistere al fascino di quattro improbabili soldati canterini, non esiste ragione alcuna che vi impedirà di apprezzarlo.

7 / 10
Avatar di Alberto Destro
Alberto Destro: Eterno Peter Pan intrappolato nel corpo di un trentenne, ha barattato la propria ombra per tastiera e controller. Il tutto per la gioia dell'adorata moglie, che si chiede cos'ha fatto per meritarsi un tale nerd.

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Patapon 3

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