Pillars of Eternity 2: Deadfire - recensione
Le avventure dell'Osservatore prendono il largo, alla ricerca di risposte e di una nuova verità.
Pillars of Eternity 2: Deadfire non lascia tempo o spazio ai convenevoli: dopo una riepilogo dei trascorsi del nostro alter ego, l'Osservatore di Caed Nua assiste impotente alla distruzione della propria roccaforte e all'assorbimento di centinaia e centinaia di anime (tra cui, in parte, anche della propria) da parte di una gigantesca entità dal corpo di pura adra, che si scoprirà poco dopo essere nient'altro che il dio Eothas, nome senza dubbio familiare ai giocatori del primo Pillars of Eternity.
Il protagonista si troverà quindi al cospetto dell'ambigua Berath, un'altra divinità, che chiederà il nostro aiuto per scoprire - e fermare - il piano di Eothas, offrendoci in cambio il nostro ritorno nel mondo dei vivi.
Dopo nemmeno una decina di minuti di gioco, Pillars of Eternity II: Deadfire lancia addosso al giocatore una considerevola quantità d'informazioni, eventi e nomi, tutti riferiti alle precedenti avventure dell'Osservatore. Sarà possibile scegliere uno dei background precostituiti per il protagonista, ciascuno dei quali caratterizzato da uno specifico allineamento, o selezionare una per una le azioni e scelte compiute nel corso del titolo prequel; va da sè, ovviamente, che un giocatore neofita non avrà modo di riconoscere alcuno di questi avvenimenti e dovrà per forza di cose affidarsi al proprio istinti e preferenze di roleplay.
È tremendamente affascinante notare come fin da subito Pillars of Eternity 2: Deadfire sia tanto spaesante quanto profondo e permetta di scegliere persino un passato a dir poco disastroso per il nostro alter ego (e sconsigliato dallo stesso gioco per i videogiocatori principianti) in cui ogni singola scelta dell'Osservatore ha portato odio, morte e caos... così come sarà possibile prendere visione dei titoli di coda del gioco ancor prima d'aver raggiunto la schermata di creazione dell'avatar, semplicemente rifiutando di collaborare con Berath e preferendo quindi il destino della Ruota, che attende ogni anima trapassata.
Ma cosa è, concretamente, Pillars of Eternity 2: Deadfire? Sequel del celebratissimo (e a ragione) Pillars of Eternity, il nuovo gioco mantiene pedissequamente la struttura da RPG isometrico, facendo convivere in modo a dir poco brillante elementi action e tattici.
Oltre a un'ampia scelta di difficoltà selezionabili (con tanto di malus opzionali, come ad esempio la permadeath, che cancella il salvataggio in caso di game over e obbliga a ricominciare l'avventura da zero) Pillars of Eternity 2: Deadfire offre due possibili approcci ai numerosi combattimenti del gioco. La modalità in tempo reale con pausa, in cui tutti i personaggi in campo possono agire simultaneamente (supportati da un'IA personalizzabile) e la pausa tattica, sono disponibili in ogni momento per permettere al giocatore di prendere le giuste decisioni durante gli scontri più difficili.
C'è anche una classicissima modalità a turni, in cui il tempo di recupero di ogni personaggio viene trasformato in Iniziativa per decretare l'ordine di turnazione di nemici e alleati: le azioni sono scandite da round e i nostalgici dei sempre più rari giochi di ruolo tattici troveranno pane per i loro denti, dovendo selezionare di volta in volta l'operato dei personaggi in campo, che avranno IA disabilitata.
Pillars of Eternity 2: Deadfire è già stato pubblicato in versione PC fin dall'ormai lontano maggio 2018 e ha raggiunto solo adesso il pubblico console in versione Ultimate Edition, comprensiva di tutti gli aggiornamenti della versione PC, I DLC gratuiti e le espansioni Beast of Winter, Seeker, Slayer, Survivor e The Forgotten Sanctum.
Come prevedibile, la colossale divinità a minaccia dell'arcipelago risulterà solo uno degli innumerevoli problemi dell'Osservatore, che accompagnato da un nutrito cast di vecchie conoscenze e new entry, si troverà come prima cosa a cercare aiuto nel villaggio più vicino per la riparazione della propria nave, naufragata durante l'arrembaggio di un gruppo di pirati accompagnato da una terribile tempesta: insomma, la classica fortuna dell'avventuriero generico medio.
L'impatto iniziale con un titolo di questo genere può essere spiazzante su più fronti per un videogiocatore poco avvezzo: in primis, il folklore e gli eventi del titolo precedente hanno un grosso peso, soprattutto durante le prime ore di gioco, non tanto per la pura comprensione dei dialoghi, quanto per la contestualizzazione di alcuni riferimenti e, ovviamente, per lo spessore psicologico dei personaggi (alcuni bizzarri a dir poco) che conoscono e accompagnano il protagonista della storia.
