Q.U.B.E. 2 - prova
La quadratura del cubo.
Il primo Q.U.B.E. è stato il titolo di esordio per i ragazzi di Toxic Games, un puzzle game magari non ai livelli di capisaldi come Portal, ma comunque in grado di proporre un gameplay solido e un impatto visivo gradevole a dispetto del contenuto budget a disposizione. Q.U.B.E. 2 ruota anch'esso intorno ad enigmi basati sul solido che da il nome al gioco, ma può vantare una veste grafica più rifinita e una narrativa più corposa. Noi abbiamo provato il titolo e, in attesa della release ufficiale fissata entro la fine di aprile, vi raccontiamo qui le nostre prime impressioni.
L'inizio del gioco è spiazzante: la dottoressa Amelia Cross, di cui vestiamo i panni, si trova in balia di una terribile tempesta che spazza violentemente la rossa superficie sabbiosa di un pianeta sconosciuto. I fulmini squarciano il cielo e si abbattono a ripetizione vicino alle strutture che la protagonista riesce appena a scorgere attraverso lo spazio tra le braccia che tiene davanti al viso per schermarsi dal pulviscolo impazzito. Una voce proveniente dal comunicatore integrato nella tuta gracchia qualche indicazione ma Angela è troppo impegnata a svenire per darle retta. I suoi ultimi pensieri vanno al marito, poi il buio.
Quando la scienziata si risveglia dell'ostile mondo esterno non vi è traccia, intorno a lei solo le pareti di una stanza ricoperte da un reticolo senza fine. Mentre la donna comincia ad avventurarsi per i corridoi debolmente illuminati della misteriosa struttura una voce la fa sobbalzare. Proviene dal comunicatore della tuta, miracolosamente ancora funzionante, ed appartiene a Emma Sutcliffe, un'altra superstite che però sembra più conscia della situazione. Ad Amelia non resta che fidarsi delle parole della sua nuova e misteriosa amica, che la convince ad avventurarsi nel complesso cubiforme alla ricerca di un'enorme fonte energetica rilevata dal suo scanner.
La narrativa è fumosa e l'alone di mistero che circonda la protagonista e la sua guida improvvisata è parte integrante del pacchetto. Dalle poche informazioni trapelate dai dialoghi fra le due è facile supporre che qualcuno stia mentendo o che sappia qualcosa che preferisce tenere per sé. Da alcuni scambi di battute emerge che Amelia faceva parte di una spedizione la cui missione era distruggere un enorme manufatto alieno impattato sulla Terra. Ce l'avranno fatta? E il cataclisma a cui abbiamo assistito all'inizio era forse la conseguenza della distruzione dell'oggetto? La superficie del pianeta però sembrava tutto meno che terrestre, forse i superstiti sono fuggiti su un altro pianeta. Tutte domande a cui, al momento non abbiamo risposta, ma che intrigano e incitano a formulare supposizioni.
Lasciando da parte le elucubrazioni mentali relative alla storia, torniamo a dove avevamo lasciato la dottoressa Cross. Dopo aver superato le prime prime stanze con relativa facilità si comincia a fare sul serio e dover utilizzare con saggezza i poteri della tuta. Il funzionamento è molto semplice ed ulteriormente facilitato dall'abbinamento delle abilità a diversi colori. In ogni stanza della struttura, interamente suddivisa in cubi, saltano subito all'occhio le sezioni con cui possiamo interagire. Le facce interattive infatti risplendono di un bianco opalescente che possiamo far diventare di altri colori attraverso il tocco immateriale dei nostri guanti.
Durante la prova abbiamo potuto sfruttare tre poteri diversi, questi si selezionano comodamente con la rotellina del mouse e si applicano con la pressione del tasto sinistro. Dopo aver colorato la sezione di nostro interesse viene poi il momento di attivarla premendo il tasto destro. Il colore blu crea delle facce che proiettano qualunque cosa vi venga in contatto nella direzione in cui sono rivolte, la scelta migliore per compiere poderosi balzi. Il rosso consente invece di "estrarre" un parallelepipedo dalla faccia selezionata, facendo emergere colonne o sporgenze dove, fino a un attimo prima, c'era solo una superficie liscia. L'ultimo potere è legato al colore verde e fa emergere un cubetto della medesima tonalità dalla faccia interessata.
Detto così le combinazioni non sembrano molte, ma basta aggiungere pareti e sezioni di pavimento semoventi, enormi impianti di ventilazione in grado di far volare qualsiasi cosa si trovi nel flusso d'aria generato e piastre a pressione che fanno comparire sezioni di livello appena attivate per complicare un bel po' le cose. Servono davvero pochi giri di giostra per rendersi conto che, ad esempio, il blu fa saltare non solo noi, ma anche i cubi verdi che dovessero casualmente finirci sopra.
Gli enigmi che abbiamo risolto nelle due ore necessarie a concludere i primi cinque livelli ci hanno davvero soddisfatto. A parte le fasi di tutorial, nessuno di essi è di immediata risoluzione, ma nemmeno così ostico da farci arrovellare fino alla noia. La difficoltà è quindi ben bilanciata, e lascia il giocatore a riflettere per un tempo giusto senza mai frustrarlo con rompicapi troppo infami ma nemmeno gli fornisce una strada in completa discesa.
Il level design, all'inizio piuttosto lineare, dopo le prime fasi ci ha condotto in una grande stanza con al centro un enorme generatore. Seguendo i cavi che si dipanano dal macchinario abbiamo raggiunto diverse stanze secondarie, ognuna contenete vari puzzle. Risolvendo l'enigma il cavo relativo è tornato a brillare di nuova energia convogliandola fino al generatore centrale. Questo primo assaggio dell'avventura si è concluso proprio al momento del risveglio totale del generatore, perciò non ci è dato sapere quali saranno le conseguenze del suo ripristino.
Se dalle premesse le meccaniche dei puzzle ci sono sembrate solide e divertenti, ci riserviamo il beneficio del dubbio per quanto riguarda la narrativa, che è partita con un intrigante alone di mistero, ma che potrebbe facilmente scadere nella banalità o rappresentare un mero orpello dalla valenza trascurabile. Ad ogni modo tutti gli appassionati dei puzzle game farebbero bene a tenere d'occhio le nostre pagine perché la recensione arriverà nell'arco dei prossimi 3 mesi. Stay tuned.