Phoenix Point: Behemoth Edition recensione - Il papà di XCOM torna sul luogo del delitto
Risorgere dalle ceneri...o quasi.
Quanti di voi hanno sentito parlare di Julian Gallop? Per chi non conoscesse il noto game designer inglese, sappiate che è diventato famoso grazie a X-COM, la serie tattica uscita ormai due generazioni fa su PC e console appassionando un numero indefinito di giocatori. Uno di essi è il nostro Davide Pessach, il quale ha recensito sulla nostre pagine la versione originale dell'ultima fatica dello sviluppatore britannico. Scrollandosi così di dosso l'eredità degli X-COM, il nuovo percorso produttivo di Gallop ha coinvolto anche David Kaye, che ha aiutato l'amico a fondare Snapshot Games.
Con Phoenix Point: Behemoth Edition il team porta questa nuova iterazione anche su console, proponendo non soltanto l'esperienza originale ma anche i contenuti aggiuntivi rilasciati dopo il lancio. Stiamo parlando di ben quattro espansioni, incluso il nuovo DLC "Corrupted Horizons", oltre a delle skin per i possessori di PlayStation 4 e Xbox One.
Questo nuovo supplemento introduce il micidiale Corruption Effect, che influisce sulla volontà dei nostri soldati di combattere i disgustosi Pandora. Infatti una nuova unità, denominata Mutoid, può contrastare questa minaccia perché è immune alla corruzione pandoriana.
Per chi non avesse mai provato la versione PC, sappiate che la storia di Phoenix Point inizia da una catastrofe. A causa dello scioglimento dei ghiacciai in Antartide, un virus rimasto dormiente per migliaia di anni si espande per l'intero globo terrestre uccidendo i primi ospiti colpiti dal contagio. Entrando in contatto con l'acqua, il virus muta inaspettatamente trasformando le persone in mostri marini usciti direttamente fuori da un libro di Lovecraft.
Di virus e batteri ne abbiamo visti in tante produzioni ludiche e cinematografiche, come The Walking Dead. Al contrario del capolavoro di Robert Kirkman, non ci sono morti che resuscitano ma soltanto una nube in grado di uccidere e trasformare il nostro antipatico vicino della porta accanto in un granchio antropomorfo.
Non esiste una trama definita: in questo mondo apocalittico sono le nostre scelte a contare. Superata l'introduzione e apprese le nozioni del tutorial, il mondo di gioco si apre in una una mappa globale piena di punti d'interesse da esplorare e basi da gestire.
Entriamo in contatto con varie comunità sempre in conflitto tra di loro, che è meglio non inimicarsi. Alcune fazioni vedono il Pandoravirus come un'opportunità da cogliere per un nuovo stadio umano, mentre altre sono convinte di doverlo debellare a ogni costo prima che si diffonda totalmente.
Ma procediamo con ordine. In questo mondo completamente in rovina, noi vestiamo i panni di una squadriglia di soldati d'élite fondata subito dopo la Seconda Guerra Mondiale: i Phoenix. Decideremo come muoverci, quali attività seguire e in quale modo combatteremo. Insomma, potremo scegliere se essere dei razziatori o i nuovi salvatori dell'umanità.
Questo RPG tattico è riuscito a proporre una trama stimolante e coinvolgente, in grado non soltanto di catturare gli appassionati ma anche di accompagnarli in un vasto mondo post-apocalittico.
Anche se la linearità della storia si avverte dopo le dieci ore di gioco, abbiamo apprezzato la presenza dei quattro DLC che approfondiscono le varie vicende. Ma prima che pensiate di essere di fronte a una piena libertà narrativa, dobbiamo darvi una triste notizia: il finale non cambia.
Muoversi per il globo risulta fondamentale per raccogliere risorse, stringere alleanze ed esplorare le mappe procedurali generate automaticamente, purtroppo molto simili tra loro e poco ispirate. Facendo la conoscenza dei vari capi delle fazioni, possiamo avviare scambi commerciali, reclutare nuovi soldati per la nostra squadra e utilizzare le risorse per costruire alloggi, generatori d'energia elettrica e tante altre piccole chicche in grado di rafforzare la nostra base.
