Playstation Now e il fattore wow - editoriale
Microsoft ci mette l'idea, Sony la sfrutta a dovere.
Al CES di Las Vegas, Kazuo Hirai detta le linee guida del futuro di Sony: per l'hardware le parole d'ordine sono qualità e innovazione senza compromessi, mentre il software scomparirà nella nuvola di Gaikai, servizio di cloud gaming ribattezzato PlayStation Now e pronto al debutto entro l'estate in Nord America. La nuvola di Sony carica così frontalmente quella di Microsoft e forse è bene mettersi su qualcosa di pesante, perché in casi come questo il temporale è garantito.
Due strumenti simili, i server Azure di Microsoft e la tecnologia Gaikai acquistata da Sony per 380 milioni di dollari, per due approcci totalmente diversi. I colossi dell'industria sono ora faccia a faccia, pronti a sfidarsi su un terreno ancora sconosciuto e pieno d'imprevisti, alla ricerca di una soluzione per un futuro che sembra voler far scomparire in un sol colpo console e PC, per trasferirli nel cloud, la cosiddetta nuvola, ovvero la tecnologia più promettente del momento ma anche uno strumento ben sfruttato dal marketing.
Il PlayStation Now permetterà di giocare ai titoli PlayStation3 (e in un secondo momento PS1 e PS2), su qualsiasi piattaforma che includa uno schermo e la capacità di connettersi a Internet, e per piattaforme intendiamo davvero tutto, compresi i televisori Bravia di ultima generazione. In pratica potrete giocare a The Last of Us senza l'ausilio di una console, o ancora meglio, su tutte le console Sony in alta definizione che avrete a portata di mano, oltre che a cellulari, tablet, PC...
Il vero grande limite? Serve come minimo una connessione a banda larga da 5Mbit ma questo è un problema di oggi, un problema di alcuni, l'importante è aver gettato le basi per il futuro, per fare in modo che tutto questo sia già perfettamente funzionante quando tutti potranno farlo funzionare perfettamente.
"Sony la struttura e la tecnologia ha scelto di comprarle, ma di suo ha potuto e saputo metterci un piano"
PlayStation Now non è una sorpresa, sapevamo dell'acquisto di Gaikai e sapevamo che avrebbe portato a questo, ma l'annuncio di poche ore fa ha fatto ugualmente rumore, soprattutto perché mette a nudo il cloud come mero strumento di marketing, e ne glorifica le potenzialità più proprie.
Allo stato attuale il cloud non può essere utilizzato per migliorare la grafica se non marginalmente (ed è un terreno impervio) e l'uso che ne fanno giochi come l'ultimo Forza Motorsport (personalmente amo il sistema Drivatar) è facilmente replicabile laddove ci siano server dedicati a disposizione.
Sony la struttura e la tecnologia ha scelto di comprarle, ma di suo ha potuto e saputo metterci un piano, un'idea, mentre Microsoft sembra avere per il momento solo un grandissimo numero di server nuovi fiammanti (che non è poco), messi a disposizione a buon prezzo per chiunque voglia utilizzarli.
Manca la guida ed effettivamente non è soltanto un'impressione, visto che una guida manca davvero, e al momento la ex compagnia di Bill Gates è in una fase di profonda ristrutturazione interna, alla costante ricerca di un leader concreto e allo stesso tempo immaginifico, che sappia dare un senso a tutto il business di un colosso che deve a tutti i costi reinventarsi.
Sony ha scelto il cloud per dare un leit-motiv a tutte le sue apparecchiature elettroniche, il collante è PlayStation Now e il PlayStation Network, oggi per i videogiochi e domani anche per film e musica. Un solo login e una sola password per accedere ovunque o quasi a tutto l'intrattenimento che riusciremo a consumare, moltiplicando anche i potenziali videogiocatori che mai comprerebbero una console ma affitterebbero Uncharted 3 per una notte soltanto, proprio come un pornazzo d'autore.
Sì, a Las Vegas è divenuto ancora più chiaro che la battaglia per il tempo libero non è relegata al salotto, come si credeva dieci anni fa, ma va oltre le pareti di casa e non conosce più confini. Microsoft potrebbe rispondere, e farlo bene, ma non da sola perché Xbox One non può bastare: le serve un partner, come Samsung, LG, le serve un corpo, come forse solo Nokia (appena acquistata dal colosso di Redmond) le darà.