PS5 e Xbox hanno visioni sconvolgentemente diverse ed entrambe portano grandi vantaggi per i videogiochi - editoriale
C'è da essere allegri.
È fatta, le nuove console sono qui! Guardate, là sulla mia scrivania che mi scruta con discrezione da dietro il monitor mentre scrivo questo articolo: una vera e autentica Xbox Series S. Non è adorabile?
Questo è il punto. Bisbigliatelo perché sembra che ci siano già state troppe notizie positive e non siamo abituati, ci insospettisce. Penso stia andando alla grande. Questo è il miglior cambio generazione da parecchio tempo a questa parte. Non necessariamente il più entusiasmante ma il più ottimistico. Quello che infonde più ottimismo. Sicuramente è migliore dell'ultima volta. Lo slogan del lancio di PlayStation 4 era “for the players”, una replica efficace alla pessima strategia iniziale di Xbox One ma che lontano da quel confronto diretto non è mai sembrata davvero completamente vera. La PS4, con la sua architettura convenzionale e le sue feature classiche, la sua GPU potente e la CPU decisamente meno, la sua enfasi su lo stesso ma di più, era una ritirata tattica su un terreno sicuro. Era semplice, ragionevole, efficace ma ha davvero migliorato le cose per noi? Ha spostato in avanti le nostre vite legate al gaming? A malapena.
Questa volta è diverso.
Beh non è tutto diverso. Ancora una volta non c'è tutta questa differenza tra la potenza di PlayStation e Xbox o negli obiettivi a livello di design (al di là dell'anomalia rappresentata da Xbox Series S). Gli ingegneri hanno lavorato partendo dalle stesse basi e sembrano essere concordi sulle stesse priorità: ovvero che il boost della CPU sia necessario dopo una generazione di console graficamente sfavillanti ma a livello computazionale deboli che hanno trattenuto l'abilità di innovare degli sviluppatori; e che gli SSD super veloci e i tempi di caricamento decisamente ridotti siano anche essenziali per migliorare l'esperienza per i giocatori. Potrebbero volerci anni per vedere i frutti della prima di queste priorità ma il secondo è il miglioramento più tangibile quando si usano queste console ora. E potrebbe essere meno affascinante ma questo non significa che non abbia un grande impatto. Significa ore delle vostre vite recuperate, la distanza tra voi e il vostro gioco ridotta e quei giochi materialmente migliorati (prendete Forza Horizon 4 come un personale esempio di rivoluzione).
Un'altra cosa che ricorda il 2013 è che dietro queste macchine a conti fatti simili si celano strategie radicalmente diverse da parte dei loro produttori. Ma qui le similarità finiscono ed è qui che le cose si fanno anche più interessanti e incoraggianti. Nel 2013 la differenza aveva poco a che fare con i videogiochi e tutto con il marketing. Microsoft sbagliò tutto, alcune cose presentate troppo presto o nel modo sbagliato, altre di nessun interesse per chiunque non facesse parte del consiglio di amministrazione di Microsoft mentre Sony faceva semplicemente l'opposto di tutto ciò che Microsoft stava facendo (che spesso significava fare poco o nulla) e ha ottenuto applausi estasiati. Non era una questione di idee, non era una questione di giochi, era semplicemente una brutta guerra a livello di PR.
Questa volta è una questione di filosofia. Sony dichiara di credere nelle generazioni di console come movimenti tettonici che danno inizio a una nuova era del gaming. Ora, tutto questo è coerente con il lavoro delle compagnie di elettronica, mettere gadget all'interno di confezioni e venderli, per non menzionare la fama di venditore vecchia scuola del boss di PlayStation, Jim Ryan. Sicuramente è stato leggermente più semplice mettere in dubbio questa posizione di quanto si potesse sperare ma bisogna dare merito al merito perché quando prendi e colleghi la tua PS5 si crea quell'entusiasmo, quell'eccitazione legata all'iniziare qualcosa di nuovo. Questo perché Sony ha fatto seguire i fatti alle parole investendo in una facciata sfavillante, un controller innovativo con uno splendido gioco incluso che lo celebra, una versione PS5 mozzafiato di un blockbuster cross-gen e nella forma di Demon's Souls, una singola, vera e grande esclusiva PS5.
Dall'altra parte della barricata, come in passato, è una storia diversa. È una vergogna terribile e una delusione senza precedenti che le nuove Xbox arrivino sul mercato senza un grande gioco esclusivo, anche se il rinvio di Halo Infinite era senza dubbio la cosa giusta da fare per il gioco, per la serie e per lo staff di 343 Industries. Ma Halo Infinite non è mai stato di proprietà solo delle console Xbox Series o della famiglia più ampia delle console Xbox. Si tratta anche di un gioco PC e un titolo che sarete in grado di streammare sugli smartphone Android. È, prima di tutto, un gioco del Game Pass e il Game Pass, non Halo Infinite è la killer app di Xbox.
Anche il Game Pass non rappresenta però l'intera visione d'insieme di Microsoft. Accendendo Xbox Series X o S è l'immediatezza dell'esperienza a colpire. Non ci sono dati da dover trasferire, non ci sono salvataggi da dover copiare su una chiavetta USB. Tutto è già stato mandato in back up senza che ci dobbiate pensare. Tutti i vostri giochi Xbox sono lontani solo un download, i progressi si sincronizzano in una manciata di secondi e la compatibilità con la nuova macchina è qualità assicurata e, in molti casi, attentamente ottimizzata. Potete impostare delle preferenze per come girano a livello di sistema. Avete acquistato Destiny 2 su PS4? Non importa è disponibile sul Game Pass (con tutte le sue espansioni) e c'è il cross-save quindi i vostri personaggi sono disponibili. Tutto semplicemente funziona. Questo è for the players.
Su Game Pass troverete Final Fantasy 7 prendere posto orgogliosamente a fianco di una nuova e scintillante versione di Gears5; vecchi giochi da cestone come Black a fianco di indie curati e deliziosi come Don't Starve e Night in the Woods. Potrà non trasmettere molto la sensazione di essere il futuro del gaming ma è bello e un sollievo incontrare una nuova console che non punta così disperatamente a voltare le spalle al passato. Cosa più positiva ancora è il fatto che il continuo lavoro di Microsoft in quest'area che va avanti sin dal 2015 ha spinto Sony a seguire la stessa strada con il risultato che la retrocompatibilità è eccellente anche su PS5, anche se meno formata e testata. Lo stesso si può dire per lo smanioso supporto nei confronti del cross-play e del cross-save degli ultimi anni. La competizione ovviamente c'è in entrambi i sensi e sono sicuro che gli sviluppatori nei molti studi acquisiti da Microsoft saranno ben ispirati dalle notevoli visioni next-gen rappresentate da Spider-Man: Miles Morales e Demon's Souls.
Gli occhi di Sony vanno oltre verso l'orizzonte, pensano a ciò che viene dopo, al futuro. Questo è vitale per la salute creativa e tecnologica del medium ma il gaming è stato una corsa in avanti incessante per troppo tempo ora come ora. L'approccio ampio e agnostico a livello di piattaforme, anche evidenziato dall'esistenza dell'alternativa low-cost Xbox Series S, è qui per assicurarsi che nessuno venga lasciato indietro. Questo è altrettanto importante per il futuro della cultura videoludica.
Queste sono filosofie diverse eppure entrambe giuste. Ancora meglio sono in realtà complementari. Sotto l'influenza l'una dell'altra, entrambe le piattaforme dovrebbero diventare più forti e solide. Affermare che in questa lotta siamo tutti vincitori è un cliché ma questa volta penso che potrebbe sul serio essere vero.