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Postal 4: No Regerts Recensione: un ritorno di cui non si sentiva il bisogno

Una formula anacronistica, un gioco con grossi problemi.

Postal è una serie di videogiochi figlia degli anni ‘90, l’era della transizione dal 2D al 3D nei videogiochi. Quando s’iniziavano ad affermare i primi sparatutto tridimensionali come Doom, Quake e Medal of Honor, giochi che brillavano anche per level design e aspetto tecnico, gli studi di sviluppo che fino ad allora riuscivano a sviluppare giochi 2D con piccoli budget si trovavano in difficoltà, e allora era l’idea brillante che permetteva di distinguersi.

Postal, come Duke Nukem o Serious Sam, ha puntato tutto su satira e irriverenza miste a un livello di violenza brutale. Il primo capitolo aveva fatto breccia su una buona fetta di critica e utenti, e con il sequel gli sviluppatori di Running with Scissors avevano completato la transizione a un mondo totalmente tridimensionale in cui muoversi, denso di case da esplorare, cose strane da scoprire e imprese matte da compiere. Il terzo capitolo, uscito nel 2011, è stato invece massacrato su tutti i fronti.

Il team ci riprova quindi con POSTAL 4: No Regerts, un gioco che promette di essere un sequel diretto di Postal 2, così da cancellare dalle menti dei fan il passo falso del terzo capitolo. Il gioco è stato per circa due anni e mezzo in Early Access, cosa che ha permesso allo studio di incrementare i fondi dedicati allo sviluppo e di lavorare in tandem con i fan grazie ai loro feedback.

Questa scena ricorda vagamente Serious Sam...

Running With Scissors è un team abbastanza conservativo: non solo ha dedicato l’intera carriera a questa serie dimostrandole grande affetto, ma è stato anche abbastanza conservativo per quanto riguarda concept, level design e approccio. La storia, infatti, si svolge sempre in una piccola cittadina fittizia dell’Arizona (stato in cui sono nati gli sviluppatori), e il Postal Dude è il protagonista di una quotidianità all’apparenza tranquilla e ripetitiva.

Anche questa volta la trama si basa su pretesto banale, ovvero col Postal Dude che si è appena trasferito da Paradise Town alla cittadina di Edensin. Qui però gli viene rubata l’auto, ed è costretto a svolgere piccoli lavori di vario genere per racimolare un po’ di denaro. Come nei prequel, il gioco si svolge nell’arco di un’intera settimana, e ogni giorno avremo degli incarichi da compiere lavorando per vari commendatori.

Questi incarichi fungono quindi da missioni primarie e secondarie. Una volta assolti tutti i compiti si passa al giorno successivo. Il giocatore può muoversi liberamente per la cittadina, che appare quanto mai viva e densa di abitanti, ognuno che si muove liberamente e ha le sue attività da svolgere.

Il giocatore può praticamente andare ovunque: può entrare nelle case e frugare alla ricerca di oggetti utili e roba da ricettare, può salire sui tetti e accarezzare gli animali, con le missioni che possono essere svolte senza un ordine preciso. L’avventura si può affrontare in modo pacifista o ci si può fare strada con la forza, usando armi, violenza e provocazioni.

La città è viva e densa di NPC.

Il nostro Postal Dude è infatti dotato di una lista innumerevoli di gestacci da sfoggiare a seconda della situazione, e può addirittura calarsi i calzoni per mostrare i genitali. Inoltre, c’è un arsenale di armi da andare ampliando con l’esplorazione. Sulla carta, quindi, sembra un normale FPS open world con qualche trovata in più, ma da subito si notano gravi problemi.

Prima di tutto, le missioni sono tutto tranne che chiare. Spesso le descrizioni sono provocatorie e irriverenti ma per questo anche facilmente fraintendibili. Di conseguenza il giocatore può facilmente trovarsi a vagare senza capire bene cosa fare o dove andare. Talvolta si fanno le cose richieste e inspiegabilmente gli NPC circostanti iniziano ad attaccarci. Ci sono anche capitate missioni buggate, dove pur completando il task la missione non veniva superata.

Ad esempio, nel giorno in cui si gioca nei panni di un gatto (che lo ammettiamo, è stato divertente!), bisogna infiltrarsi in un negozio per rubare del latte. Prima di tutto il gatto non può aprire la porta, ma può passarci attraverso (e già questo è un incredibile bug, sempre che non sia “voluto”). Una volta dentro al negozio, il gestore attiverà dopo un po’ di tempo l’allarme chiudendo le saracinesche e attaccandoci.

Peccato che non si possa fuggire nello stesso modo in cui siamo entrati, quindi è morte certa e game over. Se avevate salvato poco dopo essere entrati al negozio e non c’erano autosave precedenti, questo ne fa un game breaker. E a proposito di bug che rompono il gioco, arrampicandoci sulle colline può capitare in certi punti di cadere misteriosamente nel vuoto in una discesa senza fine.

