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PlayStation Music feat. Spotify - prova

Come se la cava il noto servizio di musica in streaming su PS4 e PS3?

Spotify non è stato il primo. Fu concepito tempo dopo Pandora Internet Radio, antico precursore, e iniziò a imporsi, soprattutto nel nostro paese, quando già altri servizi di musica in streaming avevano raggiunto piena maturazione e tentavano di fare breccia nei cuori dei milioni di potenziali clienti che, navigando tra i server di YouTube, ascoltavano l'ultimo album del proprio artista preferito senza spendere un euro. Non era neanche il migliore, e per certi versi non lo è tuttora: soprattutto agli esordi, l'ampiezza del catalogo lasciava a desiderare e gli amanti dell'ordine inorridivano di fronte a un database spesso ridondante e di difficile navigazione.

Tuttavia, senza dubbio è stato il primo a raggiungere, nel momento più propizio, l'equilibrio ideale tra prezzo e servizi offerti. Del resto non c'è niente di più facile da comprendere della parola "gratis". Nessun abbonamento per accedere, rovistare nell'archivio e creare le proprie playlist personalizzate. Giusto la scocciatura, di tanto in tanto, di sorbirsi i fastidiosi spot tra una canzone e l'altra: eventualità che ha comunque sabotato appassionati momenti d'intimità e compromesso irrimediabilmente il flow di una serata di festa.

Sony, in questa corsa al servizio musicale online perfetto, ha tentato di imporsi con il fu Qriocity, poi rinominato in Music Unlimited: un'offerta solidissima, che ha pagato a caro prezzo un'interfaccia non troppo intuitiva e l'obbligo di sottoscrivere un abbonamento. Una scelta giustificata dall'alta qualità del servizio, ma destinata a fallire visti la concorrenza agguerrita e Spotify che dalla sua, oltre al fattore "for free", puntava con convinzione e successo sulla sinergia con i social network.

Questa è la schermata principale che vi attenderà ad ogni avvio dell'applicazione: “vuota” è l'aggettivo che meglio la descrive.

Le conseguenze dell'andamento del mercato sono sotto gli occhi di tutti: il publisher nipponico ha gettato la spugna, chiudendo il suo servizio e facendo sbarcare il competitor su PlayStation 3 e PlayStation 4. Si tratta di una manovra strategica che porterà indiscutibili vantaggi, ma che si inserisce in un quadro societario sempre più scoraggiante e che tradisce una certa rassegnazione ai piani alti, ormai in balia degli eventi e arroccati attorno ai dati vendita della console di punta: dopo aver venduto la sezione Vaio, ridimensionato quelle che producono TV e smartphone e rinunciato alla direzione di Sony Online Entertainment, si tratta di un'ulteriore resa della multinazionale.

Al di là di queste considerazioni, che meriterebbero un trattamento a parte, ad oggi PlayStation Music si presenta in una forma essenziale, privo dei tanti fronzoli che hanno reso Spotify popolare e apprezzatissimo su PC. A fronte di un'interfaccia piuttosto esplicativa, salta all'occhio la desolazione dello schermo: pochissime icone, nessun menu a tendina, un layout disadorno. Anche giochicchiando con il Dualshock non si accede a nuove schermate, né si richiamano ulteriori opzioni di visualizzazione. Il primo contatto è insomma deludente, del tutto simile a quello avuto all'epoca con Music Unlimted.

Il dubbio che si tratti di una precisa scelta di design, adottata anche per non disperdere l'utenza su troppe piattaforme, sorge non appena si fanno lavorare in contemporanea le versioni PC e PlayStation di Spotify. Usando lo stesso account, si può utilizzare in qualsiasi momento uno dei due device come pannello di controllo e l'altro come semplice fonte sonora. Lo "switch" istantaneo permettere di eludere le lacune della versione console e di proseguire nell'ascolto della propria playlist senza alcuna interruzione.

