La lag di PlayStation Move
Digital Foundry testa la nuova periferica di Sony.
Abbiamo già avuto modo di parlarvi di quel fenomeno conosciuto come lag e delle sue implicazioni in ambito videoludico. Abbiamo altresì evidenziato le differenze tra online e offline, questione che assume oggi enorme rilevanza proprio grazie alle nuove periferiche deputate al motion-sensing.
Sony ha affermato pubblicamente che tale problema non affliggerà in alcun modo PlayStation Move, dichiarando che la lag nella nuova periferica rimane “al di sotto di un singolo frame”. Simili affermazioni rientrano chiaramente nei soliti slanci di entusiasmo relativi a questioni di marketing, ma resta una prova schiacciante, ovvero le misurazioni effettuate dai ragazzi che hanno sviluppato i driver di PlayStation Eye per PC. Si tratta di una fonte indipendente che ha mostrato prove evidenti, ed è pertanto molto più attendibile delle dichiarazioni ufficiali rilasciate da Sony.
Al momento, l’esempio meno invadente in assoluto circa la lag su console deriva dalla XmediaBar di PS3, i cui rapidissimi tempi di risposta sono calcolati a tre soli frame, ovvero appena 50 millisecondi. La questione rimane comunque complessa, e ciò dipende dai più svariati fattori. Il proliferare di schermi LCD o al plasma ha inoltre contribuito ad aggravare il problema, soprattutto se consideriamo che persino gli schermi di uno stesso produttore possono presentare tempistiche di latenza differenti. Qualsiasi cosa compresa tra i due e i cinque frame (da 33ms a 84ms) è perciò abbastanza comune.
Prevedibilmente gli sviluppatori cercheranno di sviluppare software che possa essere fruito nella maniera più intuitiva possibile, vale a dire titoli capaci di leggere i movimenti dei giocatori senza costringerli a gesti dalla precisione millimetrica. In parole povere, ciò si tradurrà in un ulteriore incremento del fattore lag.
Mettendo da parte quelle che per ora sono semplici speculazioni, non ci resta che offrirvi un video in presa diretta del PlayStation Move, provato direttamente dai ragazzi di Digital Foundry. La videocamera utilizzata per filmare la prova non è certo all’altezza dei mezzi solitamente utilizzati dai nostri geniacci, ma la sua capacità di memorizzare filmati a 60 FPS ci offre comunque un ottimo risultato per valutare la latenza nelle prestazioni della periferica.
La demo messa a disposizione da Sony si rivela interessante soprattutto per un motivo: essendo una semplice visualizzazione dei movimenti del giocatore con l’aggiunta di pochi elementi 3D, l’hardware non è sottoposto a calcoli particolarmente pesanti. Ciò significa che le risorse di sistema possono operare senza alcuno stress fornendoci risultati non contaminati da altri fattori.
Chiaramente una misurazione esatta del livello di latenza è impossibile in queste condizioni, eppure potete vedere quanto sia semplice constatare il grado di risposta della periferica ai movimenti effettuati dinnanzi allo schermo. Persino tenendo fermo il controller si può capire lo stacco di frame tra input e rappresentazione video.
Considerando che non sappiamo il livello di latenza aggiunto dallo schermo in questione, possiamo comunque supporre una lag del controller di 133ms, ben al di sotto dei risultati conseguiti con Burnout Paradise o Modern Warfare, ma certamente in linea con le prestazioni che la maggior parte delle applicazioni dedicate dovrebbe presentare su una periferica del genere.
Vale anche la pena ricordare che il controllo del movimento è solo una parte dell’intera meccanica di Move. Il funzionamento della periferica, compresi gli input forniti premendo normalmente i pulsanti del controller, vengono poi inviati alla console tramite collegamento Bluetooth, esattamente come avviene per un comune DualShock 3. A questo punto non ci resta altro che attendere un gioco a 60 FPS con supporto sia a Move che al controller tradizionale, per poter effettuare test più interessanti sulle possibili differenze…