Perché Omero avrebbe apprezzato Assassin's Creed Odyssey - editoriale
Un racconto epico che verrà tramandato nelle generazioni.
Attenzione, il seguente articolo contiene molti spoiler su Assassin's Creed Odyssey. Se non avete ancora finito il gioco vi consigliamo di non proseguire nella lettura.
C'è un termine più schifosamente abusato di “epico” per riferirsi ai videogiochi? Onestamente faccio fatica a pensare ad una parola più criminale di questa, anche se forse “immersivo” potrebbe competere per il titolo. Il termine “epico” ha permeato la nostra coscienza collettiva a tal punto da diventare persino il nome di uno sviluppatore. In quanto spettatrice regolare di eventi come E3, PAX, CES e tutto il resto, sono davvero stufa della parola “epico”. Con la presente, ne richiedo la rimozione da tutti i discorsi futuri di chiunque abbia intenzione da ora in poi di mettere piede su un palcoscenico per parlare di un gioco.
Ora che ce ne siamo liberati, sono qui per dirvi che Assassin's Creed Odyssey è un gioco epico.
La parola “epico” deriva dal termine greco “epos”, che significa “parola” o “storia”. Come aggettivo, ha preso il significato di qualcosa di eroico o di grandi dimensioni e come sostantivo si riferisce ad un lungo poema, spesso proveniente da un'antica tradizione orale, che narra le avventura di figure leggendarie. Naturalmente, quando pensiamo a questo termine, ci viene in mente un poema in particolare: l'Odissea di Omero. La parola “epica” è così diventata sinonimo di Omero nel corso dei secoli, insieme alla parola “omerico” che usiamo per descrivere qualcosa di leggendario e grandioso.
Per chi non conoscesse l'Odissea, si tratta di un poema che si ritiene essere stato scritto intorno al 700 a.C. dal poeta (o, più probabilmente, da più poeti) chiamato Omero. L'opera segue le gesta dell'eroe Ulisse nel tentativo di tornara nella sua terra natia, Itaca da Troia, luogo in cui ha trascorso gli ultimi dieci anni in guerra contro i Troiani (per saperne di più sulla guerra, vi rimandiamo all'Iliade). Ulisse dovrà affrontare una serie di prove durante il suo viaggio, combattendo contro mostri leggendari e resistendo alla seduzione di meravigliose dee, ma alla fine riuscirà a tornare a casa dopo altri dieci anni in balìa del mare e degli eventi, sette dei quali trascorsi su una lussuriosa isola facendosela con una dea.
Il poema di Omero rappresenta le fondamenta su cui si è appoggiato Assassin's Creed Odyssey. E a volte lo fa in modo sfacciatamente visibile, altre volte invece, silenziosamente, con dei piccoli accenni. Non è sempre chiaro quanto siano consapevoli questi riferimenti da parte degli sviluppatori, ma ciò che è evidente è quanto il tono generale del gioco attinga da questo poema. Un'enorme, travolgente narrazione di eroi coraggiosi, che, tramite l'occasionale intervento degli dei, riescono a realizzare grandi prodezze. Assassin's Creed è il gioco perfetto per rendere giustizia a Omero.
Per costruire un legame ancora più evidente con l'opera di Omero, iniziamo l'avventura a Cefalonia, il luogo in cui secondo il gioco e soprattutto la maggior parte degli studiosi moderni, viene collocata la casa di Ulisse, Itaca. Come se non bastasse, facciamo molto presto la conoscenza di Odessa, una discendente di Ulisse determinata a diventare una grande eroina proprio come il suo antenato. I desideri di Odessa prefigurano il viaggio che Kassandra (o Alexios) sta per intraprendere. È significativo che il viaggio di Kassandra inizi proprio nel luogo in cui si è concluso quello di Ulisse, come se la fiaccola passasse da un eroe leggendario all'altro. Noi, in quanto giocatori, siamo immediatamente spinti a mettere a confronto la storia del nostro personaggio con quella del grande eroe Ulisse: un paragone che funziona fin troppo bene.
