Pokémon GO - recensione
Il sogno diventa realtà.
La curiosità per Pokémon GO non poteva che essere tanta, ma alla luce delle notizie che stanno arrivando in questi giorni, con persone che scoprono di tutto, visitano luoghi improbabili o acchiappano Pokémon nelle situazioni più impensate, la Poke-mania sembra essere dilagata a velocità incredibile. Noi, naturalmente, non potevamo esimerci dall'andare a caccia dei Pocket Monster, e ci siamo quindi tuffati immediatamente nell'avventura.
Dopo l'installazione, prima di andare a caccia si passa per la personalizzazione del proprio alter ego, scegliendone le tipiche caratteristiche come il colore degli occhi, dei capelli, della pelle, il sesso e qualche vestito. Ci viene quindi chiesto quale Pokémon catturare per primo. Possiamo scegliere tra i tre classici starter della prima generazione, vale a dire Squirtle, Charmander o Bulbasaur, per poi procedere alla cattura vera e propria. A questo punto entra in gioco la realtà aumentata, che è poi il vero punto di forza del gioco: lo schermo del vostro smartphone vi mostra quello che inquadra la fotocamera con in sovrimpressione il Pokémon scelto da catturare (nel mio caso Charmander) e, in basso, la Poké Ball da lanciare con il dito.
Inizialmente non è chiarissimo il da farsi: sopra al Pokémon c'è un cerchio bianco con un altro verde che scorre al suo interno, e si è portati a pensare di dover lanciare la sfera al momento giusto, ma dopo un paio di tentativi andati male diventa chiaro che i cerchi servono solo a sottolineare l'ovvio, cioè la presenza del mostro da catturare, mentre l'unica cosa che conta è lanciargli in testa la nostra sfera biancorossa. Fatto questo, si apre una schermata con le statistiche del Pokémon catturato e si guadagnano i primi punti esperienza.
Dopo questa fase, decido di fare un triplo test: gioco, consumo batteria e, sfruttando il Forerunner 620 che uso quando corro, l'analisi di tempo, distanza e Pokémon incontrati. Carico completamente la batteria del Sony Z3 Compact e alle 23:30, quando è al 100%, esco di casa.
Comincio a camminare e a ruotare il telefono alla ricerca non solo di Pokémon, ma soprattutto dei Pokéstop, cioè monumenti, locali o altri luoghi importanti o caratteristici che, una volta raggiunti, conferiscono vari bonus come Poké Ball, medicine per curare o resuscitare i Pokémon e via di seguito.
Il mio inizio è fortunato: prima ancora di fare un passo, ne ho già due pronti per essere usati, ma qui si capisce una delle possibili criticità di Pokémon GO: se abitate in città, i Pokéstop saranno probabilmente molti e nemmeno troppo distanti tra loro. Se però abitate in campagna potreste dover fare anche parecchia strada prima di trovarne uno, e questo alla lunga può rivelarsi un problema.
Comincio a camminare e praticamente subito inizio a trovare Pokémon: Dratini, Goldeen, Slowpoke finiscono nel mio Pokédex dopo soli 300 metri e meno di tre minuti. In lontananza vedo anche le varie "palestre" che ci sono qui nella mia città, ma per poter interagire con queste strutture occorre essere almeno al quinto livello mentre io, che ho appena iniziato, sono solo al secondo. Quindi le ignoro e continuo la camminata per le vie della mia città.
Il GPS sembra funzionare bene, anche se lo stesso non vale per la rotazione della mappa, per cui la stragrande maggioranza delle volte cammino verso una direzione che è sulla destra nella mia mappa con il mio personaggio che guarda a sinistra. Niente di tragico, ma ciò non aiuta a individuare i Pokéstop. Per fortuna c'è un'opzione per muovere liberamente la mappa, che risolve ogni problema. Molto utile anche il tasto in basso a destra che mostra quali sono i Pokémon in zona, evidenziando anche quelli già catturati e la loro distanza dalla nostra posizione, suggerita da un numero d'impronte sotto di essi.
Vado avanti così per mezz'ora. Ogni 100/150 metri circa, il telefono vibra e sullo schermo appare un Pokémon da catturare: l'operazione, in alcuni casi, va fatta in fretta per evitare che la creatura scappi. Occhio anche al colore del cerchio sopra il mostriciattolo, che può essere di tre colori: verde, arancione e rosso, che indicano la difficoltà della cattura. Creature più toste, inoltre, richiedono più Poké Ball.
Durante l'esplorazione trovo anche un uovo, che prontamente inserisco nell'incubatrice fornita a ogni giocatore. Le uova si schiudono dopo una certa distanza percorsa mentre sono nell'incubatrice, che può variare da 2 a 10 chilometri. Va però fatto notare che la rilevazione della strada fatta non è proprio precisissima e i 2 km richiesti per il mio uovo si sono rivelati 2,5 sul Forerunner. Poco male, di chilometri dovrete comunque farne molti con questo gioco.
Più fastidioso il fatto che ci sia una sola incubatrice, fattore che obbliga a far schiudere un uovo alla volta. Ogni tanto, al passaggio di livello, se ne ottiene un'altra, che però funziona solo per tre uova prima di scomparire. Ovviamente, se volete, potete andare nel negozio dentro l'app e comprare altre incubatrici al costo di 150 (circa €1,5) l'una. Anche queste hanno un limite di tre utilizzi. Con le stesse monete potete comprare uova fortunate, che dovrebbero darvi un Pokémon migliore una volta aperte, esche e altro. Ci sono anche le Poké Ball, se per caso doveste abitare in una zona con pochi Pokéstop da cui prenderle.
