Project CARS 3 - recensione
Gli Slighty Mad Studios tornano in pista con molte novità per gli amanti delle corse.
Chi ha l'abitudine di seguire il mondo dei motori lo saprà bene: l'inizio di una nuova stagione automobilistica è un periodo magico per gli appassionati. L'odore di gomma bruciata che pervade l'aria, le scuderie impegnate a trovare il giusto carico aerodinamico per la vettura, i test che intertempo dopo intertempo delineano le prime gerarchie e i rapporti di forza tra le squadre.
È un momento unico, nel quale le aspettative per il campionato che sta per iniziare si condensano tutte in un istante, quello che precede lo spegnimento dei semafori nella prima gara ufficiale della competizione. Dobbiamo ammetterlo: per quel che riguarda Project CARS 3 le aspettative erano notevoli, non solo perché il muretto aveva dato prova di saperci fare nelle precedenti edizioni, ma anche perché l'importante cambio di proprietà di cui è stato protagonista il brand avrebbe potuto portare nei box tante nuove risorse, sia finanziarie che di know-how.
Nei precedenti contatti col gioco, di cui vi abbiamo parlato su queste pagine, avevamo toccato con mano la nuova direzione che Slighty Mad Studios sembrava voler imporre al franchise, e al netto di qualche perplessità eravamo ansiosi di scoprire cosa il team di sviluppo fosse riuscito a nascondere sotto al cofano di una delle produzioni sportive in assoluto più attese dai fan dei racing sim.
Riprendiamo dove ci eravamo lasciati solo qualche settimana fa, ovvero analizzando la carriera, la protagonista del più grosso e massiccio stravolgimento all'interno del titolo. Come avevamo avuto modo di costatare in passato, la sua è una struttura ormai adottata da altri esponenti del genere come Forza Motorsport, che si classifica in campionati divisi per classi auto.
La differenza con il racing di Microsoft risiede nella progressione, che non è basata sull'esperienza bensì sul completamento di un larghissimo numero di sfide, alle quali è collegata in via esclusiva il passaggio del pilota attraverso le tante categorie che compongono la carriera di Project CARS 3.
Non sarà quindi sempre necessario tagliare per primi il traguardo, meglio soddisfare determinati requisiti (come ad esempio rimanere in scia di un avversario o effettuare delle traiettorie perfette) per superare il numero minimo di prove che conducono alla categoria successiva. Se doveste trovare difficoltà a superare certe sfide, vi sarà data la possibilità di accedere ad altri campionati semplicemente pagando con la valuta di gioco, così da poter progredire velocemente e avere totale libertà nella gestione della carriera di Project CARS 3.
Queste significative novità, come avevamo avuto modo di sospettare nei precedenti contatti col gioco, finiscono inevitabilmente con lo snaturare la forte sensazione di realismo che i primi due capitoli della serie regalavano al giocatore. Il tentativo di Slighty Mad Studios, è evidente, è stato quello di rendere l'esperienza considerevolmente più accessibile nei confronti dei nuovi piloti, come avremo modo di raccontarvi in altre sezioni di questa recensione.
Ulteriori stravolgimenti alle rigide basi dei predecessori di Project CARS 3 si hanno nelle nuove tipologie di gare che ci accompagnano nella modalità giocatore singolo. I campionati sono stati drasticamente ridotti a due sole gare su circuito, per un massimo di tre giri ciascuna e introdotte competizioni ancor più brevi come Lepre in fuga e Breakout.
Per alimentare la varietà della carriera sono state introdotte gare specifiche in cui si richiedono vetture particolari, come un'auto fabbricata in un certo periodo o da un preciso produttore, così da impegnare il giocatore nel completamento di più sfide per accumulare i crediti necessari per l'acquisto. Ad arricchire una carriera piuttosto classica per gli arcade vi sono eventi bonus e ad invito, anch'essi bloccati finché non raggiunti determinati obiettivi come ad esempio aver gareggiato 30 volte con una Ferrari o aver vinto un campionato di categoria.
Scendere in pista riserva ulteriori sorprese per chi ha vissuto i primi due capitoli. La prima menzione da fare riguarda l'interfaccia, molto più minimale rispetto al passato e che include ora solo la minimappa GPS del tracciato e il tachimetro, cancellando di fatto tutto quello che concerne l'usura degli pneumatici e il consumo del carburante.
Se la carriera è in generale più accessibile che in passato, lo è anche la nuova personalizzazione dei veicoli, che si allinea agli standard imposti dai principali interpreti del mercato dei racing sim. In Project CARS 3 possiamo infatti accedere al garage per poter modificare varie componentistiche della nostra auto, a partire dal blocco motore fino alle prese d'aria. Ogni modifica ovviamente comporterà un incremento delle prestazioni che farà salire di grado la nostra vettura, rendendo possibile portare un mezzo dalla classe E fino alla categoria massima.
Nel garage potremo finalmente personalizzare anche l'aspetto delle auto in nostro possesso. Le modifiche disponibili sono esclusivamente riservate alla livrea, tagliando fuori qualsiasi possibilità di poter metter mano ad alettoni e minigonne. Ci è concesso personalizzare la vernice, applicare decalcomanie e schemi, cambiare il colore dei cerchi e impostare il nome che si vuole sulla targa. La scelta in termini di disegni per la carrozzeria è purtroppo molto ristretta al momento, ma gli sviluppatori si sono affrettati a precisare che in futuro vedremo l'arrivo di alcuni DLC che arricchiranno questa sezione del gioco.
