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Rainbow Six Extraction Evento Spillover Provato: Cambiano le regole del gioco

Il primo evento Crisi coincide con la prima ondata di nuovi contenuti per Extraction.

In un settore nel quale il gioco del momento finisce presto nel dimenticatoio per lasciare spazio alla prossima, luccicante uscita, a poco meno di un mese dalla release Rainbow Six Extraction ha cominciato lentamente ad abbandonare il palcoscenico delle home page dei siti specializzati per imboccare quella fase post-lancio che un po' per tutti i videogiochi coincide con una decisa flessione del numero dei giocatori che popolano i suoi server.

Non stiamo però parlando di un videogioco qualsiasi, ma di un software uscito dagli uffici di Ubisoft Montreal, lo studio canadese che ha avuto il merito di proiettare Rainbow Six Siege ai vertici delle classifiche di vendita degli ultimi sei anni. Dopo un inizio un po' claudicante, una costante ondata di contenuti inediti e di bilanciamenti ha reso Siege il capolavoro che è oggi, quindi era del tutto lecito aspettarsi qualcosa di molto simile per Extraction, la nuova creatura del team.

Prima di piazzare una carica su un nido, è fondamentale rinforzare a dovere l'ambiente circostante.

Come volevasi dimostrare, abbiamo dovuto attendere solo qualche settimana per assistere all'arrivo del primo Evento Crisi in Rainbow Six Extraction, che porta con sé alcuni contenuti aggiuntivi legati ad un'attività nuova di zecca che sovverte gran parte delle meccaniche di gioco che avevamo potuto assorbire fino a questo momento. Ubisoft ci ha invitati a dare un'occhiata da vicino a questa nuova modalità, ed ecco tutto ciò che abbiamo potuto scoprire su questa nuova playlist durante la nostra prova.

Spillover, questo il nome dell'evento a tempo limitato, rientra nel più ampio novero degli eventi Crisi, delle attività della durata di tre settimane ciascuna, costruite a partire da un solido background narrativo, e che permetteranno ai giocatori di ottenere dei contenuti esclusivi al completamento di una serie di sfide. Queste potranno garantire uno stuolo di elementi estetici per gli operatori di Extraction, ma anche e soprattutto dei nuovi gadget da utilizzare in combattimento nelle partite del gioco principale.

In Spillover, la squadra React affronta per la prima volta una minaccia sconosciuta, quella posta dall'aggressivo diffondersi di alcuni nidi nei siti caldi dell'infezione aliena. Si gioca in una sola sotto-mappa, con l'obiettivo di distruggere tutti e 9 i nidi nascosti per l'ambientazione entro 25 minuti. Se nelle partite classiche di Extraction la squadra doveva muoversi con calma all'interno della mappa cercando di non attirare l'attenzione degli Archei, in Spillover saremo chiamati a posizionarci attorno a un nido, attivare una carica colma di una sostanza in grado di renderlo inoffensivo, e a difenderla dagli assalti nemici per i 90 secondi successivi, cercando di impedire agli Archei di distruggerla.

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Le orde si dividono in tre diverse tipologie, che possono essere individuate ancor prima di impostare la carica dando uno sguardo all'icona che segnala il nido. In base al tipo di obiettivo, questo attirerà una specifica categoria di Archei: ci sono quelli invisibili, nettamente i più facili, oppure quelli ricoperti da spore velenose, che si attaccano al giocatore e devono essere eliminate entro un breve lasso di tempo prima che possano esplodere e rilasciare il loro gas velenoso. Infine, la terza categoria di orda è quella degli elite, i nemici più grossi e cattivi del gioco, che se affrontati verso la fine della partita potranno facilmente cancellarvi dalla superficie della mappa.

I nidi con gli Archei elite sono significativamente più semplici se si fronteggiano all'inizio del match, dal momento che più nidi vengono distrutti, più le ondate si fanno pericolose e letali. In questo senso, è consigliabile all'inizio di una partita piazzare due distinte cariche allo stesso momento, per risparmiare qualche secondo sul cronometro, forse il vero avversario della modalità Spillover.

Durante la prova siamo rimasti sorpresi dal fatto che la difficoltà di fondo fosse tarata verso il basso, una considerevole anomalia se pensiamo a quanto sia costantemente ostile al giocatore un'esperienza come quella offerta da Extraction. Nel corso dell'hands-on non siamo mai riusciti a distruggere tutte le cariche sulla mappa, ma il principale antagonista non è mai stato un'ondata di Archei, bensì il tempo limite entro il quale si devono far saltare tutti e 9 i nidi.

Una volta avviato il countdown, la mappa comincerà a vomitare qualsiasi genere di aberrazione per i 90 secondi successivi.

La scelta di rendere particolarmente accessibile quest'attività è sicuramente da ricondursi alla volontà del team di sviluppo di coinvolgere davvero tutti i giocatori di Rainbow Six Extraction, dai veterani ormai alle prese con l'endgame del gioco a quelli che ancora fanno fatica a raggiungere vivi l'estrazione.

Spillover introduce inoltre un interessante cambio di paradigma, che riguarda l'ormai consolidato meta attorno agli operatori del team React. In queste settimane, tra i membri della community è parere comune che gli operatori di attacco, a causa della potenza delle loro armi e alla maggiore efficacia dei loro gadget, siano nettamente più performanti di quelli difensivi, spesso relegati a non incrociare quasi mai le scelte di un giocatore durante la selezione del personaggio.

Le caratteristiche peculiari dell'evento, però, rendono da oggi gli operatori di difesa particolarmente preziosi nella lotta alle ondate di Archei, grazie alla loro innata capacità di rinforzare le posizioni difensive con i loro gadget. Personaggi come Tachanka, Jaeger, Rook e Alibi saranno le star dell'evento Spillover, in compagnia della neo-arrivata Zofia, che da oggi si aggiunge in pianta stabile al roster di personaggi della squadra React. Oltre a Zofia, l'evento introduce anche una nuova tecnologia React, la torretta automatica, che una volta posizionata sul campo prende di mira in totale autonomia qualsiasi Archeo sia a tiro.

I nemici cercheranno di attaccare la carica con tutte le loro forze, quindi è sempre fondamentale tenere d'occhio il nido per evitare che essa venga distrutta.

Grazie ad una modalità che sovverte gran parte delle meccaniche di gioco a cui eravamo abituati, e all'arrivo di considerevoli novità sul fronte dei contenuti come un nuovo operatore e una nuova tecnologia React, gli eventi Crisi si presentano fin dall'inizio del supporto post-lancio di Rainbow Six Extraction come meglio non potevano fare, offrendo una validissima ragione per tornare a combattere Archei nel cuore dell'infezione aliena.

L'attività è poi sinceramente divertente, mette i giocatori di fronte a delle situazioni inedite per Extraction, e tutti sono chiamati a parteciparvi grazie alla sua difficoltà non elevata che evita di ostracizzare i neofiti. Insomma, senz'alcun dubbio è buona la prima, e non vediamo l'ora di scoprire cos'altro ha in mente il team di sviluppo per supportare il gioco nei mesi a venire.