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QuakeCon Europe 2019: il famoso evento texano, finalmente in salsa europea - articolo

Peace, Love and Rockets!

In un mondo digitale dove gli sport più diffusi sono il lancio dell'insulto e il sollevamento delle offese, le convention rimangono piccole bolle anacronistiche, realtà all'interno delle quali è possibile incontrare sconosciuti di ogni età e sesso, da ogni angolo del mondo, e ricevere sempre e comunque un sorriso.

Potrebbe suonare utopico, forse in parte lo è, ma non è un caso se simili raduni nascano da e per gli appassionati di questo o quell'altro brand, franchise e medium.

Il QuakeCon incarna in tutto e per tutto tale spirito: le prime edizioni furono organizzate da utenti del canale #quake di un IRC Network, spinti dal desiderio di giocare fisicamente in compagnia l'uno dell'altro al loro passatempo preferito; oggi, a distanza di oltre 20 anni, il QuakeCon è una fiera annuale ufficiale, che vede la partecipazione di migliaia di spettatori e appassionati non solo del gioco da cui il brand prende il nome, ma anche di numerosi altri brand iD Software e Bethesda Softworks, come Wolfenstein, Doom e Fallout.

L'evento di quest'anno è stato insolito per più di una ragione: coincidendo con il venticinquesimo anniversario della nascita di Doom (da qui il sottotitolo "Year of Doom") gran parte dell'attenzione e dei panel programmati si è focalizzata su quest'ultima IP, con persino un "evento nell'evento" chiamato DoomCon.

La seconda, importantissima novità di quest'anno è stata l'inaugurazione del QuakeCon Europe, fiera che per la prima volta dopo due decenni ha portato ufficialmente oltre i confini statunitensi le "QuakeCon vibes" e alla quale la nostra redazione ha avuto il piacere di partecipare dietro invito ufficiale.

L'evento ha avuto luogo al Printworks di Londra, struttura rinomata per l'organizzazione di numerosi eventi a tema, conferenze e persino riprese cinematografiche.

Il primo giorno, l'accesso era limitato a influencer e addetti stampa, per cui ci è stato possibile esplorare al meglio le varie postazioni disponibili; prima di ogni cosa, però, ha avuto luogo la nostra prova di Doom Eternal, che pur con lievi miglioramenti di bilanciamento è risultata pressocchè invariata rispetto alla build presentata nel corso dell'E3 2019, di cui vi abbiamo già parlato in modo approfondito nei mesi scorsi. Menzione d'onore allo staff, che nonostante il nostro ritardo di oltre un'ora sulla tabella di marcia, causato da un grave ingorgo stradale, è comunque riuscito a trovarci una postazione libera, senza perdere la calma e lasciandoci tutto il tempo necessario per (ri)provare la demo.

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Concluso l'unico appuntamento programmato della giornata preview, il resto del tempo è stato dedicato all'esplorazione dell'evento e la prova di qualche altra postazione di gioco. Inutile dire che le già citate "QuakeCon Vibes" erano più che presenti, declinate in un'atmosfera perfetta tra luci, musica di sottofondo e arredamento degli ambienti.

Posto che il grande protagonista dell'evento fosse Doom Eternal e che quindi lo spazio centrale della fiera fosse destinato alla demo, le restanti postazioni erano comunque in grado di soddisfare i gusti di tutti: una sezione era dedicata al recente Wolfenstein: Youngblood (e anche in questo caso lo staff partecipava attivamente e senza mai risultare invadente, proponendosi come secondo giocatore ai presenti per sfruttare al meglio le potenzialità del gioco), un'altra permetteva di provare Doom VR e Wolfenstein: Cyberpilot, entrambi titoli estremamente validi per la periferica di realtà virtuale; era possibile provare il nuovo aggiornamento di Rage 2 e la beta di Nuclear Winter, la nuova modalità battle royale di Fallout 76; una parete dell'edificio era dedicata al retrogaming di quasi ogni Doom mai pubblicato, con tanto di hardware sui quali i vari titoli erano stati originariamente pubblicati; la sezione diametralmente opposta ospitava una galleria di concept art relativi ai franchise di Wolfenstein, Doom, Dishonored e The Elder Scrolls, con tanto di statua in dimensioni 1:1 del Sangue di Drago.

A proposito di riproduzioni in scala, impossibile non nominare anche la fedele, quanto inquietante raffigurazione del Doom Slayer, non esattamente a dimensione reale, ma comunque abbastanza grande da mettere a disagio chiunque si avvicinasse per osare un selfie. Il simpatico e loquace Doom Guy piantonava l'unica batteria di postazioni spenta e priva d'insegne di riconoscimento, che sarebbe stata attivata il giorno seguente, dopo l'annuncio della ripubblicazione dei primi tre Doom come titoli multipiattaforma.

