Prince of Persia: le Sabbie Dimenticate
Il passato è sempre la chiave del successo?
Durante la nostra prova, ad esempio, ci siamo ritrovati di fronte a un nemico molto simile ad un toro in grado di togliere grandissime quantità di energia attraverso potenti cariche a testa bassa. In questo caso la schivata si è dimostrata fondamentale per assicurare la sopravvivenza del personaggio, fornendogli al contempo la possibilità di approfittare dei pochi, brevi momenti di pausa del nemico per contrattaccare.
L’eliminazione di questo potente avversario è comunque stata resa un po’ più semplice dalla presenza degli attacchi elementali citati all’inizio di questo articolo, il cui impatto sull’esperienza di gioco è forse fin troppo significativo. Attraverso la semplice pressione di un tasto del d-pad, è infatti possibile scatenare la forza di uno tra quattro elementi, ovvero aria, terra, fuoco e acqua, ognuno accompagnato da specifiche abilità che possono anche essere potenziate nel corso dell’avventura. Il loro utilizzo sarà tuttavia limitato ma sfruttandoli solo in caso di reale necessità, il vostro “sporco lavoro” sarà semplificato in maniera davvero notevole.
Come anticipatovi nel nostro ultimo hands-on, il vero cuore pulsante di questo sequel sarà però l’esplorazione, ora in linea con la tradizione della serie in quanto a complessità, ma al tempo stesso incapace di garantire quel senso di soddisfazione e gratificazione tipica dei precedenti capitoli… almeno non nella stessa misura. Procedere lungo i tortuosi percorsi messi a punto dai ragazzi di Ubisoft sarà infatti estremamente difficile e frustrante e, di conseguenza, se foste fra coloro che con i vecchi Prince of Persia erano soliti lasciarsi andare a pesanti imprecazioni, preparatevi al peggio.
Avanzare incolumi lungo gli scenari richiederà infatti un’attenta analisi ambientale, una precisione chirurgica negli spostamenti (specie per quanto riguarda salti e corse sul muro) e soprattutto tanta, tantissima pazienza. Dimenticatevi dunque la sostanziale semplicità del vecchio Prince of Persia perché in Le Sabbie Dimenticate il vostro autocontrollo sarà messo a dura prova tanto nelle fasi di esplorazione quanto nella risoluzione degli enigmi. La possibilità di riavvolgere il flusso temporale per rimediare ad eventuali errori limiterà senz’altro la vostra frustrazione, ma nonostante ciò non fatevi illusioni perché dovrete sudare sette camice per superare le varie zone proposte.
Tecnicamente parlando, infine, il titolo mostra evidenti problematiche che minano, in maniera tutt’altro che marginale, il coinvolgimento e l’intensità dell’atmosfera. Texture poco rifinite, modelli poligonali di bassa qualità, ambientazioni prive di grandi dettagli oltre che di qualsivoglia interazione con gli elementi di contorno (eccezion fatta per pochi oggetti come ad esempio i vasi) e, a completare il quadro, screen-tearing e v-synch a profusione.
Sebbene sia lecito augurarsi che gran parte di questi problemi siano relativi alla natura incompleta del codice da noi testato, è comunque improbabile che nel corso delle poche settimane che ci separano dalla release ufficiale del prodotto gli sviluppatori riescano a regalarci un gioco tecnicamente all’altezza delle aspettative.
Almeno per ora Le Sabbie Dimenticate non ci ha dunque impressionato tanto quanto avremmo sperato. Tralasciando la realizzazione tecnica, il titolo evidenzia infatti una significativa mancanza di originalità e personalità, dovuta non solo a un protagonista sostanzialmente anonimo, ma anche a un concept che non risulta più così divertente e stimolante come in passato (se non per i veri appassionati del franchise). Questo non è tuttavia il momento di esprimere giudizi definitivi sul prodotto, perciò non ci resta che invitarvi a restare sulle pagine di Eurogamer.it per leggere l’imminente recensione finale!