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PlayStation Network: il disastro d'immagine

Cronaca degli errori di comunicazione di Sony.

Nemmeno 24 ore e un nuovo, ancor più vago update: viene ufficialmente svelato il piano di "ricostruzione dell'intero sistema, atto a garantire una maggiore protezione all'intera infrastruttura di rete. È un compito che richiederà un po' di tempo per essere assolto, ma vale la pena aspettare quanto necessario per fornire al sistema un livello aggiuntivo di sicurezza."

"Ulteriore rafforzamento", "sicurezza aggiuntiva": siamo assolutamente d'accordo, si tratta di misure più che appropriate, specie in seguito a un attacco informatico. Ma è forse troppo pretendere di avere qualche dettaglio sui modi di attuazione o su che cosa cambierà per l'utente? O molto più semplicemente, come l'oceano di giocatori già si stava chiedendo da giorni, quando tutto tornerà operativo?

Torna nuovamente il silenzio sino alla giornata del 25 aprile, quando, dopo qualcosa come 5 giorni di blackout totale di tutti i servizi legati a PSN e Qriocity, arriva un nuovo, laconico comunicato: "In questo istante non siamo in grado di rilasciare aggiornamenti sulla situazione, né di fornire una stima del tempo necessario al ripristino delle funzionalità."

Sony, a quanto pare, brancola nel buio: la situazione non è chiara e non è possibile fare una stima temporale dei lavori da attuare. Nessuno pare avere il minimo indizio su quanto, da lì a poche ore, sarebbe successo. Altre 24 ore di silenzio e poi, di punto in bianco, la bomba esplode. Gli account di milioni di utenti sono stati compromessi. Un dettaglio di cui Sony era già al corrente, secondo le prime stime, a partire dallo scorso 17 aprile.

Calendario alla mano, Sony si è presa la briga di attendere la bellezza di nove giorni dall'attacco iniziale prima di informare la propria utenza che i dati personali, e potenzialmente anche i singoli dettagli bancari di 77 milioni di persone, potrebbero essere finiti nelle mani di qualcuno non meglio definito.

Oggi come oggi abbiamo una data indicativa del ripristino del servizio (il 3 maggio), mentre le prime class action si stanno avviando per una somma che, stimano alcuni esperti, potrebbe comportare risarcimenti a livello mondiale per 1,5 miliardi di dollari per Sony. Il tutto senza considerare i danni che senz'altro i publisher chiederanno per i mancati introiti dei loro prodotti digitali veicolati attraverso il PlayStation Network.

Dopo intere giornate trascorse invocando la "pazienza" dei propri utenti, è tempo di fare i conti con qualcosa come diversi milioni di dati sensibili rubati, annessi furti di identità e, cosa ben più grave, potenziali furti finanziari.

Anche in questo caso, non possiamo fare a meno di constatare che se da un lato Sony ci rassicura che i dati delle carte di credito erano criptati, dall'altro è notizia ormai diffusa che quegli stessi dati sono in vendita su alcuni siti. Parliamo di oltre 2,5 milioni di carte di credito, non bruscolini...

Avatar di Alberto Destro
Alberto Destro: Eterno Peter Pan intrappolato nel corpo di un trentenne, ha barattato la propria ombra per tastiera e controller. Il tutto per la gioia dell'adorata moglie, che si chiede cos'ha fatto per meritarsi un tale nerd.
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