Punch-Out!!
Nostalgico trionfo.
Ancor prima di iniziare la recensione vera e propria, sgomberiamo subito il campo da un pruriginoso equivoco: dopo aver abbondantemente giocato e stragiocato la boxe di Wii Sports (senza dubbio la disciplina meno immediata tra quelle presenti nel devastante system seller di Nintendo, ma a mio avviso pure la più appagante...) anche io ho immediatamente avvertito l'esigenza di qualcosa di simile ma decisamente più sostanzioso. Un gioco interamente costruito sulle possibilità di boxare col Wiimote, tutto motion control, intensità e sudore. Magari con anche un intensivo supporto alla Balance Board, giusto per rendere l'azione ancora più dinamica e viscerale.
E così al primissimo annuncio di Punch-Out Wii ho goduto, oh se ho goduto. Già mi immaginavo montanti da tirare sul serio, schivate da eseguire per davvero, per uno sfruttamento del Wiimote pressoché totale. Poi, qualche tmese fa, l'inattesa doccia fredda: "per la gioia dei fan compiaciutamente old school, Punch-Out Wii sarà giocabile anche col Telecomando messo di lato, NES style".
NES style? Old school sulla console col controller più versatile di sempre? L'incazzatura è germogliata, prepotente ed inarrestabile. Perché era più che evidente che un videogame giocabile in alternativa anche col pad del NES non potesse presentare chissà quali avveniristiche applicazioni della tecnologia contenuta nel Wiimote.
Oggi, con la mia copia di Punch-Out da ormai una decina di ore in pianta stabile all'interno del lettore della console, posso affermare una cosa: nel riproporre un franchise vecchio di oltre vent'anni (perché l'originale Punch-Out NES è datato 1987...) i ragazzi di Next Level Games avevano due alternative da seguire. La prima era quella di stravolgere completamente il gameplay della serie, usando il motion control come fulcro dell'intera esperienza: figata uber assoluta e genuinamente "new generation" nel DNA. La seconda era quella di prendere la formula di una volta, riconfezionandola a puntino aggiornandola agli standard tecnici in voga oggi e proponendo così un episodio dichiaratamente conservatore nelle meccaniche: un nuovo, vecchio Punch-Out fedele in tutto e per tutto alla saga.
Inutile ormai dire che Next Level Games abbia scelto la seconda via, quella forse più impopolare ma al tempo stesso fieramente nostalgica. E in un certo senso si tratta di una decisione tutta da rispettare: perché col motion control sarebbe stato forse un grandioso gioco di boxe, ma semplicemente non sarebbe stato più Punch-Out.
Le prime ore sul ring in compagnia di King Hippo e soci sono infatti servite a ricordarmi perché questo atipico titolo mi abbia fatto innamorare di sé anni fa: Punch-Out è uno strano ibrido tra un videogame di boxe ed un puzzle game, con pure una spruzzata di action. Zero simulazione in quello che di fatto è uno sportivo solo superficialmente: qui è solo e soltanto questione di studiare le movenze degli avversari, di decifrare l'enigma dei loro complicati pattern di attacco per poi anticipare e rispondere a dovere. Se non avete presente i vecchi capitoli, pensate ad una sorta di indovinello da risolvere, con una soluzione spesso tutt'altro che evidente: una morra cinese dove prima di decidere se giocare carta, forbice o sasso dovrete di volta in volta capire cosa siano la carta, la forbice ed il sasso per quel dato pugile.