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Proteus - Review

Lo screensaver interattivo più costoso di sempre?

La bellezza di Steam risiede innegabilmente nel fatto che è un catalogo pressoché infinito di sorprese: dallo sparatutto, al gioco di guida, dal platform al survival horror. Praticamente ogni categoria del videogioco moderno è racchiusa al suo interno. Il titolo che abbiamo recensito quest'oggi tuttavia è talmente atipico da sfuggire (quasi) a qualsiasi classificazione: si tratta di Proteus, un progetto realizzato praticamente a quattro mani da due sviluppatori indipendenti che ha suscitato un certo clamore tra la critica e il pubblico. Per buoni motivi.

Il mondo di gioco muta lentamente tra giorno e notte, agenti atmosferici e stagioni. L'esplorazione tuttavia non è sufficiente a tenere alta l'attenzione.

Ogni partita a Proteus inizia sull'acqua di un oceano sconfinato in vista di un'isola in lontananza: l'unica cosa che si può fare è dirigersi verso l'isola stessa e iniziare ad esplorarla una volta arrivati a riva. Colline, fiumi, boschi, casette sparse, montagne e vallate si alternano senza sosta a occasionale fauna che immancabilmente fugge al nostro arrivo. L'isola non è staticamente definita ma muta progressivamente, sia che si rimanga fermi in un punto o si continui ad esplorare. Si nota infatti il ciclo giorno-notte ma anche la pioggia si alterna al bel tempo, e più alla lunga l'evolversi delle stagioni con la crescita di fiori, piante che termina con l'autunno e l'inverno.

In mezzo a tutto questo c'è il giocatore che inizia giustamente a chiedersi come interagire con l'ambiente.

In mezzo a tutto questo c'è il giocatore che inizia giustamente a chiedersi come interagire con l'ambiente: la verità è che non può fare assolutamente nulla che lo possa anche solo minimamente impegnare cerebralmente se non l'esplorazione o la pura e semplice contemplazione di un luogo specifico osservandolo mentre cambia lentamente sotto i suoi occhi. Dopo i primi dieci minuti regna sovrana la curiosità di capire cosa si può fare per mantenere vivo l'interesse, ma dopo una quindicina, è inevitabile chiedersi a cosa possa servire tutto questo. L'unico motivo degno di suscitare interesse è il cambiamento dell'ambientazione che ci circonda in base al mutare della stagione, e al verificarsi di altri fenomeni atmosferici come meteore, tempeste di vento e altre cose del genere che cambiano il paesaggio a volte in modo consistente.

Ecco una classica sessione di gioco di Proteus: le isole sono sempre diverse, ma l'interazione con il giocatore rimane sempre nulla.

Trascorrono i minuti e dopo quasi un'oretta ci si accorge che il ciclo vitale dell'isola che stiamo visitando sta per concludersi: in effetti ogni sessione di gioco ha effettivamente un termine che vi obbligherà a ricominciarne un'altra, ma vi confesso che mentre effettuavo una seconda visita, cercavo di combattere la noia continuando a chiedermi dove potrebbe nascondersi il motivo per cui il pubblico indipendente, notoriamente più attento tematiche di design innovativo e meno esigente sul fronte tecnico, possa apprezzare un prodotto del genere. Probabilmente chi assapora il piacere della scoperta fine a sé stessa potrà farsi accalappiare da Proteus, ma sicuramente, si tratta di una nicchia ristrettissima di cui il sottoscritto non fa decisamente parte, e sicuramente molti di voi.

L'unica varietà garantita all'esplorazione deriva dal fatto che ogni volta che si comincia una nuova sessione la conformazione dell'isola cambia.

L'unica varietà garantita all'esplorazione deriva dal fatto che ogni volta che si comincia una nuova sessione la conformazione dell'isola cambia in quanto generata casualmente: si può andare quindi da un isolotto piatto lungo chilometri e chilometri a una ristretta catena montuosa, passando per chissà quante variazioni intermedie caratterizzate da vegetazione più o meno rigogliosa. La realtà è che più che osservare, non si può fare, a prescindere dal numero di isole che vengono dinamicamente generate.

L'isola vista dalla distanza. Tutte quelle successive sono diverse ma è molto difficile andare oltre la seconda.

Si potrebbe pensare che questa attività di esplorazione sia resa interessante dalla qualità della rappresentazione grafica con cui Proteus è stato realizzato. Il mondo di gioco è disegnato a bassissima qualità al punto da farci parlare non di oggetti tridimensionali ma di veri e propri sprite tremolanti che popolano il paesaggio. Sono talmente minimali e poco definiti che non ha nemmeno senso definirli brutti. In perfetta tradizione videogiochi in stile finto 3D anni '80, hanno sempre lo stesso aspetto a prescindere dal lato da cui li si guarda. Del resto, è sufficiente dare un'occhiata ai filmati di contorno per accorgersi di come la parte tecnica di Proteus non brilli sotto praticamente qualsiasi aspetto: le animazioni si limitano agli agenti atmosferici e i movimenti della fauna sono quanto di più stilizzato si sia visto in un videogioco negli ultimi quindici anni.

Una foresta di notte dai contorni poco definiti. Non è l'oscurità, sono proprio le piante ad essere pixellose come un gioco 8-bit del 1987..

Alla luce dell'assenza di un qualsiasi scopo o modalità di gioco alternativa che vada oltre l'esplorazione e la contemplazione delle isole generate casualmente, si può tranquillamente definire questo Proteus un non-gioco nel senso più assoluto, visto che non c'è alcuna possibilità di interagire in alcun modo con quello che ci circonda. In definitiva, è veramente difficile trovare un buon motivo per consigliarvi un titolo del genere per quanto su Steam si possa scaricare per sette euro. Anche fare paragoni nel rapporto qualità/prezzo con altri prodotti indipendenti non ha senso e per questo risulta persino difficile valutare Proteus di conseguenza. L'onesto consiglio che vi posso dare è di lasciar perdere a meno che non siate disposti a spendere per uno screensaver interattivo graficamente datato.