Pro Evolution Soccer 2010
Le ultime raccomandazioni del mister…
La partita sta per iniziare. Manca ormai pochissimo al fischio d’inizio. In quel momento le due compagini si guarderanno negli occhi, magari per specchiarsi nello stesso modulo tattico, ma alla fine sarà la giocata di qualche fuoriclasse a decidere le sorti dell’incontro. FIFA è nei negozi da oggi, PES lo sarà tra una ventina di giorni. EA ha già fatto vedere muscoli, tecnica e grande senso della posizione. Pro Evo ha ancora qualche dubbio sull’undici titolare da schierare in campo…
Demo, codice preview, filmati di gameplay. PES 2010 mi è arrivato in varie salse, ma non così convincenti come speravo. Attenzione, però. Il gioco deludente dello scorso anno è un lontano ricordo. PES è cresciuto, nei dettagli, nel modo di accompagnarti sul campo, ma ti dà ancora la sensazione di essere un gran bel titolo di calcio maledettamente incompiuto.
Forse è tutta colpa delle aspettative, personalmente enormi. Mi aspettavo un impatto furioso da parte di Seabass nel suo controbattere ad un FIFA che con il capitolo 09 ha dato una bella scossa al genere. Ma Takatsuka sembra aver risposto con molto fairplay. Nessun tipo di pressing asfissiante, e anzi, la consapevolezza di combattere quasi ad armi non totalmente pari con il suo rivale. “FIFA è un grandissimo gioco. Ha un motore grafico spettacolare”, queste le parole ripetute negli ultimi mesi dal boss di PES.
Già, il motore grafico. Quel famigerato engine che aspettiamo da anni di vedere rivitalizzato. E invece? Invece, cari amici telespettatori (come direbbero in sede di telecronaca: a proposito il duo Pardo\Altafini è fenomenale!), ancora una volta dobbiamo accontentarci dell’ennesima versione “punto qualche cosa” di quello già sperimentato nelle varie versioni next-gen.
Non che i miglioramenti grafici non ci siano (negli zoom i modelli poligonali dei calciatori sono decisamente più credibili rispetto a quelli di FIFA), ma tutto ha il sapore di una minestra riscaldata poco appetitosa. Che dire poi dell’approccio al campo? Da questo punto di vista il passo in avanti è evidente.
Il calo di ritmo ha permesso di raggiungere un impatto più realistico sulla partita. L’effetto flipper che aveva trasformato PES in qualcosa di molto distante dal calcio è un vecchio ricordo. Ora le linee dei vari reparti tengono le distanze, il pressing sul portatore di palla viene condotto con maggior criterio, per una varietà di manovra che dà maggiori soddisfazioni nel modo in cui possiamo imbastire le azioni d’attacco.
Nel gameplay si nota quindi quel lavoro di approfondimento che, al contrario, negli anni passati sembrava esser stato messo in secondo piano, quasi si volesse trasformare PES in un titolo più arcade. Una sorta di bestemmia per i puristi della serie, che lo hanno sempre amato per quel suo modo di farti faticare nel portare a casa un risultato positivo. Il problema maggiore è che adesso c’è un’alternativa di lusso, che avanza, scatta sulla fascia e la mette in mezzo con un gran cross…
Da più parti, però, ci rassicurano che la versione review di PES sia nettamente di un altro livello rispetto soprattutto alla demo (si dice confezionata in fretta e furia). E allora aspettatevi pure un giudizio completamente ribaltato quando leggerete la nostra recensione. Una cosa è certa: dopo parecchi anni in cui non avevamo una reale alternativa al titolo Konami (che fosse quello il problema?), si è arrivati ad una sorta di pazzesco equilibrio in cui il risultato può essere davvero in bilico fino alla fine. Quindi, per ora, la tripla 1X2 ci pare d’obbligo nel pronostico…