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Project X Zone - review

Un miracolo di distribuzione.

Il mercato dei videogiochi, sempre più universale e standardizzato, è ancora in grado di riservare qualche sorpresa ai giocatori occidentali appassionati di Giappone. Sebbene siano ancora molte, troppe, le produzioni squisitamente nipponiche che non varcano i confini del loto paese d'origine, ogni tanto qualche perla riesce a sgusciare attraverso le maglie della rete degli investitori ossessionati dal profitto facile, permettendo a coloro che cercano esperienze diverse dal solito di respirare una gradita boccata d'aria fresca.

Questo è esattamente ciò che è accaduto con Project X Zone, titolo di stampo marcatamente giapponese e caratterizzato da tutti gli elementi tipici delle produzioni create pensando esclusivamente ai giocatori dagli occhi a mandorla.

Nato dall'improbabile collaborazione tra Namco Bandai, Capcom e SEGA (nomi che già da soli bastano a far aumentare il livello di salivazione di un gran numero di appassionati), questo strategico sviluppato da Monolith raggruppa in un unico mondo personaggi provenienti da serie che non hanno nulla a che fare tra loro, mostrando perfino il coraggio di creare bizzarri legami supportati da strizzate d'occhio, scherzi e omaggi ostentati con palese orgoglio.

Come avete capito ci troviamo di fronte a un gioco promozionale pensato per i fan più irriducibili di un gran numero di saghe storiche che, per nostra fortuna, mantiene sempre un profilo piacevolmente leggero utile a non appesantire un'esperienza fluida e piacevole.

Ecco a voi un esempio di ciò che può accadere su schermo durante i combattimenti di Project X Zone. Royal Rumble!

Se pensate che un esperimento come quello di Project X Zone possa offrire una trama meritevole di essere anche solo citata in una recensione vi sfugge il senso dell'operazione portata avanti da SEGA, Capcom e Namco Bandai, ma se proprio insistete nelle prossime righe accenneremo al canovaccio studiato per creare il cocktail più colorato ed esplosivo del mercato moderno dei videogiochi.

"Ci troviamo di fronte a un gioco promozionale pensato per i fan più irriducibili di un gran numero di saghe storiche"

In seguito alla sparizione di una pietra nota come Portalstone, l'equilibrio tra spazio e tempo viene alterato al punto da aprire portali capaci di collegare tra loro mondi, epoche e piani dimensionali normalmente privi di qualsiasi tipo di legame, risucchiando persone e creature (buone o cattive che siano) e dando vita a incontri improbabili. Stop.

Ora che sapete tutti i dettagli della trama (in realtà vi abbiamo svelato solo il 90% degli avvenimenti del gioco, per non rovinare la sorpresa) possiamo concentrarci su ciò che rende davvero unico Project X Zone: lo stile. Pur essendo mascherato da strategico a turni, questo bizzarro progetto offre il meglio di sé come almanacco storico dei videogiochi giapponesi, non solo grazie alla presenza costante di ben 60 personaggi appartenenti ad alcune delle saghe nipponiche più famose degli ultimi anni, ma anche per i loro rispettivi temi musicali, le frasi celebri, le tecniche che li hanno resi famosi e corpose biografie tutte da sbloccare.

Godiamoci un trailer di Project X Zone.

Ecco, quindi, che la comparsa di Ryu e di Ken viene accompagnata dalle rispettive canzoni di Street Fighter, che durante i combattimenti Kazuya (Tekken) si esibisce nelle sue combo più famose e che Dante (Devil May Cry) libera costantemente il suo umorismo irriverente anche di fronte a personalità del calibro di Dimitri (Darkstalkers).

"Pur essendo mascherato da strategico a turni, questo bizzarro progetto offre il meglio di sé come almanacco storico dei videogiochi giapponesi"

La cosa più assurda è che gli sceneggiatori hanno deciso di gestire i rapporti tra alcuni personaggi chiudendo un occhio di fronte all'appartenenza a serie differenti. Grazie a tale approccio leggendo i dialoghi del gioco si scopre che Kazuya, Ryu e Akira, protagonisti di tre celebri serie di combattimento, hanno sempre desiderato incontrarsi per mettere alla prova le loro capacità e che, cosa ancor più divertente, l'inossidabile Heihachi di Tekken è considerato da tutti una vera e propria leggenda delle arti marziali.

Se le relazioni tra i lottatori dei giochi di combattimento appaiono comunque piuttosto naturali, lo stesso non si può dire di quelle che coinvolgono altri personaggi che, per motivi piuttosto ovvi, hanno meno punti in comune per giustificare qualsiasi genere di legame.

La dieta Crossover ha fatto particolarmente bene al leggendario Arthur, che non perde occasione per mostrare al mondo i suoi boxer con le fragole.

Ed è proprio in questi frangenti che Project X Zone dimostra tutta la propria genialità, riuscendo di fatto a giustificare un minestrone che coinvolge androidi provenienti dalle serie di Mega Man e Xenosaga, personaggi di Sakura Taisen, eroi di Valkirya Chronicles, Tales of Vesperia, .Hack, Resident Evil, dead Rising e perfino Space Channel 5!