Quest'ultimo ha a disposizione numerose scelte tanto nel corso delle verbose conversazioni (ottimamente doppiate in inglese e altrettanto ben tradotte a schermo in italiano) quanto durante gli eventi che avranno luogo esplorando l'arcipelago Deadfire via terra e (appena riparata la nostra nave) via mare.
Altra grossa e quasi inevitabile magagna di Pillars of Eternity 2: Deadfire è l'adattamento dei comandi all'uso di un controller. L'interfaccia di gioco prevede chiaramente tantissimi menu e sottomenu, infinite liste parametriche di statistiche personaggio, equipaggiamenti, caselle inventario, abilità di classe e sottoclassi, che è possibile selezionare o trascinare agevolmente con l'ausilio di mouse e tastiera, ma che diventano drammaticamente macchinosi da gestire con levette e pulsanti dorsali.
La situazione peggiora nel caso in cui lo schermo di gioco si trovi alla classica distanza da schermo TV e non più da PC monitor: anche i fortunati, leggendari nerd sprovvisti di lenti correttive dovranno aguzzare la vista per individuare l'oggetto scelto nel menu di compravendita di un mercante di paese o l'abilità selezionata durante il concitato scontro con il ragno gigante di turno.
Va detto che l'HUD soverchiante e poco "ripulito" della versione console è un problema presente anche nell'originale Pillars of Eternity, ma visto il riscontro positivo ottenuto anche nel panorama dei "peasant gamers", ci saremmo aspettati un piccolo sforzo in più da parte di Obsidian Entertainment, nel tentativo di migliorare la quality of life dei giocatori console con un'interfaccia di gioco più adatta all'uso del controller e non un porting quasi 1:1 della versione PC.
A questo si aggiunge un altro sopportabile, ma comunque fastidioso problema: le schermate di caricamento del gioco della versione da noi provata (una PS4 Pro provvista di SSD) erano, oltre che frequenti, anche piuttosto lunghe, superando spesso e volentieri i 30-40 secondi di durata, il tutto per l'accesso ad aree spesso nemmeno particolarmente ampie.
Un giocatore navigato di questo genere videoludico sarà senza dubbio provvisto della giusta dose di pazienza per sopportare l'attesa e anzi, utilizzerà probabilmente queste "pause" per riorganizzare i pensieri e decidere il da farsi nel corso del dialogo diplomatico o della battaglia che lo attende dall'altra parte della schermata di loading, ma si tratta comunque di tempi morti destinati ad accumularsi inesorabili nel corso della - molto - lunga avventura e che possono risultare frustranti nel caso di un'esplorazione rilassata delle dettagliate mappe di gioco, di una fetch quest che prevede per forza di cose diversi andirivieni o di un semplice (e, nel caso di un gameplay su console, assai frequente) misclick.
Escludendo i problemi sopra elencati, Pillars of Eternity 2: Deadfire si conferma ancora una volta l'eccezionale gioco già apprezzato da anni dai videogiocatori PC, in grado di trascinare il videogiocatore in un mondo vivo e pulsante, pregno di magia, divinità in guerra, creature fantastiche e terribili, razze tanto classiche quanto originali e una deliziosa caratterizzazione di figure principali e comprimarie, sempre più rara nel mercato videoludico moderno e praticamente estinta nel panorama console, se si escludono perle come, appunto, i lavori di Obsidian Entertainment.
Pillars of Eternity 2: Deadfire risulta quindi un acquisto quasi obbligatorio per tutti gli amanti dei giochi di ruolo "vecchia scuola" e per chi, ovviamente, ha apprezzato l'originale Pillars of Eternity. Pur non risultando rivoluzionario sotto nessun punto di vista rispetto alla precedente installazione, l'Ultimate Edition di Pillars of Eternity 2: Deadfire offre una mole a dir poco impressionante di contenuto, in grado di superare agevolmente il centinaio di ore e forte di una rigiocabilità pressocchè totale, sia per la possibilità d'intraprendere azioni e scelte del tutto diverse di campagna in campagna, che per la presenza delle Benedizioni di Berath, bonus attivabili all'avvio del New Game una volta raggiunti determinati obiettivi nel corso della partita precedente.
Pur non potendo romanticamente sostituire in alcun modo le nottate insonni con gli amici, seduti intorno a un tavolo o per terra e armati di carta, penna, dadi e snack e bevande gassate dannose per la salute, Pillars of Eternity 2: Deadfire è ad oggi una delle esperienze videoludiche moderne più simile a una campagna di gioco di ruolo cartaceo.
I suoi più grossi limiti sono il serratissimo legame di lore ed eventi con il titolo precedente, che potrebbe lasciar smarriti e confusi tutti i giocatori privi dell'esperienza del prequel.
L'ottimizzazione su console non è poi esattamente perfetta, con HUD di gioco assai densi d'informazioni non sempre immediatamente accessibili e schermate di caricamento frequenti e decisamente troppo lunghe, anche sulle console "potenziate" dell'attuale generazione.