Non solo potremo fabbricare armi più potenti ma anche mezzi di trasporto che potranno portarci da una parte all'altra. Quando aumenteremo la nostra influenza, controlleremo ben più di tre basi sparse per il nostro pianeta, che dovremo difendere dalle incursioni dei pandoriani e dalla presenza del Behemoth, una bestialità che minaccerà ogni insediamento umano.
Il combattimento, ispirato alla serie X-COM, è la parte nevralgica della produzione. A differenza della versione originale, è stata aggiunta una novità interessante: ora possiamo colpire gli arti nemici indebolendoli o distruggendoli, dissanguandoli e prendendoci così del tempo per organizzare una strategia diversa.
Infatti muoveremo le nostre unità nelle varie mappe quando compieremo missioni di salvataggio, rifornimento e di difesa, oltre a quelle di attacco, davvero impegnative se le affronteremo a un livello di sfida elevato. Al netto di queste novità, il sistema di combattimento rimane invariato.
La reale criticità risiede nell'intelligenza artificiale dei nemici: oltre a essere irrealistica, non offre un reale grado di sfida che possa realmente metterci in difficoltà.
Abbiamo spesso posizionato i nostri soldati proprio davanti alle linee nemiche, che abbiamo sgominato in poco tempo senza troppe difficoltà. Combinando poi le abilità che spenderemo con i punti volontà, faciliteremo qualunque tipo di operazione offensiva o difensiva.
I nemici non solo troveranno riparo in maniera raffazzonata, ma saranno sempre a portata di tiro. Un cecchino potrebbe non sbagliare un colpo ma un soldato semplice armato di un fucile d'assalto sarebbe in grado di centrare il bersaglio nonostante le percentuali di possibilità diano per certo che potremmo prenderlo in pieno. Una scelta che abbiamo trovato incoerente, considerate le modeste aggiunte di questa edizione.
La struttura ludica risulta comunque divertente, se tralasciamo le evidenti criticità strutturali. E come non citare le battaglie a bordo del Manticora? Interessanti, certo, ma si scontrano con la natura tattica del prodotto, non intrattenendo come avremmo sperato.
La direzione artistica risulta godibile. Esploreremo mappe simili tra loro, vistando agglomerati e basi, nonché luoghi ameni controllati dai pandoriani. E nonostante il loro fascino, la morte sarà dietro l'angolo.
Il porting su console, nonostante una semplificazione delle finestre dei vari menù, è purtroppo minato da alcuni bug che fortunatamente non rovinano l'esperienza e non impossibilitano i giocatori ad avanzare nell'avventura.
Pad alla mano, il gioco risulta scomodo a causa di alcuni problemi di input lag impossibili da non menzionare. E su PlayStation 4, la console su cui abbiamo giocato la versione console di Phoenix Point, il titolo raggiunge i trenta fotogrammi al secondo ma i tempi di caricamento sono lunghi.
In definitiva, Phoenix Point è un buon RPG tattico con una trama interessante, capace di catturare grazie a una proposta che potrebbe piacere agli appassionati del genere post-apocalittico.
Sul lato ludico prende ispirazione dagli X-COM, e come potrebbe essere altrimenti? Dietro alle quinte c'è Julian Gallop, il papà della serie nonché uno dei designer più talentuosi del panorama videoludico mondiale, che con questo nuovo progetto non è riuscito purtroppo a mostrare tutte le sue potenzialità.
Al netto di un mondo interessante, divertente ed avvolgente, il titolo mostra un'intelligenza artificiale poco coinvolgente mentre, nonostante la presenza dei DLC, soffre delle stesse problematiche che avevamo segnalato due anni fa, non apportando novità significative in grado di cambiare la valutazione originaria.