Quantum Theory
La risposta giapponese a Gears of War.
In poche parole, chiunque abbia avuto modo di vestire i panni di Marcus Fenix negli ultimi anni, andrà dunque incontro a un fortissimo senso di dèjà vu che, viste le scarse qualità di quest'avventura, potrebbe spingerlo ad abbandonare il pad molto prima del previsto.
Eh sì, perché, come detto poc'anzi, nonostante Quantum Theory proponga un'avventura ai limiti del plagio, gli sviluppatori sono riusciti nel difficilissimo compito di peggiorare ciò che hanno "preso in prestito" da Gears of War. Il sistema di puntamento, ad esempio, evidenzia una realizzazione superficiale che si traduce in una certa difficoltà nel colpire i propri bersagli, e lo stesso dicesi per gli attacchi corpo a corpo o meglio, per l'unico attacco corpo a corpo: un lento e macchinoso "spintone" incapace di infliggere grandi danni a nessun tipo di nemico. E dire che a guardarlo Syd sembrerebbe in grado di frantumare una montagna con un pugno...
L'intelligenza artificiale è un altro grave problema che mina notevolmente la qualità dell'esperienza; i nemici evidenziano infatti comportamenti quasi primordiali che li portano ad attaccare senza preoccuparsi della propria incolumità, e come se non bastasse dimostrano una certa difficoltà nello sfruttare lo scenario a proprio vantaggio. In poche parole non vi capiterà mai di essere accerchiati e tutto ciò di cui dovrete preoccuparvi saranno i loro assalti diretti, tutti rigorosamente a testa bassa.
La scarsa IA determina comportamenti discutibili anche dei propri compagni, che nella maggior parte dei casi non si dimostrano di grande aiuto; a voler essere buoni, la scarsa intelligenza tattica dei nemici potrebbe essere giustificata, almeno in parte, dalla loro malsana natura, ma per ciò che concerne i soldati umani non c'è davvero nulla che possa far digerire la loro sostanziale idiozia.
Gli unici punti forti dell'intera esperienza sono probabilmente gli attacchi corpo a corpo combinati e l'attacco che ho soprannominato "granata umana", dove ad essere lanciata non è una bomba convenzionale ma la propria compagna. Divertente? Le prime 5-10 volte. Efficace? Fin troppo.
Ad aggiungersi alla campagna principale vi è infine un deludente comparto multiplayer aperto a un massimo di 8 giocatori.
Le modalità sono in tutto quattro: Deathmatch tutti contro tutti e a squadre; Caos Controllato, che permette di impostare liberamente le regole della partita alterando poche, inutili varianti; e infine Guardiano, il cui svolgimento è ovviamente identico a quello di Gears of War (due squadre ognuna delle quali dispone di un leader che, finché è in vita, garantisce il respawn illimitato dei propri compagni).
Almeno per quanto riguarda il multiplayer, speravo davvero che gli sviluppatori avrebbero usato un po' della "farina del proprio sacco", ma si sa, il copia incolla non passerà mai di moda.
Monotono, prevedibile, e privo di qualsiasi spunto di originalità o innovazione che possa giustificarne l'esistenza: duole dirlo, ma tra tutti i "cloni" di Gears of War, Quantum Theory è, purtroppo, quello riuscito peggio.
Oltre ad aver copiato, in maniera davvero spudorata, molte delle meccaniche del titolo Epic, gli sviluppatori hanno dato vita a un prodotto di scarsa qualità, tanto nel gameplay quanto nella realizzazione tecnica, incapace di garantire il minimo coinvolgimento. In poche parole, ciò che abbiamo di fronte è, a tutti gli effetti, una brutta copia di Gears of War che qualsiasi appassionato della categoria dovrebbe tenere ben lontano dalla propria collezione.