Si riconferma, dopo il provato dello scorso mese, il gran lavoro fatto sul feedback fornito dal controller, che rende ora molto più piacevole la guida senza dover necessariamente rimpiangere un volante, anzi si percepiscono ulteriori miglioramenti nel controllo e in termini di risposta. Questo avviene grazie ad un cambiamento radicale dello stile di guida che Project CARS impone, sacrificando ufficialmente il realismo per adattarsi ad ogni tipo di pilota, soprattutto ai novizi.
Il comportamento dell'auto non è estremamente fedele, sia con auto di categoria, sia con le supercar. Il nostro mezzo tenderà a slittare in curva facendo stridere le gomme e propendendo alla perdita di aderenza sul posteriore, comportamento ormai frequente nei titoli meno impegnati del genere.
Ad un sistema di guida che ora è meno realistico ma più divertente si aggiunge un bilanciamento più sottile delle IA in tutte le situazioni e a tutte le difficoltà. Adesso le vetture hanno una consapevolezza migliore del proprio posizionamento su pista, evitando gli scontri e concedendosi anche qualche sbavatura. Rendendo i nostri avversari più docili si può notare però la presenza di un effetto elastico percepibile in alcuni campionati ed un lieve magnetismo in fase di collisione.
Per quanto riguarda il comparto grafico va segnalato che Project CARS 3 gira sul motore del predecessore, il Madness Engine, portando colori più vivi e sgargianti anche grazie alle livree scintillanti che possiamo creare. Rimane buono il dinamismo del meteo seppur molto improvviso data la scarsa durata delle gare.
Ovviamente questo pone anche dei limiti. Slighty Mad Studios ha deciso di puntare sulla stabilità riuscendo a mantenere i 60 FPS sacrificando sostanziali migliorie allo sfondo e al realismo dello scenario. Abbiamo messo alla prova Project CARS 3 su Xbox One X e abbiamo notato alcune incertezze se si decide di privilegiare la risoluzione piuttosto che le prestazioni, come ad esempio sfocature evidenti sull'asfalto, bordi bianchi su alcuni dettagli delle vetture e ombre non sempre realistiche.
Ma la vera vena competitiva si può apprezzare con il comparto multiplayer, completamente innovato e strutturato in modo accattivante. Ad attenderci online oltre la classica modalità Sfida che garantisce una gara veloce con un matchmaking immediato che accontenta tutti i gusti, troveremo la sezione Rivali.
Il funzionamento ricorda le già conosciute leghe, dove vi sarà una classificazione in base alla nostra bravura in pista, intesa come guida pulita ed altre abilità, oltre al tempo che segneremo al traguardo. Tale punteggio ci farà classificare con varie medaglie fino al platino, il riconoscimento massimo, e per migliorare e guadagnare punti vi saranno a disposizione sfide giornaliere, settimanali e mensili con cui misurarsi.
Un'ulteriore aggiunta si ha con gli eventi programmati, ossia gare con orari stabiliti, vetture e circuiti preimpostati dove sarà necessario compiere una sessione di qualifica per potervi accedere. Grazie ad essa il gioco creerà un matchmaking basato sull'abilità dei piloti per farci competere in modo equilibrato durante la gara.
Nonostante le promesse del team britannico di conservare lo stile simulativo che ha contraddistinto la serie, e le rassicurazioni che lo spirito realistico del gioco ne sarebbe uscito intatto, oggi siamo qui a dover purtroppo smentire tali dichiarazioni. In Project CARS 3 sono stati inseriti dei cambiamenti così evidenti e profondi, a partire dalla carriera fino alla personalizzazione, da portarlo molto lontano da quel prodotto che aveva conquistato quella fascia più hardcore tra gli appassionati dei giochi racing.
Quello che traspare è il tentativo di entrare in un mercato di utenza più ampio, abbandonando le origini che invece lo hanno reso famoso. Purtroppo compiendo questo passo Project CARS 3 si trova nella posizione di scontrarsi con titoli che sono presenti nella categoria da anni e che al momento attuale anche senza nuove uscite risultano più prestanti.
Un'occasione sprecata, dunque, dal momento che si sarebbe potuto consolidare la propria posizione offrendo un titolo che facesse del realismo e della simulazione le sue colonne portanti. La scelta di rendersi più accessibile ha invece richiesto ben più di un compromesso e delle sostanziali rinunce che potrebbero non accontentare né i fan degli arcade né i veterani della simulazione.
Project CARS 3 va interpretato: per poterlo apprezzare è necessario dimenticare che sia un seguito, inquadrandolo piuttosto come una nuova formula. Una volta visto dalla giusta prospettiva risulta un buon titolo per gli amanti delle quattro ruote, divenuto finalmente accessibile anche col controller, una carriera ben strutturata per non annoiare il giocatore e un multiplayer che potrebbe fare la differenza rispetto alla concorrenza.
Confidiamo sicuramente in migliorie nel tempo grazie a un già annunciato Season Pass, che promette evoluzioni e contenuti interessanti, come avvenuto per il predecessore.