Rad Rodgers - recensione
Pixel e spari anche su console.
Il medium videoludico è sicuramente uno dei più interessanti da studiare, tra la sua crescita esponenziale ed il fatto di essere il più "giovane" al confronto di cinema e carta stampata. I tempi sono cambiati e l'utenza conta anno dopo anno sempre più nuove leve. Un aspetto cardine su cui i giocatori "anziani" puntano continuamente però è la difficoltà: i titoli di un tempo erano più ardui.
Inutile per l'utente novizio cercare di alzare il vessillo dei Dark Souls e simili, nulla possono From Software e compagnia contro il sudore che imperlava la fronte durante una sessione di Contra. Sicuramente i prodotti più commerciali risultano più user friendly, ma a cercare di mettere in pari l'altro piatto della bilancia troviamo il mercato indie, conscio di dover in primis generare una propria nicchia di appassionati. Ecco quindi arrivare per il provetto giocatore nostalgico Rad Rodgers, opera nata su Kickstarter e in seguito passata sotto l'ala protettrice di THQ Nordic, che promette un ritorno ai gloriosi anni '90.
Da quel periodo sembra proprio arrivare Rad, ragazzino appassionato di videogame che per non perdere i propri salvataggi decide di lasciare la propria console accesa dopo il richiamo della madre di andare a letto. Durante la notte viene tuttavia svegliato da un misterioso glitch che lo risucchia all'interno del suo gioco e ad accompagnarlo nella sua avventura ci sarà Dusty, la sua stessa console.
Sin dalle prime battute, seppur il soggetto non sprizzi originalità da tutti i pori, si è investiti da una comicità piuttosto brillante. Non mancano infatti doppi sensi a sfondo sessuale, citazioni di gran gusto e piccole chicche da cogliere nelle linee di dialogo delle cutscene o durante il gioco vero e proprio (a tal proposito è possibile attivare la censura per i più piccini, il quale elimina anche il sangue). Lo scopo è quindi di trovare una via di fuga dalla prigione virtuale di bit, e per farlo bisognerà seguire le regole del videogame stesso.
Come detto il soggetto non è originale e il comparto narrativo è indubbiamente carente, considerando che il primo scontro col boss di fine mondo sarà anche quello finale. Purtroppo il modo in cui gli sviluppatori hanno deciso di troncare l'avventura, nonostante i toni comici, non lascia alcunasensazione positiva. Si viene fermati brutalmente, ed a un fantomatico "World 2" corrisponderà il sequel stesso di Rad Rodgers, non certo una scelta brillante, a nostro avviso.
Superato lo shock del 'ludus interruptus', è bene osservare il pacchetto creato dai ragazzi di Slipgate Studios, dove la cura riposta nel voler tributare una decade che in tanti portano nel cuore si esprime in pieno pad alla mano. Il gameplay di Rad Rodgers è infatti un bel mix tra run and gun e platform, in cui dovremo badare bene alla nostra energia vitale rappresentata da tre cuori. Non è affatto difficile subire danni, specialmente da metà gioco in poi, con la curva di difficoltà che subisce un'impennata da non sottovalutare.
L'iperattivo protagonista è dotato di un'arma che spara colpi infiniti ma non mancano quattro tipologie di proiettili, utili in diverse occasioni. Da un raggio laser passando ad un lanciagranate, ogni oggetto raccolto sarà una risorsa preziosa, e la console Dusty è invece sfruttabile in un potente attacco melee. In Rad Rodgers la mole di nemici diventerà sempre più numerosa, anche se le tipologie da affrontare sono risicate.
Il feeling mentre si gioca è sicuramente piacevole e riesce a catturare, peccato che il tutto venga stroncato troppo presto dalla scarsa durata. Non mancano sezioni più riflessive in cui prendere il controllo di Dusty, chiamato ad entrare nel pixelverse, il mondo dei bit veri e propri. In questo "sottosopra" la console dovrà rimuovere personalmente dei glitch, spesso risolvendo enigmi per permettere al suo amico umano di proseguire nell'avventura. Una trovata originale ma a volte troppo abusata e inserita abbondantemente in ogni stage.
A farla da padrone tuttavia è l'architettura dei livelli, che nel corso dell'avventura diventa sempre più complessa, senza disdegnare trappole mortali negli stage finali. Su questa architettura si appoggia anche un altro elemento prezioso della produzione: i collezionabili. Ogni livello per esser completato al 100% richiede di mandare al creatore tutti i nemici presenti, scoprire diverse zone segrete, raccogliere tutte le gemme ed uno speciale medaglione.
Le ambientazioni diventano sempre più intricate, e i passaggi segreti per raggiungere i vari premi sono ben nascosti o richiedono abilità e riflessi pronti. Si sente la mancanza di una mappa, anche solo per aver un qualche rimando sulle zone già esplorate, ma sarebbe stato un elemento in contrasto con l'anima "old school" della produzione. In generale è una formula che può far la gioia dei completisti, ma per gli amanti dell'azione nuda e cruda rappresentano solo un mero pretesto per allungare la longevità (piuttosto breve) del gioco. Raccolta di segreti e tempo speso andranno infine a rimpinguare un punteggio che tanto ricorda i cabinati di un tempo, collegato alla modernità delle classifiche online.
Se nelle intenzioni Rad Rodgers vuole ritrovare un legame col passato, non lo fa di certo col comparto tecnico, realizzato interamente con Unreal Engine. La versione PlayStation 4 da noi testata ha mostrato un discreto livello di dettaglio ma un frame rate a tratti "ballerino", con pochi cali ma sufficienti da infastidire nelle situazioni con molti nemici ed effetti su schermo.
Buono invece il comparto sonoro, con musiche che richiamano il periodo a cui si sono ispirati gli sviluppatori. Il doppiaggio infine è totalmente in Inglese, con la possibilità di selezionare i sottotitoli in Italiano. Peccato che non siano stati inseriti nelle battute che vengono fatte durante il gameplay stesso, che rischiano di far perdere ai meno attenti piccole chicche citazionistiche.
Data la giovane età del protagonista potremmo usare il sempreverde concetto del "ha le capacità ma non si applica". Rad Rodgers è un gioco che potrebbe catturare chiunque, miscelando bene citazionismo e difficoltà, purtroppo la buona macchina di Slipgate Studios si inceppa proprio sul più bello. Lasciar pregustare un'avventura ricca di sfaccettature per poi calare il sipario quando il ritmo inizia ad ingranare spegnerebbe l'entusiasmo di chiunque.
Speriamo quindi che questo fantomatico "secondo mondo" arrivi presto, ma dividere un gioco a metà e spacciarlo per sequel non è una mossa molto saggia, anche se il lavoro svolto è più che buono.