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Prague 'n' Play - reportage

1C Games ci ha mostrato IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad e Ilya Muromets: Igor Sikorski. Pronti a prendere il volo?

Mentre l'aereo scende di quota bucando la coltre di nuvole che sovrasta la Repubblica Ceca, mi domando cosa m'abbia spinto a rimettermi su un aereo a pochi giorni dal mio ritorno dalle ferie. A maggior ragione considerando che mi sono dovuto alzare alle 5.10 del mattino e che il signore seduto al mio fianco pare non vedere una doccia da almeno una settimana.

Poi, però, dall'oblò del mio finestrino scorgo Praga illuminata dalla luce del mattino, e sebbene la giornata non sia delle migliori tutto pare trovare una senso. D'altronde sono passati quasi vent'anni dall'ultima volta che sono stato in questa splendida città e la speranza è di riuscire a provare la magia di una volta. Accadrà solo in parte, portandomi a una serie di riflessioni sull'invecchiamento e su come il tempo, insieme alla gioventù, si porti via anche la capacità d'emozionarsi.

Una fugace riflessione, questa, spazzata via dalla consapevolezza che non stavo andando a Praga per fare il turista né il filosofo, bensì per assistere al Prague 'n' Play di 1C Game Studios, editore russo che sta lavorando a due simulatori di volo pensati per un pubblico piuttosto esigente. Parliamo di Ilya Muromets: Igor Sikorski e IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad. Dopo il successo quasi esplosivo del primo capitolo uscito nel 2001, la serie ha conosciuto alti e bassi fino all'appannamento dovuto a Cliffs of Dover, uscito nel 2011 dopo numerosi posticipi e con un rilevante numero di bachi.

Durante la conferenza stampa è stata posta grande enfasi sui miglioramenti della grafica di Battle of Stalingrad: voi che ne pensate?

Non stupisce quindi che per la nuova iterazione i russi di 1C Games abbiano pensato non solo di cambiare il team di sviluppo ma di riproporre una formula che strizzi l'occhio agli esordi. Ecco allora i tre pilastri sui quali s'incentrerà la simulazione, ossia "play, fly and learn". Se sui primi due c'è ben poco da dire, una precisazione la merita il terzo, che sta a indicare che giocando a Battle of Stalingrad si imparerà non solo la storia, essendo le missioni basate su fatti realmente accaduti, ma anche a volare con quello che gli 1C Game definiscono "il simulatore di volo più avanzato al mondo".

Se lo sia veramente non possiamo dirlo dopo la breve prova effettuata sulla cima della Žižkov Television Tower, la torre delle telecomunicazioni che dall'alto dei suoi 216 metri sovrasta Praga rovinandone il profilo come peggio non si poteva. Troppo poco il tempo a disposizione ed è per questa ragione che il nostro Elvin sta già provando la versione preview fornitaci dagli sviluppatori, così da offrirvi a breve una dettagliata preview.

Quel che possiamo dire, comunque, è che è stata posta una particolare attenzione all'intelligenza artificiale, ora ancor più realistica non foss'altro perché compirà le stesse manovre di un giocatore in carne ed ossa. Non ci saranno quindi né cheat né scorciatoie pensate per rendere più avvincenti i combattimenti a scapito del realismo. Gli stessi piloti gestiti dall'IA saranno infatti soggetti alle medesime leggi della fisica cui saremo soggetti noi nei nostri abitacoli virtuali.

Questo è solo un assaggio di quello che v'aspetta nel nuovo IL-2 Sturmovik. Sempre che riusciate a decollare, s'intende.

Affinché ciò sia possibile, gli sviluppatori si sono basati sulle indicazioni degli immancabili consulenti di turno, tra cui anche un pilota veterano della Seconda Guerra Mondiale che ha combattuto sui cieli di Stalingrado nel 1942. Ma hanno tenuto in forte considerazioni anche i suggerimenti dei piloti militari e civili che partecipano attivamente alla community di Sturmovik.

Il risultato è un gioco che, stando alle dichiarazioni degli sviluppatori, va oltre la simulazione dei bottoni presenti in un cockpit provando a dare emozioni, sensazioni, e a regalare quella libertà di movimento che tuttora attrae gli appassionati di tutto il mondo. Un compito non facile se si pensa che per ottenerlo non si può contare su postazioni multischermo dal costo di migliaia di dollari e che il realismo di un gioco come Sturmovik deve passare attraverso joystick da 50 euro. Per tacere del fatto che il giocatore oggi vuole leggere poco e iniziare subito, per cui non si può neanche contare sull'aiuto di quei manuali che una volta accompagnavano i capisaldi del genere, come quel Falcon targato Microprose dei tempi che furono.

Ed è proprio ripensando ai titoli storici che segnarono un'epoca a cavallo degli anni '90 che emergono le maggiori differenze coi simulatori moderni. Che in virtù di unità di calcolo sempre più potenti sono capaci di simulare quasi tutte le variabili in gioco. Il problema, in IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad, è che anche impostando la difficoltà a livello Normal, decollare è un'operazione che può richiedere diversi minuti. E non tanto per le varie procedure necessarie ad avviare un velivolo, quanto perché schiantarsi non è poi così difficile. Come atterrare, peraltro.