Chiunque abbia giocato anche solo una percentuale dei titoli citati nel gioco sarà in grado di cogliere omaggi, riferimenti e perfino simpatiche frecciate inserite ad arte dagli sviluppatori per dare ai fan esattamente ciò che ci si sarebbe aspettato da un titolo simile.

"Sarete in grado di cogliere omaggi, riferimenti e perfino simpatiche frecciate inserite ad arte dagli sviluppatori"

Project X Zone, tuttavia, non è solo un'enorme opera di fan service, ma nasconde anche un gameplay intrigante. Pur non risultando mai particolarmente illuminato o rivoluzionario, il titolo Monolith si distingue per una gestione dei combattimenti capace di mescolare in modo sorprendente gli elementi delle numerose saghe da esso citate.

Il 3D della console Nintendo non aggiunge nulla di importante al gioco, ma la separazione dei livelli di testo, illustrazioni e sprite durante le battaglie è piuttosto apprezzabile.

Ogni volta che un gruppo di personaggi si trova abbastanza vicino a un nemico sul campo di battaglia può avviare il combattimento, passando ad una visuale molto diversa da quella isometrica che accompagna le fasi strategiche.

Durante le battaglie il giocatore non deve selezionare il tipo di azione che desidera effettuare dal tradizionale menu a tendina, ma viene chiamato attivamente in causa per inserire le combinazioni di comandi associate a ogni tecnica, assicurandosi di agire con il giusto tempismo per ottenere risultati ottimali.

Ogni attacco dei personaggi, infatti, termina con un wall bounce o un ground bounce (tipici delle meccaniche di Tekken), permettendo di fatto di continuare a infierire sugli avversari a patto di portare al momento giusto il colpo successivo, in modo da continuare la combo in juggle.

A questo si aggiunge la possibilità di far intervenire nello scontro un altro team di alleati (semplicemente premendo uno dei tasti dorsali), a patto che questo si trovi a poche caselle di distanza dal luogo dove si svolge il combattimento.

Allo stesso modo si possono sfruttare i personaggi di supporto, gli elementi di completamento di ogni squadra, che permettono di aggiungere un ulteriore attacco alla pioggia di mazzate che si sussegue senza sosta sul piccolo schermo del 3DS durante i combattimenti di Project X Zone.

"Ogni volta che un gruppo di personaggi si trova abbastanza vicino a un nemico sul campo di battaglia può avviare il combattimento"

Il trailer di lancio di Project X Zone.

Se combinate in modo adeguato, queste tecniche permettono di bloccare in volo l'avversario, di incrementare drasticamente i danni inferti, di accumulare preziosi XP (di cui parleremo tra poco) e, soprattutto, di stordire il bersaglio lasciando spazio per un'altra dose di attacchi.

Gli XP, o Cross Point, permettono di scatenare in battaglia devastanti tecniche speciali, ma si rivelano ancor più utili durante le fasi strategiche. Quando gli avversari si avvicinano alle squadre del giocatore per attaccarlo, infatti, è possibile spendere una parte più o meno generosa di XP per esibirsi in utili counter (si incassa il colpo ottenendo poi la possibilità di rispondere con una combo gratuita), in una difesa parziale (ricevendo un numero inferiore di danni) o annullando completamente la minaccia.

Purtroppo il sistema di combattimento di Project X Zone non offre molto altro, rivelandosi abbastanza piacevole e interessante nelle prime ore di gioco, ma risultando via via meno appassionante dopo le circa 40 ore necessarie per portare a termine l'avventura.

Scende in campo Morrigan. A letto i bambini!

"Il sistema di combattimento di Project X Zone si rivela abbastanza piacevole e interessante nelle prime ore di gioco, ma via via meno appassionante"

Lo stesso si può dire degli elementi strategici e dello sviluppo dei personaggi che, pur offrendo qualche spunto interessante (la presenza di alcune parti delle ambientazioni che possono essere distrutte per ottenere utili oggetti) non si spingono mai abbastanza in là da diventare davvero imperdibili, rimanendo ancorati a livelli "soltanto" buoni.

Anche sul fronte tecnico il gioco risulta molto gradevole ma mai eccellente, bilanciando le semplici e poco ispirate arene isometriche con gli ottimi sprite visualizzati durante le battaglie. Vedere in versione bidimensionale personaggi normalmente rappresentati attraverso l'uso di poligoni è una gioia per gli occhi, grazie anche alle sempre ottime animazioni e a un design sempre ispirato.

A questo si affiancano le splendide illustrazioni che accompagnano i numerosi dialoghi (tutti doppiati in giapponese e sottotitolati in inglese), le incredibili sequenze animate che raccontano la trama e un accompagnamento sonoro fatto di un ghiotto mix di tracce inedite e di brani storici appartenenti ai numerosi titoli citati nel gioco.

Se amate ogni elemento delle produzioni tipicamente giapponesi, compreso il fan service estremo e l'umorismo a volte esasperato, troverete in Project X Zone il compagno ideale con cui passare l'estate. Acquistandolo, inoltre, invierete un importante messaggio a Namco Bandai, che potrebbe convincersi a ripetere l'esperimento con altri prodotti ultra-nipponici. In caso contrario, invece, forse dovreste prima valutare altre proposte del catalogo 3DS. Abbiamo sentito parlare piuttosto bene di un certo Fire Emblem...

7 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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Project X Zone

Nintendo 3DS

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