Pathfinder: Wrath of the Righteous - recensione
Un'avventura cappa e spada che aspettavamo da tempo!
Quando pensiamo al genere dei CRPG (Computer RPG), due franchise saltano alla mente immediatamente: Baldur's Gate e Divinity: Original Sin. Il primo, forte del sistema di regole di Dungeons and Dragons, ha permesso la creazione, di titoli quali Icewind Dale e Planescape Torment, diventando il metro di paragone per ogni titolo ispirato al sistema di controllo e gameplay; il secondo, con due titoli eccellenti, ha colmato il vuoto lasciato da quella saga, permettendo ai fan del genere di cimentarsi con un esperienza unica e una storia incredibile.
Nel 2018 Owlcat Games decise di inserirsi in questo contesto con Pathfinder: Kingmaker, un titolo che, nonostante un buon successo di pubblico, non fece abbastanza da scalzare i due leader da una posizione di assoluto dominio del settore.
I problemi del primo Pathfinder riguardavano l'estrema complessità e alcune scelte stilistiche non troppo gradite dal pubblico (quest a tempo e impossibilità di creare un personaggio malvagio), relegandolo forse più ad una nicchia di pubblico, già appassionata della versione da tavolo di questo ruleset (Pathfinder nacque da una costola di D&D 3.5).
Owlcat di certo non ha gettato la spugna, presentandoci ora Pathfinder: Wrath of the Righteous (WotR), il sequel di Kingmaker, ambientato nello stesso mondo ma con una storia completamente slegata dal predecessore.
WotR è ambientato in Golarion, per la precisione nel reame di Sakoris, una regione che ha subito attacchi e devastazione per mano di un'orda di demoni che sembra essere senza fine, entrati in questo mondo grazie agli studi sulla magia occulta (e un portale) del mago Areelu Vorlesh.
Numerose sono state le crociate lanciate dalla resistenza per annientare questa avanzata, ma tutte invano e dopo quasi 100 anni di battaglie, Sarkoris è ormai ridotta ad una landa desolata infestata da demoni di ogni tipo, tanto da cambiarne persino il nome in Worldwound (Ferita della Terra).
Saltando ai nostri giorni, il gioco si apre con quello che sembra un momento idilliaco: festività, un banchetto, celebrazioni di ogni sorta, disturbate da principio solo dal nostro arrivo, in barella, con una ferita causata da demoni, sempre intenti a porre assedio alle fortificazioni delle città del regno.
Dopo essere stati rammendati con cure magiche, la gioia e le risate della celebrazione immediatamente si interrompono, con un'invasione in massa da parte di un'orda di creature infernali, comandata in persona dal Lord dei Demoni Deskari, che con l'aiuto di un altro Lord, Baphomet, ha deciso di portare un assalto brutale e violento per spazzare via ogni resistenza e instaurare un regno demoniaco.
Lo schermo diventa nero, e ci troviamo sotto la città, in caverne diroccate con rumori di devastazione e battaglie sopra di noi a ricordarci che il fatto di essere ancora vivi non vuol dire che siamo fuori pericolo.
Comincia così la nostra avventura, con una sorta di tutorial molto interattivo che ci spiega come funzionano tutte le varie opzioni di gioco, movimento e combattimento. Una guida fondamentale per chi non sia completamente familiare con il sistema di regole di Pathfinder, che fa della complessità e profondità il suo punto di forza sin dalla creazione del Personaggio.
In WotR come sempre in titoli di questo tipo, abbiamo la duplice scelta di usare un personaggio predefinito, o di crearne uno da zero, un'opzione questa che sempre consigliamo. Forgiare e plasmare il protagonista con le nostre mani aggiunge quel tocco di immersione nel mondo che ci permette di apprezzare ancora di più la storia e le gesta del nostro gruppo di eroi.
Le opzioni fornite da WotR sono tantissime: 25 classi, ognuna delle quali suddivisa in 5 sottoclassi e archetipi, 13 classi di prestigio (sbloccate ad alti livelli con dei prerequisiti da ottenere) e ben 12 razze.
A seconda di quanta complessità vogliamo aggiungere alla nostra combinazione di classe, razza, background, abilità, punteggi, talenti e allineamento, la creazione del personaggio può durare anche fino ad un'ora, mostrando quindi un'attenzione quasi maniacale ai dettagli per quello che molti giocatori di RPG considerano il punto chiave di ogni campagna.
La cosa che più colpisce inoltre di questo processo è che ogni scelta effettuata in fase di creazione, va ad influenzare direttamente le nostre opzioni durante le quest e la storia principale, sbloccando linee di dialogo basate sulla nostra conoscenza delle religioni, sulla persuasione e persino sulla nostra razza e classe, dimostrando quindi l'importanza delle nostre scelte ed un sistema dinamico di dialoghi davvero incredibile, rendendo ogni quest risolvibile in molti modi diversi a seconda della composizione del nostro party.