Gli sviluppatori ci spiegano il lavoro dietro a IL-2 Sturmovik: Battle of Stalingrad.

Non che in volo le cose migliorino molto: provocare un black out al pilota (ossia quando l'accelerazione è tale da non fargli affluire sangue alla testa) è molto più facile che in altri simulatori di volo, e l'effetto dura piuttosto a lungo, al punto che non è raro tentare una virata secca per mettersi in coda all'avversario, vedere lo schermo diventare nero e riacquisire i sensi a pochi metri dal suolo.

"Anche impostando la difficoltà a livello Normal, decollare è un'operazione che può richiedere diversi minuti. Come atterrare, peraltro"

Ne deriva che il pilota poco esperto, dopo un paio di schianti, si ritrova a manovrare il veicolo con cautela ma in tal caso sarà facile morire crivellati dai colpi avversari, colpa anche di fusoliere non così resistenti come quelle dei moderni caccia supersonici. In tal caso lo schermo diventerà rosso ma non per un 'red out' quanto per il nostro sangue che lo tingerà interamente.

Un altro rischio, in caso di velocità troppo bassa, è di avvitarsi in uno stallo apparentemente senza uscita, a meno di non attuare una manovra col timone di coda che, necessariamente, ci ricorda l'obbligo di usare un joystick col prossimo Sturmovik. "Implementare il mouse richiederebbe il rifacimento dell'intera fisica del gioco", ricorda Alexander Kombeitz, uno dei migliori piloti di Sturmovik portato da 1C Games a Praga. "E, a dirla tutta, nessuno della nostra community lo vuole".

Eccolo qui il bestione che ci troveremo a pilotare con un modello fisico che calcolerà anche la turbolenza generata dalla rotazione dell'elica.

Inutile dire che scegliendo il livello di difficoltà Expert le cose si complicano esponenzialmente, al punto che prima di decollare si renderà necessario aspettare qualche minuto per far sì che il motore entri in temperatura. Non sarà troppo? "In realtà ci sono in giro prodotti molto più difficili, come ad esempio Digital Combat Simulator, che richiede anche 5 minuti prima di riuscire a decollare col Fw 190 D-9 Dora della Seconda Guerra Mondiale, e addirittura un quarto d'ora con l'F-15 C. Bisogna infatti non solo scaldare il motore ma anche tirare le leve e premere in ordine i bottoni per avviare tutti i sistemi di cui dispongono gli aerei", ricorda Kombeitz . Che poi aggiunge: "Sturmovik pone l'accento sui combattimenti mentre DCS, che pure li permette, mira a simulare il sistema su cui si vola".

"L'unica soluzione per sopravvivere all'impatto iniziale è perseverare, provare i vari settaggi e informarsi su internet"

Una soluzione che mi sento di raccomandare è allora smanettare col livello di difficoltà personalizzato, che permette di ritagliarsi un'esperienza di gioco su misura. Certo è che s'avverte la mancanza non solo di un manuale di guida ma di un tutorial che aiuti l'aspirante pilota a prendere dimestichezza con un prodotto tutt'altro che "facile da imparare, difficile da padroneggiare", come ci era stato detto in conferenza stampa.

Allo stato attuale delle cose, dunque, l'unica soluzione per sopravvivere all'impatto iniziale è perseverare, provare i vari settaggi e informarsi su internet, possibilmente nei forum della vivace community del gioco, sempre pronta a dispensare utili suggerimenti. Vero è che come ci ricorda Kalin Damyanov, altro pilota della community presente all'evento, Rise of Flight, sviluppato dai 777 Studio ed edito sempre da 1C Game Studios, aveva un tutorial e non quindi è da escludersi che accada lo stesso anche con Battle of Stalingrad.

Il tramonto visto dall'abitacolo del nostro aereo ha un fascino particolare.

Per poter mettere le mani sul nuovo Sturmovik non manca poi molto, visto che l'uscita è prevista a settembre. Il gioco verrà proposto in edizione Standard (50 euro, 10 aerei) e Premium (90 euro e 12 aerei), con quest'ultima rivolta evidentemente agli entusiasti della serie e ai sostenitori del publisher russo.

Difficile prevedere quale futuro possa avere un gioco di questo tipo, quel che è certo è che nel caso si riveli un successo gli appassionati avranno di che divertirsi. L'editor di missioni permetterà infatti di creare nuovi contenuti, mentre gli 1C Games proporranno una serie di add-on che renderanno l'esperienza sempre più corposa. A questo s'aggiungeranno i server dedicati, grazie ai quali i piloti virtuali potranno giocare coi loro set di regole e non con quelli decisi da 1C Games.

Certo, la concorrenza di giochi dal sapore più arcade come World of Warplanes e War Thunder è sempre dietro l'angolo. "Ma noi non vogliamo misurarci con questi titoli", ricorda Andrey Shumakov, community manager di 1C Games. "Preferiamo restare nella nostra nicchia, senza dimenticare che quando gli utenti di questi prodotti vorranno un'esperienza più appagante, molto probabilmente diventeranno giocatori di Sturmovik". E noi ci auguriamo che sia proprio così.