La riedizione dei primi tre Doom come titoli multipiattaforma è stata un annuncio abbastanza prevedibile, ma comunque benvenuto.

Le rimanenti aree della fiera (escludendo quella del bar, interessante per gli ospiti almeno quanto le zone gaming) permettevano di giocare Elsweyr, ultima espansione di The Elder Scroll Online, e dare un'occhiata alle versioni Nintendo Switch di The Elder Scrolls: Blades e Legends.

Immeritatamente poco affollato è stato lo stand dedicato al gioco da tavolo di Fallout, con relative espansioni, dove era possibile acquistare del materiale da gioco o semplicemente farsi spiegare le regole e provare qualche turno; stesso dicasi per l'area dedicata a Quake Champions, che sebbene fosse posta all'ingresso della fiera e non soffrisse mai di totale desolazione, è passata fin troppo in sordina persino rispetto al vicino allestimento di Fallout 76... anche se è probabile che la distribuzione gratuita di cappellini da festa a tema Vault 76 possa aver avuto il suo peso nella prova di forza. Il primo giorno dell'evento si è concluso con un panel di presentazione e ringraziamento da parte degli organizzatori di questo primo QuakeCon Europe, proseguito con la proiezione dell'evento inaugurale del QuakeCon texano.

La giornata seguente è stata quella aperta al pubblico. Nonostante i biglietti staccati fossero oltre un migliaio, le dimensioni di Printworks (e la buona educazione della gente) hanno fatto sì che gli spostamenti e la prova dei giochi non risultassero mai opprimenti.

Gli appassionati di retrogaming avranno gioito alla vista di un'intera sezione dedicata a titoli ormai più vegliardi del videogiocatore medio.

A eccezione della già nominata batteria dedicata alla riedizione dei primi tre Doom, le postazioni disponibili al pubblico sono state identiche a quelle del giorno preview, solo più affollate; vera differenza sono stati i panel in programma nel corso di tutta la giornata, all'interno di una sala dedicata. Trattando argomenti tanto svariati quanto interessanti, ci riserviamo di approfondire i singoli palchi in articoli dedicati. Il messaggio comune dietro ciascuno di essi è stata la profonda dedizione di ogni singolo ospite, che ancor prima di essere un professionista di talento, è un giocatore appassionato: che si parlasse di giochi da tavolo o di come Youngblood sia stato realizzato a quattro mani da studi distanti fra loro oltre duemila chilometri, che si discutesse di avventure nella magica Tamriel o tra le profondità dell'Inferno, tanto gli ospiti quanto i presentatori hanno mostrato un'umanità impossibile da trasporre su carta, fisica o digitale che sia; dimostrazione, questa, che per quanto l'industria videoludica (e l'esistenza stessa di eventi come il QuakeCon) siano importanti investimenti economici che puntano a notorietà e lucro degli sponsor, c'è sempre spazio per dare un'anima e un cuore a ciò che si fa.

È questa la differenza tra un pezzo di legno e il Pinocchio di Collodi, tra un gioco AAA e un piccolo o grande capolavoro.

Tirando le somme, il primo QuakeCon europeo si è svolto senza intoppi e nel migliore dei modi: bella atmosfera, ottima location, eccellente personale, ancor più magnifico ospite d'onore Doom in ogni sua declinazione.

So easily forgotten, il gioco da tavolo è un mondo affascinante, solo all'apparenza complicato e noioso, che meriterebbe almeno una chance prima d'essere messo in secondo piano rispetto ai passatempi in pixel e poligoni.

Il punto di forza del QuakeCon Europe è però stato anche il suo fianco scoperto, dato che il voler esaltare (per motivi assolutamente condivisibili) questo "Year of Doom" ha messo in ombra buona parte degli altri franchise; poco male per titoli come Rage 2 o Wolfenstein: Youngblood, già pubblicati al momento della fiera, ma non sarebbe stato male dare più spazio a Quake Champions e all'eSport in generale, cosa che infatti è avvenuta durante il QuakeCon a Dallas, ma che per limiti probabilmente strutturali e logistici è venuta a mancare nella declinazione londinese.

C'è da sperare - e probabilmente sarà così - che in futuro l'organizzazione oserà di più, avvicinando il neonato ramo europeo alle attività tipiche della fiera originale.

Si è trattata in ogni caso di un'esperienza positiva, consigliata anche ai non esperti o persino a chi non prova concreto interesse per questi brand: l'entusiasmo di ogni partecipante, da solo, potrebbe bastare ad accendere la scintilla della curiosità e far scoprire una nuova passione.

Ultimo, ma non meno importante... proprio come quello dell'evento statunitense, l'ingresso era gratuito.