Persona 5 Strikers - recensione
L'ultima missione dei Ladri Fantasma, prima del college.
Abbiamo discusso, nel corso della nostra prova, di quanto interessante ci fossero parse le prime ore di gioco di Persona 5 Strikers. Oggi, possiamo finalmente parlare dell'esperienza completa e di tutto ciò che abbiamo apprezzato e meno apprezzato del titolo.
Il primo, importante punto da sottolineare è legato alla trama. Persona 5 Strikers è caratterizzato per ricordare in ogni suo aspetto il classico "viaggio shonen manga", con i protagonisti in marcia verso una meta non ben definita, ma con un chiaro obiettivo nella mente: quello di sconfiggere il cattivo di turno, riportare la pace in ogni possibile luogo... e divertirsi quanto più possibile.
Joker e i suoi amici si ritrovano infatti a intraprendere una gita a bordo di un camper durante le loro ultime vacanze estive da passare insieme, nel tentativo di scoprire il segreto dietro la nuova, ma familiare minaccia legata al Metaverso: le Prigioni. Simili, eppure molto diverse dai Palazzi dell'originale Persona 5, questi luoghi di tormento sono presidiati da minacciosi e potenti Monarchi, in grado di plagiare le menti delle persone rubando i loro Desideri.
Una volta esplorata la Prigione, insidiato il Tesoro del Monarca e risvegliato il suo cuore, tutto sembra tornare alla normalità... o quasi. Non vogliamo rovinare l'esperienza a chi non conosce ancora la storia di Persona 5 Strikers, ma vi garantiamo che, per quanto decisamente più scontato rispetto ad alcuni colpi di scena di Persona 5, il segreto dietro l'esistenza delle Prigioni e alla reale minaccia che trama nell'ombra risulta abbastanza interessante: non tanto per il plot twist in sé che, come già detto, è abbastanza anticipabile, quanto per le ragioni di fondo che spingono i vari personaggi, alleati e nemici, ad agire.
Chi ha giocato l'originale Persona 5 noterà ben più di qualche eco di rimando a eventi e situazioni del passato; inoltre, nonostante la nuova storia sia del tutto comprensibile anche senza aver giocato il primo gioco, è evidente che la caratterizzazione di tutti i vecchi personaggi sia rimasta del tutto inalterata. Non aspettatevi quindi chissà quale finale epico e inaspettato, o evoluzione nella personalità e nei rapporti fra i protagonisti, abbastanza cristallizzati nei loro ruoli e modi di fare.
I due nuovi protagonisti, Sophia e Zenkichi, hanno un ruolo davvero importante per la storia in sé, ma purtroppo, almeno questa è stata la nostra impressione, la loro integrazione risulta "temporanea" fin da subito: le dinamiche del gruppo sono già consolidate e per questo motivo, la sensazione di "personaggio ospite" non è mai ben nascosta allo sguardo di un videogiocatore con qualche annetto di gaming alle spalle, forse perché si è scelto di non osare, rischiando di alterare in qualche modo le dinamiche di un party già visto dai fan come completo.
E, a proposito di veneranda età, vogliamo comunque ribadire quanto gradevoli siano i due nuovi personaggi di Persona 5 Strikers, nonostante arrivino in ritardo per poter essere pienamente definiti "parte del gruppo": Zenkichi, in particolare, è un caso più unico che raro all'interno della saga dei Persona, proprio per vita di un'età anagrafica decisamente lontana da quella del classico personaggio studente e teenager visto fino ad ora. Padre e poliziotto, le sue motivazioni e il suo modo di porsi saranno completamente diversi da quelli di tutti gli altri e offrono un nuovo punto di vista dei problemi, ma anche del modo di giudicare l'operato presente e passato dei famosi Ladri Fantasma: un'ottima idea, insomma, che come unica pecca ha quella di concedergli un ruolo concretamente attivo nel party solo a partire dalla seconda metà della storia.
Confermiamo come grande assente tutto il contenuto aggiuntivo dell'edizione Royal, che rende a tutti gli effetti Persona 5 Strikers un sequel diretto della prima versione di Persona 5. Non ci è dato sapere, al momento, se sono previste per il futuro espansioni, DLC o nuove edizioni del titolo, che terranno conto delle differenze introdotte in Persona 5 Royal. Come nota positiva, bisogna però ricordare che, per la prima volta, i giocatori della versione originale del gioco potranno vivere l'avventura con una localizzazione italiana, che tornerà non poco utile vista l'ovvia presenza di decine e decine di minuti di dialoghi (a volte anche consecutivi) fra i vari personaggi.
Trattandosi di un gioco ibrido fra il classico gioco musou del filone Warriors e l'ancor più classico jRPG Persona, Persona 5 Strikers ha una longevità di tutto rispetto: prima di raggiungere i titoli di coda, a difficoltà standard e senza puntare a un completismo esagerato, il timer della nostra partita aveva decisamente superato le 50 ore di gioco. Alla campagna principale, estremamente lineare e story driven, vanno ad aggiungersi le già citate missioni secondarie (le Richieste) e alcune battaglie contro Ombre particolarmente ostiche, pensate per l'endgame; torna, come prevedibile, anche la possibilità di rivivere l'esperienza in Nuova Partita +, senza quindi perdere i progressi della prima run e potendo ottenere Personae uniche.
A mancare del tutto, rispetto al gioco originale, sono le attività quotidiane opzionali, le relazioni con ciascun membro del gruppo (sostituite da un'unica barra di Legame col gruppo) e, strano ma vero, il limite di tempo di ogni singola giornata: è possibile entrare e uscire liberamente dalle Prigioni senza conseguenze, scegliere se ascoltare o meno le Richieste di chi ha bisogno di aiuto e cucinare tonnellate di curry senza che Morgana ci ricordi quanto siamo stanchi e quanto sia importante riposare in preparazione del giorno successivo... Dopotutto, siamo in vacanza. Sarà inoltre possibile rivisitare in ogni momento le Prigioni già liberate, visto che queste non finiranno distrutte una volta sconfitto il loro Monarca.
