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Phantasmagoria

Quando il gothic horror incontrò il mouse...

La parte inferiore ospita il tradizionale inventario, dalla capienza massima di otto oggetti, e due grottesche icone animate raffiguranti un teschio (il loquace suggeritore) e un bulbo oculare (che permette di visualizzare nel dettaglio ogni item raccolto, manifestandone particolari altrimenti invisibili).

Dove Phantasmagoria batte un po' la fiacca è nella qualità degli enigmi, complessivamente troppo facili e sotto tono rispetto agli standard a cui un consumatore di avventure grafiche è abituato: la possibilità di combinare oggetti, l'innesto di particolari puzzle a soluzione multipla e la necessità di dover decidere sul da farsi in tempi quasi istantanei, pena il game over nell'epilogo, non bastano a risollevare la curva di difficoltà di un titolo "story driven" al limite del film interattivo. Non giova a tal proposito l'introduzione del suggeritore, che nonostante l'indubbio carisma finisce per abbassare il livello di sfida di quei rari enigmi che richiederebbero uno sforzo mentale maggiore da parte del giocatore.

La forte vocazione cinematografica del titolo traspare da inquadrature come queste, abili nel creare suspance.
La criticata sequenza della violenza carnale subita da Adrienne, uno dei filmati più forti mai apparsi in un videogioco.

Tutto ciò si traduce in una longevità piuttosto contenuta, destinata a raddoppiare solo andando alla ricerca delle cut scene di cui il titolo abbonda. La visione di parte dei filmati disponibili non sarà strettamente necessaria per completare il gioco (per assurdo, sarà possibile raggiungere i titoli di coda senza assistere ad alcuni omicidi di Carno o a particolari incubi di Adrienne), ma è raccomandata per avere una visione d'insieme della trama.

Nonostante la presenza di un unico finale, il capitolo conclusivo mette a disposizione più percorsi alternativi, grazie ai quali sarà possibile arricchire la narrazione con truci particolari: non siamo certo di fronte al campione di rigiocabilità, ma la curiosità di sapere che fine hanno fatto alcuni dei personaggi incontrati (e di vedere fino a che punto si spinge la violenta sceneggiatura) potrà fungere da stimolo per molti.

Al di là delle citate imperizie, è impossibile negare come Phantasmagoria rappresenti uno degli esponenti di prim'ordine dell'adventure game adulto, fonte d'ispirazione e metro di paragone per tutta la genealogia di punta e clicca dalla matrice horror che da lì in avanti si sarebbe succeduta, Gabriel Knight 2 in primis.

Con un comparto tecnologico all'avanguardia per i tempi e una sceneggiatura complessa e coinvolgente da non essere seconda a una produzione cinematografica (ancora oggi è difficile trovare IP che annoverino 20 attori protagonisti, con un lavoro di quasi 200 persone dietro le quinte), il gioiello di Roberta Williams si conferma un piccolo capolavoro senza età, capace di regalare sensazioni esoteriche e atmosfere angoscianti che meritano di essere provate almeno una volta.

Certo, le pesanti polemiche che ne accompagnarono l'uscita contribuirono in parte a decretarne l'acclamazione popolare: ma questa, come si legge nei migliori romanzi, è un'altra storia.

Avatar di Alberto Destro
Alberto Destro: Eterno Peter Pan intrappolato nel corpo di un trentenne, ha barattato la propria ombra per tastiera e controller. Il tutto per la gioia dell'adorata moglie, che si chiede cos'ha fatto per meritarsi un tale nerd.
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