Quantum Break - prova
Le prime impressioni in attesa della recensione.
Mentre il mondo si scanna parlando della risoluzione di Quantum Break, noi stiamo spolpando l'esclusiva Xbox One sviluppata da Remedy. Mancano pochi giorni all'uscita del gioco, ma in attesa dell'imminente recensione abbiamo deciso di condividere con voi le prime impressioni al riguardo.
Quantum Break è sicuramente un gioco dai valori produttivi altissimi. Il team di sviluppo finlandese ha lavorato per dar vita a un progetto ambizioso, potenzialmente innovativo e dalle grandi potenzialità, con l'intento di far compiere un necessario balzo evolutivo alla narrazione nei videogiochi.
Mentre molti studi stanno lavorando a sistemi sempre più convincenti per integrare una narrazione di qualità all'interno dei propri videogiochi, magari rinunciando ai filmati e alle sequenze pre-calcolate in favore di dialoghi portati avanti con il motore del gioco, Remedy ha deciso di andare oltre.
In Quantum Break, infatti, a colpirci in modo particolare è stata la scelta di integrare alla tecnica narrativa appena descritta anche una vera e propria serie TV, che tra un atto e l'altro costringe il giocatore a posare il joypad per godersi puntate lunghe circa 20 minuti.
In questi cortometraggi vengono approfonditi elementi della storia non strettamente legati al protagonista. La serie TV di Quantum Break, in sostanza, si occupa di mostrare al giocatore tutto ciò che accade lontano dagli occhi del protagonista, mentre quest'ultimo è impegnato in intense sparatorie e puzzle legati alla manipolazione del tempo.
L'idea è affascinante e la realizzazione del telefilm è sicuramente convincente, ma mentre giocavamo non abbiamo potuto fare a meno di provare una certa insoddisfazione di fondo ogni volta che i ritmi elevati dell'azione venivano interrotti dalle sequenze passive.
Immaginate di essere arrivati quasi al sodo con la vostra ultima conquista. L'atmosfera è calda al punto giusto, tutto procede a gonfie vele, ma sul più bello ricevete una telefonata dal vostro migliore amico, che vi tiene al cellulare per 20 minuti. Per quanto piacevole possa essere la chiacchierata, l'interruzione non può che influire negativamente su ciò che stavate facendo poco prima.
Naturalmente questa considerazione è basata su una fruizione solo parziale dell'esperienza messa insieme da Remedy, quindi aspettiamo di completare il gioco per capire se tale impostazione, in quanto inedita, abbia solo bisogno di essere metabolizzata per essere apprezzata al meglio.
Pad alla mano, l'azione di Quantum Break deve molto alla vecchia scuola dei TPS, quella di cui il team di Remedy era maestro indiscusso. La commistione tra divertenti sparatorie e una componente narrativa di prim'ordine è sempre stata la chiave delle opere del team finlandese.
Quantum Break non fa nulla per nascondere le proprie origini, e sotto alcuni punti di vista potrebbe sembrare che il team non abbia cercato in alcun modo di evolvere le meccaniche di gameplay a cui ci ha abituato nel corso degli anni.
Se è vero che il feeling garantito dalle armi è sempre ottimo e ben differenziato da una bocca di fuoco e l'altra, la gestione delle coperture non è all'altezza di quelle degli esponenti più recenti del genere TPS.
Durante le sparatorie, infatti, è lo stesso protagonista a chinarsi automaticamente quando si avvicina a possibili coperture, dettaglio che rende scomodi gli spostamenti e il puntamento dei bersagli.
D'altra parte, se è vero che le coperture non sono tra le più agevoli in circolazione è altrettanto chiaro quanto i programmatori abbiano lavorato su altri elementi con cui movimentare gli scontri a fuoco. I poteri di Jack, ad esempio, permettono al protagonista di muoversi rapidamente attraverso le arene per aggirare i bersagli, magari dopo aver rallentato il tempo con una bolla di stasi ben piazzata.
Usando con intelligenza tutte le opzioni a disposizione del protagonista ci si rende presto conto che Remedy è andata oltre il gameplay dei classici TPS, trasformando i ripari sparsi per i livelli in semplici punti di sosta dove attendere la fine del cooldown delle abilità.
Rispetto a un Gears of War, quindi, l'azione è molto più dinamica, dettaglio che francamente stiamo apprezzando, in particolar modo dopo aver impostato il livello di difficoltà più alto. Per il resto l'impronta di Remedy è davvero evidente.
La mano di Sam Lake emerge in ogni singolo elemento della ricca struttura narrativa di questa esclusiva Xbox One. La cura riposta nella scrittura dei dialoghi, delle email, dei discorsi trasmessi alla radio, e perfino dei post-it e degli sms scambiati tra i numerosi personaggi chiamati in causa è maniacale.
Per il momento ci fermiamo qui. Affronteremo tutti gli altri aspetti di Quantum Break tra qualche giorno, con una recensione ricca e dettagliata. L'appuntamento con la valutazione di questa attesa esclusiva Xbox One è fissato a venerdì primo aprile!