La semplificazione di gran parte delle meccaniche del gioco originale conferma l'intenzione, da parte degli sviluppatori, di offrire un'esperienza "light" del classico Persona 5, in grado di far avvicinare al franchise anche videogiocatori del tutto avulsi al genere jRPG puro. Il risultato, tirando le somme, ci ha pienamente convinti, proprio in virtù del fatto che Persona 5 Strikers vuole portare avanti e celebrare tutto ciò che il titolo originale ha di buono, ma in una declinazione tutta sua.
Prima di proseguire, non possiamo che fare una menzione d'onore tanto all'eccezionale colonna sonora, che comprende tracce di entrambe le edizioni di Persona 5, quanto al comparto tecnico del gioco: al netto di un riciclo quasi totale di asset per quanto riguarda i nemici, le ambientazioni saranno tutte uniche e dalla forte atmosfera, sia nel mondo reale che nel Metaverso. Non aspettatevi ovviamente una grafica next-gen né, stando a quanto dichiarato dagli stessi sviluppatori, un prossimo upgrade del software per la nuova generazione videoludica.
Il gioco risulta comunque fluido e rapido nei caricamenti anche se giocato su console di "vecchia" generazione, riuscendo a mantenere i 60fps durante le battaglie più caotiche e offrendo un ottimo feedback agli input grazie a dei comandi estremamente reattivi, che permettono al giocatore di sentirsi sempre nel il controllo della situazione.
Parliamo, infine, del gameplay: avanzando nel corso della storia, si sbloccheranno nuovi tipi di Esecuzioni (cosa presente anche nell'originale Persona 5) per ottenere Personae più potenti e con abilità particolari per il silenzioso protagonista, mentre i vari membri del gruppo si limiteranno ancora una volta a ottenere skill e potenziamenti della loro singola Persona.
L'analisi effettuata nel corso della nostra prova ha già coperto pressocché ogni meccanica legata al sistema di combattimento. Alla classica e insostituibile parametria, Persona 5 Strikers aggiunge quella spolverata di componente action e conoscenza dell'arena di combattimento: salto, doppio salto e schivata potrebbero tornar utili più di quanto pensiate, soprattutto durante alcune delle battaglie finali, ma la sfida principale richiederà sempre e comunque lo sfruttamento delle debolezze nemiche per portare a segno il maggior numero di colpi, spezzare le difese avversarie e dare inizio al potentissimo Assalto di gruppo.
Ciascun membro del gruppo offre combinazioni di colpi fisici e abilità speciali diverse, alcune legate ad affinità elementali, altre alla pura forza bruta: ad esempio, Mona si trasformerà in un veicolo, mossa utile per fare crowd control ma poco efficace durante una boss fight, mentre Panther attiverà l'elemento del fuoco sulla sua frusta per un breve periodo di tempo. Pur se all'apparenza meno tecnico rispetto al classico Persona 5, i combattimenti non andranno mai presi sottogamba: la presenza di numerosissimi trash mob semplicissimi da abbattere nasconde infatti spesso e volentieri il nemico campione, delle Ombre più potenti, considerabili veri e propri miniboss.
Per questa ragione, equipaggiamento e oggetti curativi andranno tenuti sempre aggiornati, le Personae accuratamente fuse per ottenerne di migliori e adatte alla situazione. È inevitabile che buona parte delle battaglie saranno affrontate controllando Joker come personaggio principale, il cui potere unico di manifestare Personae diverse è troppo prezioso rispetto a qualunque altro, ma un utilizzo oculato della Staffetta potrà sempre tornar utile nel caso degli scontri più lunghi (e alcuni, specialmente nelle ultime ore di gioco, potranno durare davvero molto, molto tempo) per caricare più rapidamente la barra del Colpo Speciale e portare a segno un attacco molto potente.
Aspettatevi, comunque, un livello di difficoltà più basso rispetto a quanto visto nell'originale Persona 5, anche e soprattutto per merito della possibilità di entrare e uscire pressocché liberamente dai dungeon per curare il gruppo e far rifornimento, con dei momenti davvero ostici limitati giusto alle sezioni finali della partita e a qualche azione avanzata di hacking che, ricordiamo, essere delle battaglie a ondate in cui proteggere Oracle per un certo periodo di tempo dagli assalti nemici.
Molto più che in passato, muoversi all'interno delle Prigioni non si limita a essere una pausa tra una battaglia e l'altra, per recuperare risorse preziose e qualche segreto, ma una vera e propria parte integrante del gameplay. Proprio grazie alla natura action, la transizione tra esplorazione e combattimento è più fluida e non spezza il ritmo, così come la maggiore verticalità e presenza di meccaniche platform - pur se basilari - combinate ai velocissimi movimenti dei Ladri, rende il tutto estremamente divertente.
Persona 5 Strikers si conferma un ottimo titolo, sia per gli amanti dei musou che per quelli dei jRPG. L'esperienza di gioco risulta certamente semplificata rispetto all'originale Persona 5, così come la narrazione non punti mai a una reale evoluzione dei personaggi già conosciuti.
Il compromesso tra i due generi videoludici è comunque un successo e, prima che ve ne rendiate conto, potreste trovarvi ad aver macinato decine di ore di gioco in quella che, tutto sommato, è una bellissima, nuova esperienza in compagnia dei nostri amati Ladri Fantasma.