Il primo grande nemico di cui ci occuperemo nel gioco è il Ciclope, un capo bandito con un occhio finto fatto di oricalco. In una delle prime missioni, Kassandra ruba l'occhio del Ciclope, per poi compiacersene quando successivamente lo sconfigge, infilando l'occhio letteralmente nel… ehm… próktos di una capra. E questo ci ricorda come è iniziato il lungo viaggio di Ulisse. L'eroe, intrappolato nella caverna di Polifemo, accecherà l'occhio del ciclope del per poter fuggire. Mentre Ulisse scappa dall'isola di Polifemo, proprio come Kassandra, si compiace del fatto che sia stato lui ad aver accecato il ciclope. Questa faccenda tra Kassandra e il Ciclope attirerà l'attenzione di Elpenore, che spingerà la protagonista ad intraprendere un viaggio attraverso tutta la Grecia per riunire la propria famiglia. Allo stesso modo, la questione tra Ulisse e il ciclope scatenò l'ira di Poseidone (il padre di Polifemo) e costrinse l'eroe ad un viaggio di dieci anni in mare per riuscire a tornare a casa dalla sua famiglia.
Il tema del ritorno a casa è la linfa vitale di entrambe le storie. I nostri protagonisti stanno entrambi cercando di ricongiungersi con le proprie famiglie dopo molti anni di separazione causata da forze che si trovano al di fuori del loro controllo, sebbene il concetto di “casa” sia differente per ciascuno di loro. Per Kassandra, “tornare a casa” significa riunire la sua famiglia piuttosto che tornare a Sparta, suo luogo di nascita. Per Ulisse invece, tornare a casa significa liberare fisicamente il suo palazzo dai pretendenti della moglie, che lo hanno occupato durante la sua lunga assenza. Nel caso di Assassin's Creed, il giocatore può decidere fino a che punto Kassandra sia guidata dal desiderio di riunire la sua famiglia o dal desiderio di vendicarsi, ma nonostante ciò, l'obiettivo di superare quelle forze che hanno distrutto la sua famiglia è lo stesso di Ulisse.
Kassandra all'inizio sente che sono gli dèi i responsabili della separazione dalla sua famiglia, e il giocatore, nel corso della storia, ha la possibilità di scegliere diverse opzioni di dialogo che possono mostrare rabbia teologica o scetticismo. Allo stesso modo, Ulisse rimase lontano dalla propria famiglia a causa dell'interferenza di divinità vendicative come Zeus e Poseidone (nonché da dee assetate come Calipso). Tuttavia, a differenza della storia di Kassandra, quella di Ulisse non è manovrata da alcun cultista che maschera le proprie azioni con l'interferenza divina. È la solita vecchia solfa della mitologia greca: gli dèi sono un enorme mucchio di stronzi.
I rapporti con gli dèi non sono però sempre così difficili per i nostri protagonisti. Nonostante le sfide lanciate dalle divinità, entrambi sono descritti come simili a dèi e favoriti dagli stessi. Ulisse è uno dei preferiti di Atena: la dea infatti interviene regolarmente sia indirettamente che di persona per aiutarlo nel suo viaggio di ritorno. Si dice invece che Kassandra sia stata benedetta da Zeus e che abbia ricevuto in dono dal dio l'aquila Icaro. In seguito, apprenderemo che la protagonista è effettivamente discendente degli Isu. L'antica civiltà che nella serie di Assassin's Creed prende le sembianze delle antiche divinità greche e romane.
È proprio la mescolanza tra storico e fantastico a rendere Assassin's Creed la serie perfetta per portare avanti l'eredità di Omero. L'Odissea non è un poema noioso, impenetrabile e complesso, soprattutto se lo si legge con la giusta traduzione. Il viaggio dell'eroe è eccitante e dinamico, con un protagonista complicato e imperfetto che spesso prende delle pessime decisioni che portano persino alla morte di tutto il suo equipaggio, eppure Ulisse è ancora rispettato come un eroe. La storia dell'Odissea sembra fatta apposta per i videogiochi, ma ancora di più per Assassin's Creed Odyssey che, con il suo stile RPG, consente ai giocatori di essere liberi di commettere i propri dolorosi errori, senza cessare di farli apparire come eroi, alla fine.
Assassin's Creed Odyssey rende onore alla sua fonte d'ispirazione omerica. Dalle dolci colline della Grecia antica, ai mari insidiosi, agli scontri epici con terrificanti mostri mitologici, la sensazione di trovarsi all'interno di un vero poema epico pervade tutto il gioco. Dopo averlo completato, si ha come la forte sensazione che la leggenda di Kassandra verrà tramanda per generazioni in poemi, canzoni e palcoscenici.