Pure
Puro e semplice: compratelo
Al di là dell'ovvia scarica di adrenalina dovuta ai mirabolanti salti costantemente al limite delle umane possibilità (e spesso anche oltre...), metà del divertimento di Pure sta nell'imparare a capire quando rimanere saldamente in sella al nostro quad. Inizialmente infatti cercherete di eseguire trick ad ogni minima opportunità, anche se tutto questo entusiasmo porterà inevitabilmente a dolorose e frequentissime cadute. Capire esattamente quanto tempo avremo a disposizione "a mezz'aria" è parte integrante della progressiva e ben studiata curva di apprendimento del gioco.
Per quanto il fallimento possa fare male, resta comunque la medicina migliore, e presto svilupperete la saggezza necessaria per riconoscere a prima vista quella che potrebbe rappresentare un'invintante opportunità di acrobazia oppure un salto da eseguire senza scomporsi troppo. Come per tutti i grandi racing arcade del passato, parte dell'innegabile appeal di Pure sta nella sua dimestichezza, e il modo in cui Black Rock è riuscita a rendere le dinamiche di gioco familiari al giocatore senza scadere nella ripetitività ossessiva merita indubbi riconoscimenti.
Proprio quando inizierete a vincere in maniera abbastanza puntuale e ricorrente le gare Race, ecco che subentrerà la modalità Freestyle a portare ulteriore divertimento e varietà alla formula già vincente del titolo. Per l'occasione non combatterete per la prima posizione, ma semplicemente per il maggior punteggio accumulato e per la benzina rimasta nel serbatoio. A differenza delle altre modalità la riserva di benzina sarà infatti estremamente limitata, e l'idea è quella di performare più stunt possibili prima di rimanere all'asciutto. La variabile gasolio introduce allora un entusiasmante gioco di equilibrio e di scelte, dal momento che usare il turbo risulta fondamentale per lanciarsi in evoluzioni ancora più spericolate ma al tempo stesso riduce drasticamente il carburante: brevissima combo di acrobazie o gara meno sincopata e più lunga, la scelta è soltanto vostra.
Sparsi per la pista della modalità Freestyle troverete inoltre 4 tipi di power-up: scorte di benzina, turbo, moltiplicatori e un oggetto che concede la temporanea abilità di eseguire uno stunt tra i più complessi. Inizialmente i piloti guidati dalla CPU arriveranno agli oggetti matematicamente prima di voi, ma con l'esperienza riuscirete a farvi strada prolungando così in maniera significativa la durata del vostro showcase di trick e spacconate varie. Metabolizzando a dovere i controlli e i ritmi d'azione il punteggio arriverà a traguardi impressionanti, e benché primeggiare contro la CPU non sia certo un'impresa erculea il divertimento non verrà mai meno. Senza considerare ovviamente la componente online contro altri avversari umani, dove la sfida si fa realmente dura.
La critica più rilevante da muovere nei confronti di Pure è completamente incentrata sul fattore longevità: in tutta franchezza, i primi 5 gruppi di eventi sono relativamente semplici, ed in un paio di ore di fatto arriverete ad avere già affrontanto una buona porzione del World Tour. A parte ciò la parte introduttiva della campagna si rivela eccellente per preparare i giocatori al vero cuore del gioco: la battaglia vera e propria si combatte infatti a partire dal gruppo 7/8, in cui spesso l'unica via per arrivare al tanto agognato primo posto è quella di riaffrontare le gare precedenti in modo da poter sbloccare upgrade indispensabili per rivaleggiare con gli agguerriti avversari.
E già che ne stiamo parlando, vale la pena di soffermarsi ad elogiare la qualità (e quantità) delle possibilità di customizzazione dei mezzi: si parla di addirittura 100.000 combinazioni virtualmente assemblabili, in modo da assicurare la creazione di un mezzo realmente personalizzato e perfetto per le esigenze del giocatore (quindi avrete modo di settare quad con assetti adeguati per le gare e quad "da esibizione acrobatica"..).
Per venire incontro ai più pigri ed inesperti, è inoltre assicurata l'assistenza del computer nella crazione dei veicoli, in modo da ottenere il meglio con le parti disponibili risparmiando tutta la fase di tweaking su strada. Molto meno emozionante è la scelta del pilota: ci sono 7 atleti tra cui scegliere (uno dei quali segreto), ma nessuna sostanziale differenza tra loro a parte un trick personalizzato, e dunque manca completamente il coinvolgimento nell'impersonare un personaggio piuttosto che un altro. Forse si sarebbe potuto fare qualcosa di più da questo punto di vista, insomma.
Impossibile ignorare le eccellenti qualità tecniche di Pure: semplicemente si tratta di un gioco straordinariamente bello da guardare, con alcune delle migliori piste mai create. E vista la draw distance impressionante, i solidissimi 30 frame al secondo e il track design accattivante, la grande ispirazione del progetto appare subito evidente. Non manca assolutamente nulla da ogni punto di vista, e il grado di cura dietro ad ogni elemento, dai quad alle animazioni dei piloti, conferisce un particolare senso di convinzione ad un gioco che, dopotutto, si presenta come fortemente ironico e graffiante ad ogni livello.
Sopra a tutto si distingue però il senso di vuoto e di vertigine che Pure sa dare, con il tipico blur sullo schermo e i suoni improvvisamente ovattati mentre la discessa nell'abisso si concretizza in tutta la sua dirompente teatralità. Un effetto reso in maniera davvero magistrale, che da solo consente al gioco di farsi notare rispetto alla concorrenza.
Facendo la somma delle parti, Pure si ferma -a causa del ristretto numero di modalità e di piste e della già citata brevità dell'esperienza- ad un passo da un voto ancora più alto. Certo si tratta di un'incredibile punto di partenza sopra a cui costruire una serie, alla stessa maniera in cui Criterion si è proiettata verso la gloria con Burnout. Per quanto il valore produttivo del titolo e la qualità del gameplay risultino infatti indiscussi, si ha la sensazione che ci sia altro da aggiungere alla già vincente formula perché Pure possa diventare definitivamente completo. Considerandolo comunque come il debutto di un nuovo brand, possiamo tranquillamente affermare che Black Rock ha fatto assolutamente centro: ad oggi la vera vertigine virtuale è qui. E se queste sono le premesse, chissà cosa ci riserverà il futuro.