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Project Spark, un nuovo Big Bang videoludico - review

Un game maker per vedere se si ha la stoffa degli sviluppatori.

Per ragioni di semplificazione giornalistica, il processo creativo dei videogiochi viene spesso sottovalutato. Titoli come Project Spark sono quindi utili a ricordarci non solo che senza una storia avvincente è difficile ritrovarsi di fronte ad un buon prodotto, ma che alla base di tante scelte prese da programmatori e sviluppatori vi sono lucidità e lungimiranza ignote a gran parte degli utenti.

Vi starete chiedendo: ma la produzione firmata Team Dakota non doveva essere "semplicemente" la risposta di Microsoft a LittleBigPlanet? Appare in realtà evidente fin dalla prima sessione che di clone non si tratta, e che anzi Project Spark complichi notevolmente la formula a metà tra game maker e gioco per famiglie cui lo si credeva ispirato.

L'esperienza offerta da Project Spark è riconducibile a due tronconi nettamente separati nel menù d'avvio: la modalità Crea e la modalità Gioca. Le due, per certi versi, si somigliano e si fondono nella filosofia unica e fluida del nuovo studio interno del colosso di Redmond. Una filosofia che prevede la possibilità di giocare mentre si crea e viceversa, ma non solo: l'idea è di permette di modificare qualunque cosa, e guadagnarsi il "credit" nei titoli di testa e coda del livello creato.

Questo è il sistema Lineage, il DNA del livello o del mondo la cui creazione viene avviata da un utente e portata avanti da tanti altri, in una continua beta di gruppo. Chiamatelo, se volete, sviluppo collettivo o anche gruppo di lavoro 2.0, perché consente d'imbattersi in personaggi davvero collaborativi su Xbox Live e PC, di ritrovarsi online con gli amici e di darci dentro con la fantasia, senza alcun freno. A questo punto il metro di paragone rischia di essere non più LittleBigPlanet ma Minecraft.

Sir Haakon 'Hawk' the Knight è il campione più equilibrato e, come in questo caso, si difende strenuamente col suo scudo.

Per gli utenti che già masticano la logica della programmazione, Crea è una vera e propria manna dal cielo, molto più potente e complicata rispetto alla controparte Gioca. Si tratta dell'aspetto più ambizioso e forse meno appetibile per il grande pubblico, perché spinge l'utente a lavorare su tutti gli elementi del proprio gioco e non solo su degli asset predefiniti.

Ciò ad un livello superficiale vuol dire terraforming e scelta di protagonisti e ambientazioni, mentre a un livello più approfondito prevede il confronto imprescindibile con la modulazione dei "cervelli". Questi sono le intelligenze che si nascondono dietro ciascun personaggio e gli elementi che s'intende far comparire a schermo.

I cervelli vanno assemblati ricorrendo ad un vero e proprio linguaggio di programmazione, filtrato dal provvidenziale utilizzo dell'interfaccia grafica piuttosto che dalle inquietanti maschere del Pascal di turno. Per fortuna, in Project Spark c'è da confrontarsi solo con "when" e "do", oltre che con una nutrita schiera di modificatori e pagine utili a dare una sequenzialità alle azioni desiderate. Sono funzionali in questo frangente i tutorial in Italiano: a volte sembra di essere tornati a scuola per quanto sono pesanti ma, si sa, repetita iuvant...

Di ben altra pasta è la modalità Gioca, nella quale è possibile accedere alle tre macro-aree Giochi della community, Missione campioni e Crossroads. Mentre il funzionamento della prima è piuttosto scontato, con una quindicina di filtri (parental control incluso) e il tasto "segui" per tenere sempre d'occhio gli autori preferiti, può essere interessante analizzare più da vicino le restanti due.

La barra nera sul fondo dello schermo permette, in caso di errore, di annullare le ultime modifiche apportate al livello percorrendone a ritroso l'evoluzione.

La missione Assalto Void è sostanzialmente il piatto forte dello Starter Pack da €39,99, costituendo il primo pezzo di una campagna episodica volta a raccontare la genesi degli Spark e soprattutto a mettere in mostra le varie tipologie di videogioco creabili grazie al game maker di Team Dakota.

Nella pratica, Assalto Void altro non è che un action platform à la Skylanders con un tasso di difficoltà personalizzabile ma tendente verso l'alto solo se non affrontato con un personaggio adatto (a nostro dire Karlsnor il Berserker per le sue qualità in mischia). Il primo capitolo della campagna è infatti caratterizzato dalla presenza di quattro campioni tra cui scegliere un protagonista ed eventualmente il suo compagno di co-op, con set di abilità acquisibili e un livello unico da far progredire a prescindere da quello del profilo.

