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Pokémon Rosso/Blu/Giallo - recensione

Nintendo riporta tutti indietro nel tempo.

Il primo terzetto di titoli dedicati ai Pokémon fa parte di un mondo che, nel bene e nel male, non esiste più. All'epoca di Rosso e Blu (Giallo sarebbe giunto qualche mese più tardi), il Millennium Bug terrorizzava e insieme eccitava gli allora rarissimi esperti di computer, Windows 98 illuminava l'audience con le sue splendide schermate blu, internet era un lusso per pochi fortunati, e i videogiochi non erano il fenomeno di massa, affermato e quasi del tutto emancipato che è oggi.

Sul finire del 1999 andavo alle scuole medie e nei primissimi mesi del 2000, scampato il "pericolo Skynet", le ricreazioni si tramutarono velocemente in misteriosi rituali fatti di Game Boy, cavi dai colori improbabili, nomi dal significato oscuro. All'epoca non bastava frignare per qualche ora per farsi comprare uno smartphone nuovo. Ancora grato alla Comunione, non certo per avermi reso un credente migliore ma per avermi portato in dono un fiammante Nintendo 64, e in attesa di lavare abbastanza piatti in casa così da accumulare sufficienti fondi per permettermi l'ennesima console, rimasi parzialmente fuori dalla Poké-mania.

Nella schermata principale, giochicchiando con i pulsanti è possibile applicare alcuni filtri all'immagine. Con Start e Select si attiva la risoluzione originale, coi due trigger e Y, invece, la schermata si ingiallisce come nei Game Boy di prima generazione.

Parzialmente, perché di fatto si trattò di un intenso periodo di studio, analisi, accumulo di dati ed esperienza che mi tornò utile, tempo dopo, quando inaspettatamente ricevetti come regalo di promozione il tanto agognato portatile di Nintendo con tanto di Pokémon Blu e Giallo. Complice adolescenza e tempesta ormonale, il Game Boy mi costò qualche grado di vista, infinite notti insonni, fittissime chiacchierate con gli amici, utili per scovare nuovi trucchi, nuovi segreti, nuove strategie con cui sgominare (ancora e ancora) i temibili Super Quattro.

I primi Pokémon sono questo, sono parte della nostra vita di videogiocatori, una tripletta di opere videoludiche che sono divenute un fenomeno culturale in grado di farsi strada nei cuori, nelle menti e nei ricordi di milioni di persone. Qualunque sia l'edizione che ha segnato il vostro esordio nel mondo in cui era fondamentale "catturarli tutti", questi titoli sono nostri nel senso più letterale e viscerale del termine. Scalda il cuore scoprire che Nintendo, dopo tanto titubare, abbia finalmente deciso di riproporli su Virtual Console assolutamente identici agli originali, sia nella veste grafica, sia nei tanti bug che ormai fanno parte del pacchetto, della storia stessa di questi prodotti.

Si può ancora catturare Mew volando da una città all'altra; la strana location acquatica in cui si nascondeva il misterioso MissingNo, fatta di punti e numeri, è ancora al suo posto; le tante sbavature nella traduzione italiana non sono state corrette. Allo stesso tempo gli (orribili) effetti sonori sprigionati dai Pokémon ad ogni apparizione, così come buona parte degli imbarazzanti sprite delle creature (ve lo ricordate Diglett?) non sono stati ritoccati nemmeno dal punto di vista della risoluzione.

Nulla di più fastidioso, in Pokémon Giallo, di quell'impiastro di Pikachu a seguirci ad ogni passo.

Una scelta per certi versi coraggiosa, nell'era delle riedizioni in HD, ma che da bravi nostalgici non possiamo che apprezzare, grati dell'evidente consapevolezza acquisita da Nintendo di avere a che fare con un opera storica e non con un qualsiasi manufatto che può essere ritoccato e rimaneggiato all'occorrenza.

Anche dal punto di vista del gameplay è consolante riscoprire l'elasticità di un gameplay non ancora complicato ed eccessivamente inspessito da fattori e parametri contingenti. Si riscopre la vecchia struttura ludica facile da padroneggiare ma complicatissima da piegare a tutte le difficoltà imposte dall'epopea del giovane allenatore di cui vestirete i panni.

Nei primi anni del nuovo millennio fu unicamente il passaparola, il contatto diretto con altri videogiocatori ad insegnarci il trucco per clonare i mostriciattoli in nostro possesso, ad assicurarci che per battere i fortissimi Pokémon Psico era (purtroppo) necessario perdere tempo con uno smidollatissimo Caterpie che "credimi, appena diventa Butterfree sono uccelli per diabetici per tutti". Ci siamo fidati dei nostri amici che ci indicavano le location dei Pokémon Leggendari, gli unici che potevano renderci la vita più facile per giungere al cospetto di Mewtwo.

Con il 3DS tra le mani, ci si scontra ancora con una curva di difficoltà mal calibrata, che costringe ad un grinding selvaggio e spesso frustrante. Eppure vale la pena scendere a compromessi con un design spesso poco accorto e tutt'altro che accondiscendente verso i neofiti. Perché se certi Capipalestra non fanno sconti, le regole da imparare sono fondamentalmente poche, rendendo la progressione del proprio party una piacevole sfida di resistenza e perseveranza.

Tutti a sottolineare quanto la scelta tra Charmander, Squirtle e Bulbasaur fosse difficile, ma nemmeno decidersi tra Hitmonlee e Hitmonchan era facile.

È solo questione di tempo prima di farsi prendere dalla smania di potenziare al massimo ogni Pokémon, anche quell'ingrato di Pikachu che proprio non ne vuole sapere di evolversi, prima di cedere alla tentazione di catturarli di nuovo tutti, magari sfruttando gli avveniristici vantaggi della Banca Pokémon, supportata da questa ripubblicazione su 3DS.

Soprassedendo sugli ovvi limiti estetici, dunque, Pokémon Rosso, Blu e Giallo sono ancora giochi attualissimi, godibili, particolarmente adatti a chi si voglia iniziare alla saga. Certo, oggi tra video tutorial su YouTube, walkthrough e dirette su Twitch, il fascino della scoperta individuale e collettiva rischia di essere sabotato sul nascere ma non è detto che tutti gradiscano capire a suon di Game Over che la maledetta Sabrina può essere facilmente abbattuta con un Butterfree che, effettivamente, se opportunamente allenato ha qualche asso nella manica niente male.

Per chi conserva ancora gelosamente scatole e cartucce originali, sarà una tentazione di rara intensità quella di rimettere piede nel continente di Kanto e farsi catturare dal vortice dei ricordi. Non si tratterà solo di una concessione alla nostalgia: grazie al supporto alla Banca Pokémon, potrete approfittarne per arricchire il vostro Pokédex di nuovi mostriciattoli, magari in attesa dei futuri capitoli Sole e Luna.

8 / 10
Avatar di Lorenzo Fazio
Lorenzo Fazio non ha mai smesso di giocare sin dai tempi del Master System. Ha così cercato di unire l’utile al dilettevole, inventandosi giornalista videoludico. Qualcuno ci è cascato: scrive per importanti testate del settore da quasi una decina di anni.

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In this article

Pokémon Red, Blue and Yellow

Nintendo Game Boy

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