Viene in mente anche a voi River Monsers?

Non tutte le missioni sono così buggate, fortunatamente, e alcune sono anche divertenti, volendo. Quasi tutte ci chiedono di fare cose pazze e fuori dalle righe, molto spesso al limite della legalità o del buon costume. Ma di certo Postal 4 non vuole essere un gioco politically correct, anzi vuole essere tutto l’opposto.

Se questo però poteva non rappresentare un problema 30 anni fa, adesso le cose sono nettamente cambiate. Premesso che già il franchise aveva subito diverse censure e ban in alcuni territori coi capitoli precedenti, ora le cose potrebbero essere anche peggiori. In una missione si devono colpire dei palloncini che fluttuano lanciando nel vuoto dei profughi messicani con un cannone... e non è molto divertente.

Ovviamente parliamo sempre di un videogioco e, fortunatamente o meno, il medium non ha ancora l’obbligo di “educare” il giocatore. Del resto, se GTA V che è un gioco dedito al crimine e alla violenza è uno dei giochi più venduti di tutti i tempi, qualcosa vorrà dire. Quindi potenzialmente il pubblico che potrebbe apprezzare Postal 4 è molto ampio. Questo se fosse anche un buon gioco dal punto di vista tecnico, ma sfortunatamente non è questo il caso.

Postal 4 ha una grafica non più al passo coi tempi. Anche impostando i dettagli al massimo, i modelli dei personaggi e degli NPC sono veramente scarsi e sembrano arrivati direttamente dall’era PS3. Lo stesso si può dire per i modelli di edifici e auto, davvero squadrati e dozzinali. Non male le texture e gli effetti, ma per essere un open world non ci siamo proprio. Non si può entrare nelle auto e guidarle (si possono guidare solo dei noiosi e lenti scooter 4 ruote) e mancano, ad esempio, il meteo e il ciclo giorno/notte, il che nel 2022 non è accettabile.

Il gioco ci porterà in posti surreali…

Come se non bastasse il gioco soffre di performance terribili. Anche con un sistema ben superiore ai requisiti consigliati, il frame-rate fatica a mantenere i 50fps, con cali vistosi senza alcuna apparente ragione nella sfera dei 20-30fps quando si entra nelle case e negli edifici chiusi. Il mondo di gioco non è nemmeno coeso, e quando si passa da un distretto all’altro della città possiamo essere bloccati da un muro invisibile nell’attesa del caricamento dell’altra area.

Caricamento che può durare anche più di 10 secondi con il gioco installato su SSD NVMe Gen4, il che è assurdo. Il computer usato per il nostro test era dotato di 32GB di RAM e 8GB di VRAM, e monitorando le risorse l’eseguibile ne occupava al massimo 8GB (che non è una cifra piccola) e questa suddivisione di aree con blocchi per i caricamenti non è giustificabile.

Gli sviluppatori ci hanno fornito un codice review basato sulla build 0.9 che è ancora quella dell’Early Access. La versione 1.0 dovrebbe arrivare il 20 aprile assieme alla promessa di un miglioramento delle performance, di bugfix e di feature aggiuntive. Ma perché non prorogare l’uscita se il gioco è in questo stato (ed essendo Running With Scissors anche l’editore, non ha obblighi da rispettare)?

Difficilmente però un singolo aggiornamento potrà trasformare Postal 4 in un gioco perfetto tecnicamente e privo di bug. La stessa modalità co-op, che era un cavallo di battaglia di questo titolo, non arriverà nemmeno al lancio, bensì in qualche periodo non meglio specificato post-lancio. Una scelta anche questa poco comprensibile. Sembra quasi che Running With Scissors abbia voluto realizzare di proposito un gioco brutto e pieno di bug, e sì che essendo un’esclusiva PC l’ottimizzazione dovrebbe essere più semplice rispetto a un gioco multipiattaforma.

La mappa ci indica luoghi di interesse e obiettivi. Ma non è quasi mai chiaro dove andare e cosa fare.

Alla luce di tutte queste considerazioni, non possiamo che sconsigliare l’acquisto di Postal 4: No Regerts, almeno nello stato in cui si trova oggi con la build fornita alla stampa. Qualche momento di divertimento c’è, è innegabile, e ci sono un sacco di riferimenti alla cultura pop, al cinema e ai videogiochi, ma sono più i momenti di frustrazione e quelli in cui qualcosa non funziona come dovrebbe, e in cui vorreste solo tirare la tastiera dalla finestra.

Alla luce di quanto descritto non può che derivare un’esperienza poco piacevole e solo i fan sfegatati della serie potranno sorvolare su tutti questi problemi, dando una chance al gioco.

4 / 10