PES 2011
Konami mette fifa a Electronic Arts.
La dimostrazione è stata suddivisa in due parti. Nella prima mi sono stati mostrati alcuni filmati comparativi nei quali sono stati messi a confronto alcuni elementi di gameplay di PES 2010 con quelli del 2011. Come a dire: l’anno scorso ci siamo sbagliati, stavolta stiamo facendo le cose per bene. Successivamente, invece, ho disputato un paio di partite col buon FaBBio Perrotta, che ha pensato bene di perdere di entrambe solamente per via delle sue indiscutibili doti di public relation.
Tra le novità che balzano all’occhio, la prima è la scomparsa quasi totale dell’interfaccia di gioco. Il parallelo che mi è subito viene in mente, sebbene so che possa sembrare strano, è stato con giochi di corsa come Blur o Split/Second. In essi infatti quasi tutti gli indicatori sono scomparsi per essere raggruppati attorno alla macchina. Qui, come potete vedere dal video della pagina precedente, è accaduta la stessa cosa, raggruppandoli attorno al calciatore.
Sulla testa di ogni giocatore ci saranno infatti due barre (attivabili o disattivabili a piacere), con la prima che indica chi ha la palla, e la seconda che mostra la sua stamina. Quest’ultima è poi particolarmente discreta, perché resta accesa solo il tempo di farci vedere il suo colore, dopodiché si spegne.
Anche l’indicatore del tiro ora è diventato un semicerchio sotto ai piedi dei giocatori, che si riempie a seconda di quanto si carica il tiro. Prima invece era una barra ben più voluminosa che si posizionava nella parte bassa dello schermo. In sostanza, quindi, Konami ha operato un restyling che permette di avere tutte le informazioni necessarie in un colpo d’occhio, senza staccare le proprie pupille dal calciatore che si sta comandando. E scusate se è poco…
I miglioramenti riguardano anche la schermata di gestione dei giocatori. Ora, come potrete vedere anche dal video, è stato creato un sistema “drag & drop” che permette allo stesso momento di sostituire gli atleti o di spostarli a piacimento per il campo. In quest’ultimo caso verranno, come ormai è prassi, evidenziate le aree in cui possono essere impiegati, incluse quelle dove rendono meglio e quelle dove sono fuori ruolo.
Un’altra cosa sulla quale, lo ammetto, ero entrato alquanto dubbioso, era la decantata liberta totale di movimento: ormai non mi ricordo più da quanti anni Shingo "Seabass" Takatsuka la mena ogni volta che “sì, è vero, l’altro anno era così, però stavolta vedrete…”, e poi non cambia mai niente. Ebbene, rullino i tamburi e squillino le trombe, stavolta è vero, e in quel modo talmente semplice che davvero non si capisce perché abbiamo dovuto aspettare il 2010 per vederlo implementato.
Col funghetto sinistro si dà la direzione, quindi si carica il tiro quanto si vuole e, finalmente, la palla va dove vogliamo e con la forza che desideriamo. Questo vale per tutto: rimesse, passaggi, cross pallonettati, filtranti e tiri. Dopo anni spesi a insultare quel maledetto terzino che rallentava la corsa fino ad arrivare in pari col filtrante sulle fasce, ora, deo gratia, si può applicare l’intramontabile schema “palla lunga e pedalare”, grazie al quale si passa la sfera in una zona di campo dove non c’è nessuno, sperando che lo spunto del nostro compagno abbia la meglio sul difensore.