Per lo meno i controlli con cui gestire la riproduzione dei brani, ovviamente via Dualshock 4, sono intuitivi.

Più che le potenzialità, tuttavia, con il confronto diretto sorgono con maggior enfasi i limiti di PlayStation Music. L'anima social di Spotify è stata spazzata via: non si possono vedere i brani ascoltati dai propri amici, né inviargli messaggi. Le playlist sono facilmente consultabili, ma non è possibile aggiornarle, dovendosi accontentare di aggiungere i brani ascoltati in una sezione dedicata, prima di poterli sistemare a dovere tramite PC. Le Radio, e con esse l'eccitante opportunità di scoprire nuovi artisti in base ai propri gusti, non sono presenti. Sopravvivono, per fortuna, gli elenchi dedicati alle nuove uscite e le liste di canzoni, divise per mood e generi, confezionate dal team di esperti.

La portata principale dell'offerta resta comunque la possibilità di ascoltare la propria musica mentre ci si intrattiene con la softeca di PlayStation 4. Da questo punto di vista parliamo di un plus non da poco, capace, da solo, di ribaltare la percezione riguardo all'utilità di questa applicazione. Naturalmente dovrete preoccuparvi, di volta in volta, di disattivare manualmente il canale audio relativo alle tracce musicali per evitarne la sovrapposizione, ma per il resto il tutto funziona alla grande, senza la minima incertezza.

Le ripetute morti in cui incapperete in Bloodborne diventano più sopportabili, se affrontate con in sottofondo qualche suggestivo brano di chillout; i deathmatch di Call of Duty e Battlefield si caricano pathos, se accompagnati dai pezzi più famosi di Hans Zimmer; The Order 1886 può guadagnarne ulteriormente in stile con un tocco di musica classica. Le possibilità sono tantissime e tanto più si lamenta l'impossibilità di non creare una playlist al volo, ideale per quel determinato gioco, senza dover necessariamente accendere il PC. Abbiamo esclusivamente parlato dell'ultima nata di casa Sony non a caso: come prevedibile, PlayStation 3 non supporta tale funzione, richiedendo l'immediata chiusura di PlayStation Music quando si vuole avviare un qualsiasi gioco.

Per aderire al PlayStation Music sono validi gli stessi abbonamenti che già avete sottoscritto su Spotify: quello gratuito, al prezzo di spot pubblicitari tra una canzone e l'altra, e il Premium a 9.99 €.

Proprio relativamente alle altre console Sony, ci chiediamo quando e se mai verrà traghettato il software anche su PS Vita: ai tempi di Music Unlimited, per i soli (e pochi) modelli provvisti di 3G, potersi portare appresso le proprie playlist era una chicca non da poco. È pur vero che lo scarso successo del portatile non rende prioritaria questa necessità, ma visto che il lavoro di adattamento richiederebbe pochissime risorse sperare non nuoce.

Tirando le somme, PlayStation Music è un programma attualmente incompleto ed estremamente più modesto rispetto alla controparte per PC. L'assenza di numerose opzioni per la gestione delle playlist e l'eliminazione delle potenzialità social, rendono l'offerta meno attraente rispetto del canonico Spotify. Alla parola "gratis" resta comunque difficile resistere: anche perché ascoltare la propria musica, precedentemente ordinata e catalogata su PC, mentre si tenta di battere un qualche boss di fine livello, regala innegabili piaceri.

La speranza è che gli sviluppatori abbiano voluto rilasciare questa versione, ancora acerba, per controbattere alla dipartita di Music Unlimited. Per una volta potremmo anche essere estremamente felici di correre a scaricare corposi aggiornamenti che garantiscano nuove potenzialità al servizio.

Avatar di Lorenzo Fazio
Lorenzo Fazio non ha mai smesso di giocare sin dai tempi del Master System. Ha così cercato di unire l’utile al dilettevole, inventandosi giornalista videoludico. Qualcuno ci è cascato: scrive per importanti testate del settore da quasi una decina di anni.
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