A patto di aver sbloccato lo Starter Pack, tre di questi campioni possono essere selezionati al pronti-via mentre per il quarto, una ranger, è richiesto un esborso in valuta del gioco guadagnabile lentamente e inesorabilmente col tempo, o acquistabile con moneta sonante.

Ed è un po' questa la logica, la logica della monetizzazione, sulla quale va ad arenarsi parte dei buoni propositi e delle qualità di Project Spark. A differenza della modalità Crea, che offre una libertà talmente senza precedenti da sopraffare l'utente, in Gioca e nella fattispecie in Crossroads si fatica spesso a destreggiarsi tra contenuti premium e gratuiti, questi ultimi talvolta insignificanti eppur da digerire pena la fine del game making.

Il design dei nemici può raggiungere sorprendenti vette di dettaglio.

Specie agli occhi di una platea di bambini, guidati o meno dai genitori, potrebbe risultare penalizzante poter accedere a nemici un po' retro come i goblin e non ai magari abusati ma sicuramente più moderni zombie per la propria storia.

Ciò detto, è proprio in Crossroads che vediamo il meglio di Project Spark, capace di offrire pane per i denti un po' per i game designer in erba, un po' per gli amanti della narrazione sempre più convinti che la loro penna salverebbe il mondo dei videogiochi. Quello di Team Dakota e Microsoft non è infatti unicamente un tool per la creazione di giochi ma anche di storie.

Al suo interno si scrivono i dialoghi (un tantino scomodo col pad ma pur sempre opzionale), si sceglie il comparto artistico, l'ambientazione, il protagonista, i nemici, la quest e persino un accenno di trama. E soprattutto si gioca in tempo reale il materiale ludico che si produce, senza alcun tempo di attesa pur passando per un buon set di alternative in fase di creazione.

Prima di chiudere, vale la pena spendere due parole sul comparto tecnico che abbiamo provato su Xbox One. In modalità Crea, ci è sembrato quasi di scorgere un pianeta a forma di anello sullo sfondo, tanto che lo scenario proposto ricordava la Fucina della serie Halo. È splendido l'impatto di un mondo del tutto vuoto da dipingere letteralmente dei colori che più ci aggradano, e quel senso di iniziale smarrimento può essere terapeutico e far rispettare maggiormente il lavoro di chi ogni giorno investe tempo e denaro nella continua ricerca del (nostro) divertimento.

Project Spark: il trailer di lancio.

In Crossroads è assolutamente suggestivo giocare con i filtri per avere una resa visiva ora simile a quella aberrante di Limbo, ora a quella su di giri della serie Borderlands. Con Assalto Void, allo stesso modo, il colpo d'occhio next-gen è garantito dalla resa "da fermo" e dagli effetti particellari che derivano dai movimenti di Spark. Vanno però evidenziate gravi carenze nella gestione dell'inquadratura e svariate incertezze del frame-rate.

Tirando le somme, dunque, Project Spark è un esperimento che continua a suscitare interesse e una punta di ammirazione, sia per il lavoro quantitativamente imponente già realizzato da Team Dakota, sia per quanto fatto dalla sua community nella lunga fase di beta e nella prima settimana di disponibilità.

Peccato che l'esborso richiesto da Microsoft sia elevato in rapporto all'offerta contenutistica, consistente in un campione, una manciata di "acceleratori" e il primo tassello di una campagna episodica che potrebbe non suscitare grande interesse negli utenti più smaliziati. Se si è spinti unicamente dalla curiosità, si può comunque optare per l'edizione gratuita o, al più, per qualche acquisto digitale saltuario.

La modalità Crea, che abbiamo elogiato per la sua ricchezza, potrebbe infine rivelarsi la tipica arma a doppio taglio, seducendo prima e scoraggiando poi quanti non se la sentissero di avere a che fare coi rudimenti di programmazione ben mascherati da gioco.

Ma nel caso in cui doveste accorgervi che la nobile arte dello sviluppo videoludico non fa per voi, avrete sempre tanto altro da giocare e quel tributo ai classici Final Fantasy firmato Team Dakota, con tanto di combattimenti a turni, è lì ad aspettarvi.

8 / 10
Avatar di Paolo Sirio
Paolo Sirio: Boxaro ma non troppo, sonaro a tratti con un occhio di riguardo per Nintendo, comprende ben presto che il mestiere del giornalista, filtrato per la passione dei videogiochi, ha tutto un altro sapore.

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In this article

Project Spark

Xbox One, Xbox 360, PC

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