Dopo circa mezz'ora di camminata sono caduti i server e non c'è stato più modo di riconnettersi. Comincio quindi a guardare i dati: 1,3 km percorsi e un 20% di batteria andato. Il telefono è quasi incandescente, ed è chiaro che questa è un'app che distruggerà la vostra batteria, soprattutto se non è troppo capiente. Guardando invece gli intervalli segnati nel Forerunner, si capisce che si trova un Pokémon al massimo ogni 300 metri e sempre sotto i tre minuti tra uno e l'altro. Il gioco è quindi molto generoso sotto questo punto di vista, ed è raro camminare a lungo senza avvertire gli avvisi di un nuovo incontro.
Come è ovvio che sia, è possibile migliorare i propri Pokémon. Per farlo sono necessarie la "polvere di stella" e delle caramelle. Entrambe si ottengono a ogni cattura, ma è possibile ricevere le caramelle anche inviando al professore i Pokémon doppi che avete catturato. Attenzione però: ogni Pokémon vuole la propria caramella, quindi per esempio quelle che ottenete con Pidgey non potrete usarle per far evolvere Rattata e viceversa. Il che rende abbastanza lungo e difficile far crescere ed evolvere i mostri più rari.
Arrivati al quinto livello, viene il momento di decidere in che squadra entrare tra le tre disponibili. Una scelta che non ha reali ripercussioni nel gioco, se non quella di assegnarvi uno dei tre colori disponibili. A questo punto potrete finalmente interagire con una palestra. Se è libera, la conquisterete e lascerete un Pokémon a guardia; se è occupata, le possibilità offerte sono due: se è in mano a un allenatore della vostra stessa squadra, potete sfidarlo per far crescere il prestigio della palestra, che in cambio darà più XP e altre cose utili. Se invece è in mano a una squadra nemica, dovrete sconfiggerlo per conquistarla voi. E visto che le palestre sono l'unico modo per ottenere le monete, vi troverete molto presto a cercare di conquistare tutte quelle che troverete sulla vostra strada.
I combattimenti, però, sono anche il vero tallone d'Achille di Pokémon GO. Per prima cosa i mostriciattoli occupano troppo spazio su schermo, soprattutto il vostro è troppo vicino alla telecamera. Si capisce molto poco di quello che succede, e questo trasforma degli scontri frenetici in qualcosa di semplicemente caotico. Inoltre, le battaglie sono limitate a schivare o attaccare tramite una semplice pressione sul vostro Pokémon. In poche parole, uno degli aspetti più importanti del gioco è semplicemente fatto male e diverte molto poco. Aggiungo anche che i combattimenti sono estremamente pesanti per l'hardware: oltre a scaldare ancora di più e quindi consumare ancora più batteria, ci sono frequenti rallentamenti che non aiutano la già deficitaria situazione.
Un'altra lacuna grave è l'impossibilità d'interagire direttamente con altri allenatori. Sarebbe stato utile e divertente poter scambiare i propri Pokémon con gli amici ma, almeno al momento, questo non è possibile. Infine, va segnalato che l'app ha davvero tanti problemi tecnici. Non crasha, ma si blocca fin troppo spesso, così come capita che non carichi le immagini dei Pokéstop, che quindi non potete usare, che perda il segnale GPS, che mostri Pokémon che però poi scompaiono quando li toccate per catturarli e cose del genere. Almeno per quanto riguarda la stabilità, comunque, è praticamente scontato che la situazione migliorerà con gli aggiornamenti del caso.
Da un lato, i problemi riscontrati potrebbero anche dipendere può essere un eccessivo carico sui server, che infatti sono spesso offline o comunque non raggiungibili, anche per ore. Dall'altro sembra anche però che ci sia ancora molto da lavorare per gli sviluppatori, soprattutto sul lato dell'ottimizzazione. Magari su iOS le cose vanno meglio, ma al momento non l'abbiamo potuto testare su iPhone.
Nonostante tutti questi problemi, rimane il fatto che passare ore a camminare con il telefono in mano, pronti a lanciare Poké Ball in testa a ogni Pokémon che si incontra, ovviamente sperando che si tratti di uno dei più rari e potenti, resta incredibilmente divertente. Tutto quello che ogni appassionato della saga ha sempre sognato di poter fare è ora possibile, quindi cosa aspettate a buttarvi nella mischia?
Con due raccomandazioni, però. La prima riguarda la data di uscita del gioco, il 15 luglio in Italia. Stando ad alcune voci che girano in rete, installarlo usando l'apk ufficiale potrebbe portare al ban dell'account o addirittura del telefono. Improbabile secondo noi, ma fatelo solo se siete disposti a correre questo rischio, altrimenti aspettate una settimana. La seconda è quella di guardare sì lo schermo, ma stare sempre anche molto attenti a dove si sta camminando. È fin troppo facile perdersi nella mappa sul telefono e non rendersi conto che si stia attraversando una strada o che una bici ci stia venendo contro, o comunque mettersi involontariamente in pericolo. Quindi giocateci, ma sempre con la massima attenzione a quello che vi circonda, perché il rischio di farsi male veramente qui è reale!