Per quanto riguarda il combattimento, WotR risulta essere molto più accessibile del suo predecessore Kingmaker, fornendoci aiuti a schermo e spiegazioni con dei tooltip che sono integrati perfettamente nel gioco, invece di avere un lungo tutorial iniziale con una tonnellata di informazioni e numeri che poi ci lascia poi in balia degli eventi per il resto del gioco.
Owlcat inoltre ha ascoltato la community così tanto da introdurre in questo secondo capitolo l'opzione per passare da Real Time a Turn Based, una scelta questa accolta da 2 ore di applausi e standing ovation; la possibilità infatti di pianificare le proprie azioni seguendo una timeline basata sull'iniziativa ci permette di intavolare strategie e posizionamenti perfetti per sfruttare al meglio ogni situazione e incontro, e sebbene il Real Time aggiunga un elemento di realismo al gioco, a nostro avviso ogni CRPG andrebbe giocato a turni, come una vera e propria sessione da tavolo.
Non dimentichiamoci però che saremo sempre in balia dei dadi, e che anche le tattiche perfette possono essere smantellate da una serie di sfortunati eventi, ma questo è un prezzo che siamo disposti a pagare, perché parte intrinseca del gioco. Nota a margine, come in ogni sessione in carta e penna, il fuoco amico esiste e lanciare pertanto palle di fuoco in mezzo al gruppo, con l'intento di colpire il nemico, può causare morte e distruzione nei nostri ranghi, quindi state attenti, non state giocando a Diablo!
Un'altra opzione che aggiunge "realismo" a WotR è la possibilità di fare campo pressoché ovunque, non solo per recuperare le nostre forze e ridurre il nostro livello di fatica, ma anche per curare ferite, fare da mangiare, creare pozioni e pergamene, con l'opzione di scegliere anche chi mettere di guardia in caso di attacchi inaspettati.
Inoltre, possiamo assegnare alcuni membri del party alla preparazione di rituali protettivi con lo scopo di respingere la corruzione demoniaca attorno a noi, permettendoci di dormire senza interruzioni. Un riposo turbolento, infatti, aggiunge livelli di fatica ai nostri personaggi, abbassando di conseguenza i punteggi delle loro abilità.
Il nostro eroe viene accompagnato da altri 5 compagni, trovati e arruolati nelle varie aree esplorate, selezionati da un pool complessivo di 13, con una vasta selezione di combinazioni classe-razza, in modo da creare il party perfetto. Alcuni saranno più adatti di altri, specialmente se in conflitto con allineamento o ethos.
Con un'opzione inoltre possiamo decidere che anche i personaggi messi momentaneamente in panchina possano ricevere punti esperienza, così da facilitare il nostro compito laddove avessimo necessità di più cure o più forza offensiva, aggiustando il team di conseguenza. Nelle aree comuni, come la taverna iniziale in Kenabres, potremo inoltre dialogare con ciascuno di essi, spesso sbloccando quest private riguardanti il loro background.
Un'aggiunta assai interessante per la progressione del nostro eroe è il Mythic Path, un'ulteriore caratterizzazione che ci permette quasi di assaporare il potere di un semidio, affiancando al nostro arsenale un set di talenti ed abilita devastanti, e sbloccando ulteriori opzioni di dialogo.
Per quanto riguarda la storia, siamo di fronti a un'epopea fantasy davvero ben scritta, con (tanti) dialoghi perfetti, e una tonnellata di libri e pergamene, sparsi in ogni locazione visitata, per ogni amante del lore. La quest principale e ogni quest secondaria per i vari compagni d'avventura, sono tutte doppiate, aggiungendo carattere ad ogni eroe e rendendo il gioco ancora più vivo.
Graficamente, WotR è un piccolo gioiello da ammirare. Ogni locazione ha una tonnellata di dettagli da guardare, e con la possibilità di ruotare la camera a 360 gradi possiamo ammirare ogni angolo di ogni mappa. Gli effetti degli incantesimi inoltre sono pressoché perfetti. Musiche e sonoro sono al pari della parte estetica con musiche evocative e mai monotone.
Con oltre 100 ore di gameplay e la possibilità di giocare effettuando scelte diverse ogni volta, Pathfinder: Wrath of the Righteous risulta essere un ottimo titolo, sia per gli amanti dei CRPG che attendono spasmodicamente l'uscita di Baldur's Gate 3, sia per i neofiti del che si avvicinano al genere solo adesso, grazie ad un tutorial completo e mai invasivo. Ben fatto Owlcat Games!